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Sabato, 20 Aprile 2024
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Davide Serra (Algebris) vuole il Palermo? Mirri ammette: "Qua le porte sono aperte"

Il presidente rosanero è intervenuto in tv a Trm facendo mea culpa sulla situazione attuale ("ci sono sicuramente stati degli errori, non andare in B sarebbe un danno) e confessando di essere ben disposto ad ascoltare eventuali proposte. Ma l'imprenditore genovese smentisce qualsiasi interesse

“Difficile costruire, più facile demolire. Errori? Sì, ma nessuno è in discussione”. Il Palermo non ingrana e Dario Mirri si dà in pasto alle domande di tifosi e giornalisti: lo ha fatto nel corso della trasmissione “La Partita sul 13”, andato in onda ieri sera su Trm. Il proprietario della Damir fa mea culpa quando gli viene fatto notare del notevole ritardo nella tabella di marcia, ma poi ricorda a tifosi e giornalisti che neanche Bari e Catania sono salite in B il primo anno, “senza dimenticare che da marzo tutto è cambiato”, ha poi aggiunto Mirri che intanto ha confessato di essere ben disposto ad ascoltare eventuali proposte di imprenditori disposti a sposare la causa. 

“Palermo è una porta aperta”, ha ribadito più volte nel corso dell’intervista il proprietario della Damir ai cronisti proprio quando ci si è soffermati su uno dei temi più caldi della serata: il futuro del club rosanero. Parole che, forse, sono arrivate dritte al mittente. Perché stando a quanto dichiarato in tarda serata dal portale Tuttomercatoweb,  da quella porta girevole potrebbe provare ad entrare Davide Serra, Ceo di Algebris, noto fondo d’investimento che in passato ha già investito a Palermo in alcune prestigiose strutture alberghiere. Da parte dell’imprenditore 50enne originario di Genova, ci sarebbe da tempo la volontà di entrare a far parte nel mondo del calcio e - a proposito di porte -  Palermo rappresenterebbe la situazione ideale nonostante l’attuale militanza in Serie C. Dario Mirri, che è in cerca di un acquirente che possa rilevare il 40% delle quote del club appartenenti a Di Piazza, durante la trasmissione andata in onda ieri sera su Trm si è soltanto limitato ad affermare che” sono pronto ad ascoltare qualsiasi offerta giunga alla società. Il Palermo – conclude - è una porta aperta, deve solo dimostrarmi di avere buoni propositi e non come gli arabi che a suo tempo portò Zamparini”.

Ma dopo qualche ora arriva - attraverso una nota - la smentita dell'imprenditore genovese. "Davide Serra e Algebris - si legge - smentiscono categoricamente qualsiasi interesse per l’acquisto del Palermo Football Club o di qualsiasi altra squadra di calcio o altri sport. La notizia riportata è destituita di ogni fondamento".

E se il futuro potrebbe rivelare colpi di scena, il presente per il momento lascia davvero a desiderare. Il Palermo non decolla  e anche se l’obiettivo “non era quello di vincere il campionato, ma di provare a vincerlo”, ha sottolineato Mirri, qualcosa evidentemente non ha funzionato. E’ anche vero però che al termine del campionato manca un intero girone di ritorno, un lasso di tempo che permette quantomeno di credere in piazzamenti più nobili. “E’ chiaro – spiega il proprietario della Damir – che c’è stato un confronto con i vertici della società. Il punto di base è che ci sono sicuramente stati degli errori che sono stati commessi su più livelli. A Bisceglie – continua - ricordo che siamo stati presi a pallonate da una squadra che si era riunita soltanto quindici giorni prima. Detto ciò però devo anche dire che sbagliare è umano, chi non ha mai sbagliato in vita sua? L’errore ci sta, ma è cosa ben diversa invece quando viene a mancare la fiducia. Dietro questo mio pensiero c’è la volontà di portare avanti un progetto, piuttosto che demolirlo alla prima difficoltà riscontrata”. 

Mirri prende ancora una volte le distanze da quei 15 anni di Zamparini che tanto hanno fatto sognare tutto il popolo rosanero, compreso lo stesso presidente fotografato all’Olimpico in occasione della finale di Coppa Italia. iI presidente del Palermo, nonostante l’ammissione di alcuni errori, difende a spada tratta l’operato del suo allenatore, così come quello di Sagramola e Castagnini. “Con Zamparini – dice -  abbiamo vissuto anni trionfali calcisticamente parlando, ma penso che la storia ci insegni anche che più qualcosa dal punto di vista della gestione non ha poi funzionato così tanto bene. A Palermo purtroppo si è abituati a cambiare e a distruggere tutto in un solo istante.  Questo – confessa - è  un problema culturale. E’ chiaro che pretendo il massimo da tutti, ma allo stesso non permetto a nessuno di dire che qualcuno sia in discussione. Boscaglia non lo è mai stato, così come Sagramola o Castagnini. Gli errori si possono commettere, si sono commessi. Siamo partiti per vincere e non stiamo vincendo. Ai tifosi che si chiedono perché il presidente non prende mai posizione dico loro che Zamparini ha fuorviato il modello del presidente. Pensate alla Juventus o ai top club, sentite mai i proprietari intervenire sulle scelte o sull’operato di un tecnico o di un amministratore delegato?”. 

Nessuno è in discussione. ma sia Sagramola che Castagnini dovranno scontrarsi con le logiche del mercato di riparazione per rinforzare una rosa che ha già mostrato limiti caratteriali e di gioco. Il nome che più circola dalle parti di viale del Fante è quello di Antonio Di Gaudio, attaccante palermitano di grande esperienza messo ai margini dal Verona. “Il tema del calciomercato – confessa Mirri - appassiona i tifosi ma credo che i problemi vadano oltre i soli giocatori. Abbiamo giocato diciotto partite e abbiamo visto una squadra altalenante, quindi non abbiamo ancora compreso quale sia il vero Palermo. È la squadra che ha pareggiato in 9 a Catanzaro e impattato con soli 10 uomini di movimento contro il Catania oppure quella di Bisceglie o della sfida contro il Francavilla? Questa società è pronta a migliorarsi”. 

Società che intanto deve fare i conti col Covid e  lo si capisce da una precisazione di Mirri sul tema tamponi: ad oggi infatti il Palermo ha destinato oltre 300 mila euro per garantire il ciclo di tamponi richiesto dalla Lega ai propri tesserati, senza dimenticare dell’impatto che l’emergenza sanitaria ha avuto su introiti quali botteghini, sponsor e abbonamenti. Circostanze che si scontrano fortemente con quanto affermato dalla società al momento della vittoria del bando: la Serie A in soli tre anni. “È chiaro che sarebbe un danno non andare in B il prossimo anno. Non posso nasconderlo, ma c’è chi si dimentica quanto accaduto negli ultimi dodici mesi. Sì - dice – il  Covid c’è per tutte le società, ma è anche vero che lo stadio chiuso qui a Palermo ha un impatto diverso rispetto ad altre parti d’Italia. Poi – continua – non dimentichiamoci anche che abbiamo dovuto allestire una squadra da zero per affrontare la C. Eppure  abbiamo mantenuto i nostri impegni economici e quello che mi sento di dire è che comunque vada - conclude -   il Palermo non avrà debiti".

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