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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Zamparini: "Palermo città difficile, cacciato in malo modo ma al Sud c'entravo poco..."

L'ex presidente rosanero: "Sono stato in questo mondo per 32 anni. Mi manca molto l'emozione delle partite, ma c'è anche tanta tensione e sono contento di averla persa"

"Il Palermo? Lo seguo sempre, ma mi dispiace. Ha bisogno di un investitore di grande livello, è una città difficile, da friulano al Sud c'entravo poco e sono stato cacciato in malo modo, ma non recrimino niente". A parlare è Maurizio Zamparini, intervenuto oggi a Radio Sportiva. L'ex presidente rosanero, lontano dal Palermo e dal calcio dal 2019, rompe il silenzio affrontando diversi temi. Passato, presente e futuro.

"Sono stato in questo mondo per 32 anni - ha detto Zamparini -. Mi manca molto l'emozione delle partite, ma c'è anche tanta tensione e sono contento di averla persa. La domenica non ero più io, il fisico ne risentiva. Il calcio non è un investimento, è passione e ha funzione sociale, per gioia e spettacolo che dai alla gente. Il tuo stipendio non è in soldi ma in visibilità, siamo un po' primedonne".

A Radio Sportiva ha poi parlato degli esoneri. Inevitabile per lui che era stato ribattezzato "mangia-allenatori". "Mi sono pentito di tanti, forse tutti - ha detto -. Da Zaccheroni a Spalletti a Gasperini, poi li richiamavo. De Zerbi? Era presuntuoso e inesperto, ma è bravo e avrei dovuto aspettarlo, amo il suo calcio".

Quindi sui giocatori avuti al Palermo: "Quando ho visto Pastore per la prima volta in allenamento mi sono venute le lacrime agli occhi. Ma poi tanti altri come Cavani, Hernandez, Dybala, se penso che in B avevamo in attacco Belotti, Dybala e Vazquez.... A Dybala voglio molto bene. E' un campione, un fuoriclasse. Mi ha fatto un grande piacere vederlo segnare contro il Napoli, soffrivo per lui. Gli mando i messaggi dicendogli di andare via dalla Juventus, deve essere il nucleo della squadra ed essere un costruttore di gioco, libero per il campo. Da quando c'è Ronaldo non è più il Dybala che conosciamo, non possono coesistere perché entrambi sono il calcio. Paulo vale Barcellona e Real Madrid, poi, non ha avuto affetto e stima della società".
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