I carabinieri hanno bloccato Giuseppe D'Angelo nell'ambito dell'operazione "Resilienza 2". Ieri risultava irreperibile. Per lui il gip ha disposto i domiciliari. E' accusato di aver trattato l'acquisto di una partita di 5 chili di hashish con i figli del boss Nicola Ingarao, ucciso nel 2007
Colpita la famiglia che rientra nel mandamento mafioso di Porta Nuova. Le accuse: concorso esterno in associazione mafiosa, traffico di droga, furti, ricettazione ed estorsioni consumate e tentate, aggravati dal metodo mafioso, e sfruttamento della prostituzione
In occasione della "Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie", il presidente della Repubblica sottolinea l'importanza della memoria "affinché la libertà conquistata continui a essere trasmessa e vissuta come un bene indivisibile"
Il tribunale ha inflitto 4 anni e mezzo a Fabrizio Vaccaro, accusato di aver usato metodi sleali e mafiosi per impedire ad un ambulante di lavorare all'Addaura col suo furgoncino. Il racconto della vittima in aula: "Buttava anche l'acqua della mozzarella e m'infamava dicendo che i miei panini intossicavano la gente"
La Corte d'Appello rivede al ribasso la sentenza emessa con il rito abbreviato per Paolo Liga, detto "l'americano", che avrebbe ricevuto ordini e consigli dal vecchio capoclan con dei pizzini mandati dal 41 bis. Era stato arrestato assieme agli altri imputati nel blitz "Legame" del 30 gennaio 2018
L'immobile di Ficarazzi sarebbe riconducibile a Nicolò Giustiniani - coinvolto anche in una delle inchieste contro gli spaccaossa - che aveva trasformato un rudere in un'abitazione lussuosa. Per i lavori non avrebbe badato a spese: eppure risultava nullatenente e la moglie percepiva appena 900 euro di Reddito di cittadinanza
Una storia di silenzi, dubbi, omertà, depistaggi e tradimenti. Oggi per ricordare il giovane 007 è stata sistemata una pietra in piazza Giovanni Paolo II con la speranza che possa essere la prima del "Marciapiede della memoria, delle vittime di mafia dimenticate dalle istituzioni"
La Cassazione ha respinto il ricorso del prestanome del boss Bernardo Provenzano che diceva di non avere i mezzi per sostenere le spese di giustizia perché i suoi beni sono stati tutti confiscati. "Ha venduto una casa e ricevuto 90 mila euro, lavora e non paga l'affitto: può sanare il debito con l'Erario"
Passa allo Stato l'azienda "Il fornaio" di viale Strasburgo dal valore di un milione e mezzo di euro. Fu sequestrata dai carabinieri nel 2016 a una coppia e vendeva arredi e attrezzature per locali. Sulla scorta di diverse intercettazioni, la Cassazione ha stabilito che in realtà era del mafioso
Riccardo Meli - 31 anni, marito della nipote del boss di Porta Nuova Tommaso Lo Presti - è stato bloccato dalla guardia di finanza in flagranza di reato: avrebbe chiesto 300 euro per la "messa a posto" di un cantiere edile
Nell'ambito dell'inchiesta "All in" è stato bloccato il 25 per cento delle quote della ditta che gestisce il ristorante e la metà di quelle dell'azienda che si occupa del locale di Casteldaccia. In tutto è stato congelato un patrimonio di 5 milioni riconducibile a Francesco Paolo Maniscalco, Salvatore Rubino, Vincenzo Fiore e a un imprenditore salernitano
Beni per circa 5 milioni di euro sono stati sequestrati dalla finanza a quattro uomini, accusati di avere favorito Cosa nostra nel controllo del settore assai redditizio del gioco e delle scommesse. E' la prosecuzione dell'operazione "All in". Le immagini dell'intervento dei finanzieri
Dall'inchiesta "Affari preziosi" sul presunto smercio di orologi di lusso da parte della famiglia Fontana dell'Acquasanta emergono i contrasti tra l'aspirante pentito Gaetano e Giovanni: "Ha il cervello di un bambino di 2 anni, lascialo perdere, i conti li faccio io...". Solitamente però tutti gli incassi sarebbero stati divisi in 5 parti uguali
L'autunno scorso l'aspirante pentito avrebbe chiesto di essere sentito e avrebbe parzialmente ammesso le accuse che la Procura gli contesta. Poi ha chiesto di lasciare il carcere, ma l'istanza è stata respinta. Per il momento le sue dichiarazioni non avrebbero convinto e rischia il processo assieme ad altre 83 persone
I retroscena dell'operazione "Affari preziosi" dai quali emergono la vendita e l'acquisto di orologi di lusso - anche dal valore di 450 mila euro - da parte di giocatori come gli ex del Milan Borriello e Simone, ma anche del Palermo, come Rispoli. Tra i clienti dei mafiosi dell'Acquasanta anche l'agente dello spettacolo Lele Mora
Il segretario provinciale della Democrazia Cristiana ed ex assessore comunale fu assassinato dalla mafia il 9 marzo 1979. Il ricordo di Orlando: "Una delle pagine più buie e tragiche della storia di Palermo e della Sicilia"
Dopo l'operazione "Mani in pasta" di maggio scorso e il pentimento di Gaetano Fontana, considerato boss dell'Acquasanta, la guardia di finanza ha eseguito l'ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per un indagato e i domiciliari per altri 11. "Affari con gioiellerie e compro-oro a Londra, Milano, Roma e Palermo"
Sono solo due delle 'specialità' che i clienti possono trovare nella 'Pizzeria Mafiosi' della città teutonica. Un locale che su Facebook ha come profilo l'immagine del Padrino. Un'associazione tedesca - nata nel 2007 dopo l'attentato di Duisburg - non ci sta
Tutti erano stati arrestati a maggio con il maxiblitz "Mani in pasta" della guardia di finanza. Il mafioso, ritenuto a capo del clan, con i fratelli avrebbe investito in vari settori, dagli orologi di lusso all'ippica, dalla droga alla cantieristica navale. Ora ha deciso di collaborare con i magistrati
Sposato con Anna Gambino, sorella di Giacomo Giuseppe detto 'u'tignusu, già capo del mandamento di San Lorenzo e componente della Commissione provinciale di Palermo, è ritenuto dagli investigatori "uomo d'onore" della famiglia mafiosa di Resuttana
Il tribunale del Riesame ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare a carico di Giuseppe Rubino, finito ai domiciliari a giugno scorso con l'operazione "All in". Secondo la Procura, i clan avrebbero messo su un giro di affari da cento milioni di euro
A trent'anni dall'omicidio di Giuseppe Mandalà, il gup ha inflitto otto anni di reclusione al collaboratore di giustizia e killer di don Pino Puglisi che aveva confessato questo delitto assieme ad un'altra cinquantina. Concessi 150 mila euro di risarcimento ai parenti della vittima
Vincenzo Sucato, 76 anni, imputato nel processo "Cupola 2.0", era spirato nel carcere Dozza di Bologna ad aprile. Era affetto da varie patologie e risultò poi positivo al virus. Dopo tante istanze, i domiciliari gli furono concessi solo tre giorni prima del decesso. La famiglia aveva presentato una denuncia
Gli imputati erano stati arrestati nel 2016 con il blitz "Grande Passo 4". Le microspie dei carabinieri avevano captato il tentativo di uno dei nipoti prediletti di "Binnu", Carmelo Gariffo, di togliere il comando all'allora capo del clan, Rosario Lo Bue. Per lui e Leoluca Lo Bue ordinato un nuovo processo