La decisione dei giudici per il superpoliziotto e altri 4 imputati accusati di sequestro di persona e falso in relazione all'espulsione della moglie e della figlia del dissidente kazako Muktar Ablyazov, avvenuta 10 anni fa a Roma. In primo grado erano stati tutti condannati e poi il verdetto era stato ribaltato. Ora occorrerà celebrare un appello bis
Per il pg andrebbe celebrato un nuovo processo d'appello a carico del superpoliziotto e di altri 4 imputati accusati di sequestro di persona e falso in relazione all'espulsione della moglie e della figlia del dissidente kazako Muktar Ablyazov, avvenuta 10 anni fa a Roma. In primo grado erano stati tutti condannati e poi il verdetto era stato ribaltato
Regge in appello la sentenza con cui Damiano Torrente era stato ritenuto responsabile dell'omicidio di una donna romena di 33 anni, Ruxandra Vesco, sparita nel 2015 e di cui non era stata neppure mai denunciata la scomparsa. Fu lui nel 2020 a far ritrovare i resti della vittima alle pendici del Monte Pellegrino ma dopo poche ore ritrattò la confessione
Il mafioso di Villabate che per molto tempo era riuscito a sfuggire al carcere, tanto che nel 2012 i carabinieri lo scovarono in un resort di lusso a Bali, sostiene di aver già scontato parte della sua condanna a 17 anni e 4 mesi tra il 21 marzo del 2004 e il 18 maggio del 2006. La Cassazione ha bocciato la richiesta
La donna ha raccontato che l'imputato l'avrebbe perseguitata, insultata e sarebbe arrivato a rompere una finestra della sua abitazione e a inviarle la foto di un pene per molestarla. Il giudice non le ha creduto: "Aveva motivi di astio perché nonostante il contratto di locazione valido voleva che andasse via"
Il tribunale ha riconosciuto i danni ad una paziente che nel 2014 aveva fatto dei controlli nell'ospedale ed era stata poi dimessa, nonostante sarebbero stati necessari altri accertamenti per giungere ad una diagnosi. Solo a dicembre 2015 aveva appreso a Milano che si trattava di un linfoma di Hodgkin ed aveva potuto avviare la chemioterapia
Rigettata l'istanza di Francesco Tagliavia, all'ergastolo per l'attentato di via dei Geogofili a Firenze, che voleva acquistare il volume che il giornalista ha scritto basandosi sulle dichiarazioni del pentito catanese Maurizio Avola, giudicato inattendibile dalla Procura di Caltanissetta. "Le esigenze di sicurezza prevalgono sul diritto all'informazione"
Si è aperto il processo d'appello per l'omicidio della diciassettenne avvenuto a gennaio 2021. Pietro Morreale è stato condannato all'ergastolo, ma la sua difesa chiede di riaprire il dibattimento e che la Corte vada sul luogo del delitto per ricostruire l'esatta dinamica dei fatti. Il collegio si è riservato, bocciata invece la verifica sulla capacità di intendere e volere
G. B. fu sorpreso in un negozio mentre cercava di nascondere la merce infilandosela nei pantaloni. In primo ed in secondo grado era stato ritenuto colpevole di tentato furto. Sentenze che sono state ora annullate per via della riforma Cartabia che prevede che in questi casi si possa procedere solo a querela di parte. Mai formulata contro l'imputato
Gli ex patron della società calcistica l'avevano rilevata da Maurizio Zamparini ed erano stati arrestati a novembre del 2020. Per la Procura avrebbero svuotato le casse del club e, al posto di salvarlo, l'avevano portato al fallimento
Regge in appello la sentenza con cui il capomafia di Resuttana era già stato condannato in primo grado per il duplice delitto, avvenuto il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini. Il mafioso ha negato le sue responsabilità fino all'ultimo: "Non sono stato io, sono innocente"
Inflitte pene pesanti al mafioso Giuseppe Lo Duca e all'intermediaria Piera Loiacono che avrebbero cercato di vendere preferenze al candidato della lista di Raffaele Lombardo, Salvatore Ferrigno, alle scorse elezioni Regionali. Il politico è stato rinviato a giudizio. Lo scambio di denaro sarebbe avvenuto una settimana prima del voto in un bar
