I fiamminghi conquistano Palazzo Reale, oltre 50 opere in mostra per la prima volta | VIDEO
Esposizione promossa dalla fondazione Federico II e dell'assessorato regionali ai Beni Culturali. Tra le opere selezionate spicca Santa Caterina d'Alessandria d'Egitto, svelata al pubblico dopo 32 anni di oblio.
Un patrimonio artistico di provenienza pubblica e privata che va dal Quattrocento al Seicento e che comprende 52 opere. Allestito nelle Sale Duca di Montalto di Palazzo Reale sarà aperto al pubblico dal 28 marzo al 28 maggio con inaugurazione domani alle 18. Tra gli autori in mostra di “Sicilië, pittura fiamminga”, Jean Gossart, detto Mabuse, con il suo trittico di Malvagna: un'opera miniaturista dove vengono rappresentate una "Madonna col bambino" tra angeli, Santa Caterina d’Alessandria e Santa Dorotea, mentre sul retro del pannello si trova lo stemma della famiglia dei Lanza. La "Deposizione" di Jan Provoost rappresenta uno degli esempi più significativi del passaggio dal Gotico al Rinascimento dei Paesi Bassi;
E ancora della collezione Chiaramonte Bordonaro, la "Madonna con Bambino" di Anton van Dyck, l’allievo di Rubens, che in quest’opera consolida la sua emancipazione dal maestro; altra opera di van Dyck è la "Crocifissione" (collezione privata Palazzo Alliata di Villafranca) dove il genere da lui coniato si presenta, come evoluzione ed elaborazione personale della maniera di Rubens, e riscosse fin dall’inizio un gran successo per quell’insieme di drammatica verosimiglianza che coglieva il Cristo nell’attimo esatto dello spirare. Di alto valore artistico è la "Circoncisione" di Simone de Wobreck, un olio su tavola dove sono evidenti le tipiche inclinazioni patetico-devozionali del tardo manierismo e il decorativismo dello schema compositivo; non meno significativa è la presenza dell’olandese Mattia Stomer con l’opera La morte di Catone contraddistinta da una plasticità voluminosa dell’incarnato e un forte impasto cromatico.
Protagonista assoluta è però un’opera che si svela al pubblico dopo un silenzio lungo trentadue anni: Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto. La martire è raffigurata su una tavoletta, in legno di quercia (XXI – XXVIII), e faceva parte insieme all’altra tavoletta di San Rocco di un trittico da devozione. L’autore è un pittore ignoto fiammingo per un’ovvia ragione: la parte centrale del trittico risulta dispersa ed è, quindi, impossibile risalire con certezza alla mano.
A fare da padrona di casa la patrona di Palermo: Santa Rosalia, entro una ghirlanda di fiori e frutti del pittore fiammingo del pittore fiammingo naturalizzato in Sicilia Geronimo Gerardi, domani saluterà in qualche modo le opere presenti. “La Sicilia e le Fiandre - afferma il presidente della Fondazione Federico II Gianfranco Miccichè - hanno antichi legami culturali che furono decisivi per sviluppare forti relazioni con le città marinare fiamminghe, determinando la migrazione di maestranze che dalle Fiandre e dall’Olanda si insediarono in Sicilia. La mostra Sicilië, pittura fiamminga intende omaggiare questo trait d’union culturale tra Mediterraneo e Mare del Nord, mettendo insieme per la prima volta tele fiamminghe presenti in collezioni pubbliche e private siciliane. Un tributo dunque alla storia, ad un tempo mediterranea e nordica, della nostra Isola, offerto congiuntamente, in occasione dell’anno che vede Palermo come Capitale della Cultura, dalla Fondazione Federico II, dal Parlamento siciliano, dall’assessorato regionale dei Beni culturali e dell’identità siciliana e dell’Ambasciata del Regno del Belgio in Italia”.