Su disposizione della Dda la polizia ha eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di sette persone accusate di associazione mafiosa. Altre 10 misure sono state eseguite in America dai federali dell'Fbi
Il racconto degli imprenditori che ha portato all'arresto dei direttori del cantiere per la ristrutturazione. "Quando mi rifiutai di pagare il 10% sull'importo dei lavori, mi dissero che potevo utilizzare materiale di bassa qualità per ammortizzare". Il denaro consegnato nelle buste e con una parte un indagato avrebbe acquistato una Bmw
Il direttore tecnico e quello di cantiere della So.Co.Stra.Mo vanno ai domiciliari con l'accusa di estorsione. Secondo quanto ricostruito dalla Finanza avrebbero preteso soldi dalle ditte subappaltatrici, fino al 30% degli importi previsti. L'indagine è scattata su denuncia dell'Autorità portuale
L'analisi dell'associazione Addiopizzo in occasione dell'anniversario dell'uccisione dell'imprenditore tessile, eliminato a colpi di pistola in via Alfieri la mattina del 29 agosto del 1991. "Non è più per paura che non si denuncia, ma per ottenere protezione e vantaggi da Cosa nostra". Tutti gli eventi e le iniziative
Dall'inchiesta "Metus" che ha portato all'arresto di 11 persone si evince come la mafia aveva il controllo sui chioschi e locali della borgata. Diversi commercianti davano 200 euro al mese per la "messa a posto". La protesta di una donna: "Però noi d’inverno non abbiamo pagato mai". Punizioni esemplari per chi sgarrava: "Ringrazia che non ti ho scannato"
E' scattato all'alba il blitz dell'operazione dei carabinieri "Metus". Le intercettazioni hanno consentito di ricostruire i ruoli delle famiglie interne al mandamento, una delle quali rette da Michele Micalizzi, 73 anni, genero dello storico capomafia Rosario Riccobono. Fatta luce sul movente di un tentato omicidio
Uno dei retroscena dell'inchiesta che ha portato dall'arresto di 18 persone del clan di Resuttana-San Lorenzo. Uno degli indagati sarebbe andato per conto di Sergio Tripodo a "tuppuliare" alla porta di alcune persone. L'obiettivo era convincerli a lasciare le abitazioni acquistate dal professionista anni prima
I giudici hanno scagionato i fratelli Giuseppe e Simone La Barbera, Antonino Tantillo e Liborio Tavolacci che erano finiti a processo perché avrebbero minacciato ed intimidito le tre donne per spingerle a cedere la loro azienda agricola tra Mezzojuoso e Corleone. Il loro caso è stato per mesi al centro della cronaca di alcune trasmissioni televisive
La requisitoria per gli imputati coinvolti nei blitz "Stirpe" e "Stirpe 2" messi a segno nel 2021 e che hanno scelto il rito abbreviato. Ben 46 le estorsioni ricostruite dagli investigatori, ma nessuna venne denunciata. Per questo sono sotto inchiesta anche imprenditori e commercianti che hanno negato le richieste di boss ed esattori di Cosa nostra
In manette è finito Antonino Ciaramitaro che, insieme ai boss di Villabate già finiti in carcere a fine aprile, avrebbe incassato la tangente da un imprenditore che gestisce un centro di smistamento della Dhl. Taglieggiato per anni non avrebbe mai denunciato e avrebbe versato l'ultima messa a posto a Pasqua, 5 giorni dopo aver perso la moglie
Boss e gregari erano stati arrestati con i blitz "Stirpe" e "Stirpe 2" del 2021 e alcuni di loro sono già stati condannati per i reati più gravi. Tra le parti civili il Comune di Palermo e l'ospedale Civico
L'associazione antiracket, in occasione dell'anniversario della pubblicazione della lettera al "Caro estorsore" di Libero Grassi, chiede al Governo e al Parlamento di varare una nuova legge per impedire a chi è connivente con Cosa nostra di ottenere agevolazioni, prima di tutto nel settore dell'edilizia
