Il retroscena dell'arresto del medico di Campobello di Mazara che ha curato il boss per almeno due anni consentendogli da latitante di accedere alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale. In tutto 137 le ricette stilate per "Andrea Bonafede", ma dai tabulati nessun contatto tra i due. La conferma della segretaria: "Non l'ho mai visto qui in studio"
In manette insieme al dottore che avrebbe prescritto esami e farmaci al boss anche il cugino omonimo di Andrea Bonafede, che gli aveva prestato l'identità. Secondo la Procura il professionista non poteva ignorare l'identità del paziente. L'altro indagato avrebbe smistato ricette e prescrizioni
Il mafioso, al 41 bis all'Aquila, avrebbe commentato duramente quanto appreso dalla televisione. Secondo fonti sanitarie, il suo stato di salute sarebbe stabile anche se avrebbe un atteggiamento "fatalista" verso la malattia. Nel frattempo il suo autista, Giovanni Luppino, rinuncia al ricorso al Riesame e resta quindi in cella
L'associazione che organizza le manifestazioni in ricordo del magistrato e della scorta: "Continueremo a 'bloccare' con grande gioia Palermo e altre città. Così come continueremo a chiedere la massima durezza contro i boss, ribadendo il valore del 41bis senza se e senza ma"
Nell'audio, pubblicato in esclusiva dall'Ansa, il boss arrestato lo scorso 16 gennaio si lamenta del traffico per le commemorazioni del 23 maggio e racconta dei desideri espressi dalla genitrice per il funerale
In una nota audio inviata attraverso Whatsapp il 23 maggio 2022, l'ex superlatitante si lamenta perché fermo nel traffico a causa delle manifestazioni nell'anniversario della strage di Capaci
In un incontro al Gonzaga con gli studenti la polemica sulle "dietrologie" circolate sui media dopo l'arresto del boss: "Pensava a tutto tranne che a farsi catturare". Il magistrato ha ribadito l'importanza delle intercettazioni. E a proposito dei gossip sul superlatitante fatto da certa stampa ha ricordato: "Anche l'ultimo criminale ha diritto alla propria dignità"
Le verifiche del Ros all'interno dell'abitazione di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, che il capomafia ha usato negli ultimi mesi della sua latitanza
Ismaele La Vardera, ex Iena, oggi vicepresidente della Commissione Antimafia della Regione Siciliana, racconta a Filippo Roma e Marco Occhipinti la sua denuncia di una storia incredibile ai Ros dei carabinieri. Va detto che a fronte di diverse persone che davvero hanno incontrato il boss numerosi sembrano essere però anche i mitomani
Tantissimi i contatti e le frequentazioni femminili del capomafia individuati dagli investigatori. Non necessariamente lo hanno coperto consapevolmente ma i loro racconti servono per comprendere le sue abitudini, i luoghi e le persone che frequentava e a ricostruire la rete di protezione
Il racconto che Ismaele La Vardera, oggi vicepresidente della Commissione antimafia della Regione, fa all'inviato Filippo Roma: "Sto andando a denunciare ai Ros dei carabinieri una storia che quando me l'hanno raccontata, onestamente, non ci potevo credere"
I militari del Ros hanno perlustrato un immobile di via Milwaukee, un'abitazione di campagna e una torrefazione gestita da Maria Mesi e dal fratello Francesco. Immortalata dalle telecamere del Comune di Campobello di Mazara l'auto del boss
Diversi cittadini si stanno presentando dai carabinieri per riferire che avrebbero avuto a che fare con l'ex superlatitante prima della cattura. C'è chi sostiene di aver fatto la chemio con lui, chi di averlo incrociato alla clinica La Maddalena e ci sarebbe pure una donna che avrebbe riferito di aver avuto una relazione di qualche mese con il mafioso
Alla cerimonia per l'inaugurazione dell'anno giudiziario l'intervento del magistrato è stato interrotto più volte dagli applausi: "Questo arresto è un successo dello Stato, le speculazioni gettano ombre su un'attività investigativa impeccabile e trasparente". Il pg Lia Sava: "La mafia è liquida, si insinua nei vuoti lasciati dalle istituzioni"
Durante un servizio per il tg satirico nel paese del superboss Matteo Messina Denaro, una persona ha minacciato e aggredito Petyx e la troupe, tentando di investire in motorino l'inviata e il suo bassotto
Non solo Andrea Bonafede. Tra le carte del capomafia, gli inquirenti hanno trovato anche carte d'identità coi nomi e i dati di persone realmente esistenti. Diverse sono le foto tessera presenti nel nascondiglio del padrino di Castelvetrano
I carabinieri del Ros hanno diffuso le immagini riprese all'interno dell'immobile di vicolo San Vito, a Campobello di Mazara, che il boss avrebbe utilizzato negli ultimi 10-12 mesi della sua latitanza. All'interno anche decine di paia di scarpe costose e pochi altri oggetti
Sono le parole che il boss - che da 10 giorni è recluso nel carcere di massima sicurezza dell'Aquila - avrebbe ripetuto più volte: le sue preoccupazioni sono legate alla cura del cancro al colon
Molta partecipazione alla manifestazione organizza in vicolo San Vito, ultimo covo del mafioso. Salvatore Catalano, fratello di Agostino: "Oggi è un giorno di riscatto, diciamo basta: vogliamo essere liberi"
I carabinieri hanno scoperto l'arma nell'abitazione di vicolo San Vito a Campobello di Mazara che il boss ha comprato grazie al suo alter ego Andrea Bonafede e che ha utilizzato negli ultimi mesi di latitanza. Scoperte anche delle cartucce
Attraverso una nota fanno sapere che l'ex consigliere comunale di Castelvetrano e i suoi familiari "non sono a nessun titolo coinvolti nella latitanza di Matteo Messina Denaro". Sulla stanza blindata trovata dietro un armadio: "E' stata apposta nel 2015 e utilizzata per riporre gli oggetti preziosi di proprietà esclusiva della figlia"