Cosimo Leone, in servizio all'ospedale di Mazara del Vallo, si sarebbe messo a disposizione del capomafia durante il suo primo ricovero, avvenuto tra il 9 e il 18 novembre 2020. Tutti i movimenti ricostruiti attraverso i tabulati. I pm: "Conosceva Andrea Bonafede e sapeva benissimo che il paziente non era lui"
Dall'ordinanza contro tre presunti fiancheggiatori del mafioso emerge che, mentre tutto il mondo lo cercava, usando l'identità e i documenti dell'architetto Massimo Gentile, insospettabile dipendente comunale in Lombardia dal 2019, il boss avrebbe comprato una 500 e poche ore prima versato 9 mila euro in contanti in una filiale dell'Unicredit
Blitz del Ros tra Trapani e la Lombardia. In carcere finiscono Cosimo Leone, in servizio all'ospedale di Mazara del Vallo, che avrebbe indicato le terapie per il tumore al boss, e Massimo Gentile, dipendente comunale che si occupa di lavori pubblici a Limbiate (Monza), che gli avrebbe prestato l'identità. In manette anche Leonardo Gulotta
Inflitta una pena di 9 anni e 3 mesi a Giovanni Luppino: avrebbe accompagnato almeno una cinquantina di volte il mafioso, latitante per quasi trent'anni, alla clinica. Si era difeso sostenendo di non conoscere la sua vera identità e di aver agito "per motivi umanitari". Secondo la Procura avrebbe pure imposto il pizzo a diversi imprenditori trapanesi
Una ricostruzione fedele dell’arresto, e non solo, dell’ultimo padrino di mafia. Il volume è stato scritto a quattro mani dai giornalisti Giacomo Di Girolamo e Nello Trocchia
Dall'ordinanza che ha portato all'arresto dei figli dell'autista del boss emergono tanti particolari sul suo ricovero alla Maddalena per l'intervento del 4 maggio 2021. Dalla contabilità del mafioso vengono poi fuori i compensi ai "Mustang" come erano soprannominati i tre, tra cene, feste di compleanno e persino un omaggio floreale in occasione di un lutto
Nell'interrogatorio del 7 luglio il boss si diceva "schifato" di fronte ai personaggi che i pm accusano di 416 bis: "E' gente che neppure salutavo, il mio mondo è finito". E come emblema del basso livello raggiunto nell'organizzazione citava il boss della Kalsa, Luigi Abbate, alias "Gino u mitra". Si apre poi il mistero delle carte d'identità: "Ne avevo in quantità..."
Depositato nell'udienza preliminare a carico di Laura Bonafede, maestra e amante del boss, l'interrogatorio del 7 luglio. "Mi sembra riduttivo dire che Falcone sia stato ucciso per 12 ergastoli al Maxiprocesso...". Il capomafia inoltre si vantava di aver vissuto da uomo "libero" anche a Palermo, dove si sarebbe pure fatto alcuni tatuaggi e sarebbe stato in cura da un dentista
La requisitoria della Procura per Giovanni Luppino, che fu arrestato assieme al superlatitante il 16 gennaio dell'anno scorso. Raccontò che avrebbe aiutato quello che conosceva come Francesco Salsi per motivi "umanitari". E' accusato di associazione mafiosa perché avrebbe anche chiesto il pizzo per conto di Cosa nostra
La Cassazione ha rigettato l'istanza di Filippo Guttadauro, il "dottore" originario di Bagheria che ha sposato una delle sorelle del boss, Rosalia. E' "internato" nella casa di lavoro che si trova nel carcere di massina sicurezza di Tolmezzo anche se da 8 anni ha espiato la sua condanna: "E' pericoloso, può riprendere i contatti con Cosa nostra"
Lo ha raccontato il procuratore di Palermo durante un incontro con alcuni studenti in provincia di Caserta. "Fu controllato il suo documento e tutto sembrava in regola"
Le parole del boss spietato di Cosa Nostra, deceduto lo scorso settembre. A Quarto Grado l'interrogatorio: "La mia latitanza, il 'no' ai traffici di droga, Totò Riina e quelle trasferte a Roma"
L'interrogatorio del padrino di Castelvetrano, deceduto lo scorso 25 settembre (si tratta di un'anticipazione di quello che andrà in onda stasera a Quarto Grado): "Se ho beni patrimoniali? Li avevo ma me li avete tolti tutti..."
Il boss, ricercato da tre decenni, fu bloccato il 16 gennaio scorso alla clinica La Maddalena dove faceva la chemio. Presa la sua stretta cerchia di fedelissimi, ora si indaga ad altri livelli, tra medici, "colletti bianchi" e "talpe". Avrebbe usato i dati di diverse persone tuttora in vita. Si cercano covi, anche a Palermo, e carte legate a proprietà e soldi
La sentenza per Lorena Ninfa Lanceri, la "Diletta" del boss morto a settembre, ed Emanuele Bonafede è stata emessa con il rito abbreviato. Le pene sono appena più severe di quelle invocate dalla Procura. La coppia avrebbe ospitato a cena nella sua casa di Campobello di Mazara il capomafia
Ad Andrea Bonafede, dipendente comunale di Campobello di Mazara, cugino omonimo del geometra che aveva prestato l'identità al mafioso, sono stati inflitti 6 anni e 8 mesi di reclusione con l'abbreviato. Era stato arrestato il 7 febbraio e si era difeso sostenendo di aver fatto "una cortesia" al suo parente
Il processo a Lorena Ninfa Lanceri e al marito Emanuele Bonafede si sta svolgendo con il rito abbreviato. A casa loro, a Campobello di Mazara, il capomafia avrebbe cenato regolarmente per mesi
La donna, che finora si chiamava Alagna come la madre, sarebbe stata riconosciuta dal mafioso in seguito ad una serie di incontri nel carcere di L'Aquila. Nei pizzini scoperti dopo la cattura dell'ex superlatitante lui la definiva "degenerata" e la soprannominava "sciacqualattuga", preferendole la figlia della maestra Laura Bonafede
Il mafioso, affetto dal 2020 da un tumore al colon e recluso da gennaio al 41 bis, il mese scorso era stato operato all'intestino. Dal 5 settembre era stato trasferito nella terapia intensiva dell'ospedale San Salvatore per gestire i postumi dell'intervento
E' quanto emerso da fonti sanitarie e carcerarie, in seguito a valutazioni sulle condizioni di salute del boss affetto da un tumore in stadio avanzato, che attualmente non sarebbero compatibili con la detenzione in carcere
Il maresciallo Luigi Pirollo ed il consigliere di Mazara Giorgio Randazzo, arrestati perché avrebbero sottratto documenti riservati legati alle indagini sul boss e tentato di rivenderli all'agente fotografico Fabrizio Corona, hanno deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere durante gli interrogatori
I dispositivi informatici sono stati trovati durante le perquisizioni compiute a Mazara del Vallo e a Milano, dopo l'arresto di Luigi Pirollo e di Giorgio Randazzo. Saranno analizzati per verificare se contengano altri documenti segreti sottratti illecitamente. Lunedì gli interrogatori
Dopo l'arresto di un maresciallo dei carabinieri e di un consigliere comunale di Mazara del Vallo in relazione al trafugamento di file riservati nell'ambito dell'inchiesta sulla cattura dell'ex superlatitante, si ipotizza che possano esserne stati sottratti altri. Il gip: "Indagati spregiudicati"