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"Tante difficoltà, ma anche gratificazioni": la sfida (possibile) dei minori stranieri in affido | VIDEO

C'è chi li ha accolti in casa e chi è diventato per loro un compagno di viaggio e di crescita. Le testimonianze sono state raccolte e consegnate alla città all'istituto Gonzaga.

Esperienze positive di una "sfida possibile", quella di chi ha deciso di dare un aiuto concreto ai ragazzi stranieri soli che vivono in città. L'incontro è stato organizzato in collaborazione con il Centro Astalli, alla presenza di Laura Purpura, responsabile dell'unità organizzativa Affidamento familiare del Comune e di alcune famiglie già coinvolte nell’accoglienza di questi minori.

Nel caso delle famiglie o persone di appoggio, si tratta di offrire a ragazzi, prevalentemente tra i 14 e i 17 anni, ospiti dei centri di accoglienza della città, non vitto e alloggio, ma un po’ del proprio tempo per accompagnarli in un percorso di inserimento nel contesto della nostra città, supportandoli nello studio, trascorrendo con loro un pomeriggio per una passeggiata, un gelato, un cinema, un'attività sportiva, una gita. La famiglia (o persona) di appoggio è un primo passo per un'accoglienza che può trovare nell'affidamento familiare la sua pienezza. È un'opportunità reciproca per aprire una finestra sul mondo.

Tra le testimonianze raccolte quella del signor Giovanni Farro, medico, che da circa due anni segue e sostiene un giovane migrante. "Ha subito importanti ferite alla gamba - racconta - e da allora io e la mia famiglia ce ne prendiamo cura. Una scelta che, seppur faticosa, ci dà tante gratificazioni in termini umani. Per noi è come un figlio".

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