Il processo nasce dalle dichiarazioni del pentito Giuseppe Cassaro, che risalgono al 2015 e riguardano fatti che sarebbero avvenuti tra il 2007 ed il 2009
Blitz all'alba dei carabinieri che hanno eseguito un'ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per sei degli indagati. Almeno tre le presunte richieste estorsive: sui lavori per la realizzazione di impianto di carburante, a un imprenditore proprietario di diversi supermercati e un altro attivo nel settore avicolo
Il processo in abbreviato nasce dall'operazione "Stirpe" di luglio dell'anno scorso, quando erano state scoperte ben 46 estorsioni. Commercianti ed imprenditori sono finiti a loro volta sotto inchiesta per favoreggiamento perché hanno negato - anche di fronte alle intercettazioni - di essere stati taglieggiati
L'intervento del magistrato durante il confronto organizzato da Addiopizzo a 31 anni dall'omicidio di Libero Grassi: "Registriamo come siano i mafiosi ad avere paura di imbattersi in commercianti 'sbirri'". Il prefetto: "Serve una militanza di presenza". Il commissario antiracket: "Solo a Palermo forniti 6 milioni di aiuti a imprenditori taglieggiati in un anno"
L'analisi dell'associazione antiracket sul fenomeno estorsivo propone un cambio di rotta: "Le inchieste dimostrano che gli imprenditori che si piegano lo fanno non per paura, ma per interesse, per ottenere servizi, come il recupero di crediti o l'eliminazione della concorrenza: ovvio che non denuncino. Servono quindi nuovi strumenti"
Sono tutti coinvolti nell'inchiesta "Stirpe" di luglio dell'anno scorso, con la quale erano state ricostruite ben 46 estorsioni. Nessuno tra commercianti e imprenditori ha però ammesso di aver pagato la tangente a Cosa nostra e la Procura ha aperto a carico di una quarantina di loro un fascicolo per favoreggiamento
Il verdetto della Cassazione per un gruppo di palermitani che, nel 2016, avrebbe taglieggiato con metodi mafiosi i negozianti che poi si erano ribellati. Per cinque imputati la sentenza è stata annullata con rinvio solo per valutare anche la sussistenza dell'odio razziale, mentre per un altro occorrerà verificare proprio la responsabilità
L'ex capitano del Palermo, condannato a tre anni e mezzo per estorsione aggravata dal metodo mafioso, ha ottenuto l'affidamento in prova dopo aver trascorso quasi 6 mesi in cella. Ha ripreso subito a lavorare nella struttura che porta il suo nome che lo ha sempre sostenuto a distanza: "Quelli come noi non mollano mai"
Arnaldo Giambertone, noto per essersi ribellato al pizzo, aveva denunciato Giuseppe Campisi, già condannato per un'estorsione e suo ex dipendente. Il pm ha ipotizzato un reato senza precedenti: una persecuzione con l'aggravante mafiosa. Per il gup "l'imputato ha cercato solo 3 volte la presunta vittima, chiedendo soldi perché pagato in nero"
L'operazione è stata messa a segno tra Partinico, Alcamo e il Torinese. L'indagine - condotta da marzo 2019 a settembre 2020 - è partita dopo un incendio doloso in uno stabilimento balneare
L'avvocato Ettore Barcellona sentito dalla Commissione regionale antimafia: "Neanche la pandemia e le criticità economiche conseguenti hanno rallentato il fenomeno, così gli imprenditori fuggono". Oltre 200 i casi evidenziati dalle indagini
L'estorsione relativa alla costruzione di un residence a Isola delle Femmine risalirebbe al 2006 ed è valsa una condanna definitiva a 10 anni al mandante, il capomafia Sandro Lo Piccolo. Per Giancarlo Seidita, che sarebbe stato il suo emissario, invece, le accuse non hanno retto ed è stato scagionato dopo 4 processi