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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Palermo rimontato nei minuti finali Sfiga sì, ma anche le scelte di Gasp…

Anche a Cagliari la maledizione degli ultimi 5 minuti ha negato ai rosa una vittoria fondamentale per la rincorsa alla salvezza. Questione di testa e sfortuna, il tecnico però spesso con i suoi cambi arretra il baricentro della squadra

Renato Cesarini oggi avrebbe 107 anni. E chissà che direbbe, se fosse vivo, sfogliando i giornali del lunedì in un surreale ospizio dei campioni. A chi sostiene che il Palermo è (solo o soprattutto) sfortunato, Cesarini risponderebbe che la sfiga c’entra fino a un certo punto. Sì, perché se molti punti i rosanero li hanno scialacquati poco prima del triplice fischio dell’arbitro un motivo ci sarà. Le coincidenze sono troppe per non spalancare pesanti interrogativi.

I rosanero a un certo punto crollano. Sembrano in pieno controllo, ma poi affondano. Troppi episodi per arroccarsi sull’alibi della casualità. Questione di acido lattico, di malizia. Ma anche cambi sbagliati. Gasperini (“Se la prenda con se stesso”, lo ha bacchettato oggi Zamparini) ha “toppato” alcune sostituzioni nei momenti cruciali. Spesso nella mezzora finale toglie giocatori d’attacco per difensori o centrocampisti. Dando l’impressione di voler difendere e arretrando inevitabilmente il baricentro della squadra.

STANGATA SUL PALERMO: 4 SQUALIFICATI

Emblematica la scelta di escludere Brienza col Milan sotto di due gol per fare entrare Giorgi (la partita finì 2-2). O, con la Juventus, la decisione di cambiare Pisano per Brienza dopo i primi 45 minuti sull’onesto punteggio di 0-0 (nella ripresa i bianconeri passarono in vantaggio dopo 4 minuti). A Udine (con i friulani in 10 uomini) tolse Miccoli all’inizio del secondo tempo per far posto a Brienza e Dybala al 12’ per Rios. Squadra senza punte vere e Di Natale che colpisce a un minuto dal termine.

E poi c’è la questione testa. Il Palermo non è maturo e nel momento in cui dovrebbe narcotizzare la sfida per portare il risultato a casa, tradisce. Sempre alla fine. Altro che dulcis in fundo. A un certo punto i rosanero diventano innocui. Ieri ad esempio, col Cagliari sbilanciato in avanti, avrebbe potuto uccidere la partita più di una volta. E così gli ultimi minuti diventano fatali. Fu così col Cagliari anche all’andata (de profundis di Sannino). E poi Bergamo, Pescara, Milano (Inter), Parma e Lazio al Barbera. Senza contare la rimonta subita dal Genoa, in casa di una diretta concorrente.

Cesarini sgranerebbe il rosario delle beffe e scuoterebbe la testa. Con una classifica così corta, la lucidità nella sua zona (Cesarini, appunto, lui che era famoso per i gol negli ultimi minuti) può essere una risorsa cruciale, da qui alla fine. L'attimo fuggente è lì che ti aspetta, Palermo. Sempre.

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