Il gup che sta processando 67 imputati, tra cui i boss Fontana e lo stesso collaboratore di giustizia, ha deciso di ascoltarlo a dicembre nell'aula bunker di Rebibbia nell'ambito del processo nato dall'inchiesta "Mani in pasta"
Depositate in forma integrale, ma piene di omissis, le dichiarazioni del 29 luglio e del 6 agosto. Il collaboratore non nasconde il suo astio contro Gaetano Fontana, che ha parlato anche lui ma senza essere creduto dai pm. "Hanno il monopolio sulle macchinette, i soldi vengono divisi in 5 parti e consegnati direttamente a Milano"
Dopo il deposito dei primi verbali dell'ex braccio operativo dei fratelli Fontana, sia la Procura che la difesa del nuovo collaboratore ne hanno chiesto l'audizione. Ha riconosciuto molti dei suoi 66 coimputati nel processo "Mani in pasta" e confermato accuse legate al pizzo, agli affari con slot, droga, corse di cavalli truccate e infiltrazioni ai Cantieri navali
Depositati i primi verbali del braccio operativo del clan dell'Acquasanta, guidato dai fratelli Fontana: "Guadagnavano 30 mila euro al mese con le slot". Conferma anche i suoi affari con la droga e le corse di cavalli truccate. "La reggenza mi venne affidata da Sergio Napolitano al mercato ortofrutticolo, ma mio figlio non c'entra nulla con Cosa nostra"
L'imputato, arrestato nel maxiblitz "Mani in pasta", è accusato di una quarantina di estorsioni, ma Gaetano Fontana, che collabora pure lui con i pm, nega ogni legame. La compagna di Ferrante, Letizia Cinà, imputata con lui, è stata trasferita in una località protetta con le figlie e potrebbe seguire le sue orme. Coinvolti nell'inchiesta anche il figlio e il fratello