Il colpo messo a segno a San Biagio Platani risale a novembre 2019. A processo, oltre a Umberto D'Arpa, sono finiti gli agrigentini Raffaele Salvatore Fragapane, in passato coinvolto nell'inchiesta antimafia "Montagna", e Salvatore Canzoneri, accusato di favoreggiamento
La Procura ha chiuso l'inchiesta con la quale a fine giugno il titolare di uno dei ristoranti più noti della città era finito agli arresti domiciliari, che avrebbe smerciato droga anche all'ex presidente dell'Ars, Gianfranco Miccichè, e all'ex capo della sua segreteria tecnica, Giancarlo Migliorisi
Per la Procura, nel 2015 il dottore Carmelo Geraci avrebbe sottratto le credenziali informatiche ad un dirigente dell'azienda e avrebbe trasferito quasi 600 persone nel suo studio, incassando indebitamente 28 mila euro. L'inchiesta era nata dalla denuncia dell'ex manager Antonio Candela, condannato poi in primo grado per un giro di tangenti
L'imputato venne arrestato il 30 settembre dell'anno scorso, quando la polizia intervenne mentre stava litigando con la donna alla Cala, rompendole anche il naso. La presunta vittima aveva denunciato di aver subito altre violenze, ma dopo pochi giorni aveva ritirato le accuse. In primo grado l'uomo era stato condannato a 2 anni e 4 mesi
L'imputato è figlio del fratello del padre del mafioso appena deceduto ed è tra l'altro l'autore della richiesta di pizzo all'imprenditrice di Castelvetrano, Elena Ferraro, che si era opposta e lo aveva denunciato. Voleva ottenere l'affidamento in prova e i domiciliari, ma la Cassazione ha detto no
Alla sbarra appartenenti al clan del Villaggio Santa Rosalia, che sarebbe stato guidato anche dalla sua cella di Rebibbia da Salvatore Sorrentino. La Procura ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per gli arrestati nell'ambito del blitz della guardia di finanza dello scorso giugno
Andrea Mancuso, che ha già rimediato 13 anni di carcere nel processo "Bivio", ha patteggiato 6 mesi per resistenza e lesioni. A settembre dell'anno scorso, nel penitenziario di Viterbo, avrebbe aggredito i poliziotti perché gli sarebbe stato negato di fare una videochiamata ai parenti. A una delle vittime erano state rotte due costole e il naso
Il decesso dell'elettricista Alessandro Di Trapani, 41 anni, sposato e padre di una figlia che allora aveva appena 10 anni, risale a maggio 2014. Lavorava per la Elyteam incaricata di alcuni interventi sulla Cossyra da un paio di settimane. Per i pm, la vittima accese una saldatrice mentre era in corso una degassificazione della cassa di nafta e prese fuoco
Lavoravano al Civico ed erano impegnate all'hub della Fiera: per 400 euro circa, al posto di iniettare il farmaco, lo avrebbero buttato in una garza. Una lo avrebbe fatto perché convintamente no vax, non somministrando la medicina anche all'insaputa dei pazienti, l'altra per pagare l'università al figlio. Invocate pene pesanti pure per altre due persone
La decisione della Cassazione per l'imprenditore di Partinico Antonino Borgia che ammazzò Ana Maria Lacramioara Di Piazza nel 2019. Il fine pena mai era stato inflitto all'uomo in primo grado, ma in appello erano cadute tutte le aggravanti. Si celebrerà un nuovo processo proprio per verificare la sussistenza della premeditazione e dei futili motivi
Confermata dalla Cassazione la pena di 5 anni e mezzo di carcere, inflitta sin dal primo grado a Francesco D'Antoni. Fermava automobilisti e motociclisti che poi sanzionava, offrendo la possibilità di avere uno sconto pagando subito con un bollettino prestampato che tuttavia era intestato ad altre persone
Il 17 dicembre del 2012 nella strada vennero giù due palazzine e, nonostante le crepe nei muri, nessuno fino a quel momento avrebbe sospettato che la stabilità degli immobili fosse a rischio. Inflitti 3 anni per omicidio e disastro colposi a 4 tra proprietari e usufruttuari di porzioni degli edifici che dovranno anche risarcire le 34 parti civili