rotate-mobile
Sport

OPINIONI. Palermo, basta guardarsi indietro: c’è un futuro da costruire

La grande prova di civiltà della tifoseria, che ha accettato con sportività la retrocessione, è la base sulla quale ripartire. Bisogna scegliere un allenatore e cercare di non delegittimarlo. Da centrocampo in su la squadra è da rifondare

Vedere il bicchiere mezzo pieno dopo una retrocessione in serie B è un esercizio degno del miglior Gianni, quello che in un famoso spot affermava: “L’ottimismo è il sale della vita”. A riempire il bicchiere però ci sono loro: i tifosi. Quelli che rappresentano, o quantomeno dovrebbero, il sale di ogni squadra di calcio. Anche nei momenti bui nessun isterismo, nessun “assedio” allo stadio, nessun odioso lancio di ortaggi ai giocatori. Hanno accettato la retrocessione per quello che è: un risultato sportivo negativo. Appena qualche striscione e qualche coro di dissenso nei confronti di una stagione, e soprattutto di una gestione, balorda.

Considerato che il tempo dei ricordi e dell’amarcord non deve durare più di 24 ore, dalle 14,45 di lunedì 13 maggio si deve iniziare a programmare il futuro. Partendo da una base: i tifosi. Tracciando una linea col passato. Basta pensare a Toni, Guidolin, Pastore, Cavani, Delio Rossi, la Champions e la Coppa Italia sfumata beffardamente per la terza volta in finale. C’è una squadra da ricostruire, per tornare presto là dove il pubblico palermitano si è abituato a stare: in serie A. Se costruire una cosa non è mai facile, ricostruire è ancora più difficile.

Innanzitutto - ci consenta il presidente Zamparini - bisogna puntare su un tecnico e metterlo nelle condizioni di farlo lavorare al meglio. Prendere Sannino, che si è fatto apprezzare esaltando il 4-4-2, e fornirgli un solo esterno di ruolo (Brienza) è come chiedere ad un architetto di lavorare senza metro e livella. Un allenatore deve essere assecondato e deve essere coinvolto nelle scelte di mercato. I giocatori devono percepire che è il tecnico a scegliere sistema di gioco e formazione. Solo così saranno portati a seguire le sue direttive. Attribuirgli colpe e suggerirgli cambi di modulo ogni lunedì tramite giornali non è un esercizio che fa bene alla squadra. In questo modo un allenatore sarà sempre delegittimato di fronte ai calciatori. Fermo restando che ogni “patron” ha il diritto di “cazziare” un proprio dipendente, è preferibile farlo a quattr’occhi in uno stanzino dello stadio.

Capitolo giocatori. Sarà inevitabile vendere chi ha più mercato. Ilicic lascerà, così come anche Miccoli. Anche la cessione di Munoz (giocatore dotato di indubbi mezzi, ma troppo discontinuo) potrebbe portare qualche euro nelle casse di viale del Fante. Riuscire a trattenere Sorrentino sarebbe un successo, in difesa Von Bergen e il Garcia visto nell’ultima parte della stagione in serie B farebbero la differenza. Da centrocampo in su è tutto da rifare. Bisogna trovare degli esterni di ruolo e un giocatore a centrocampo che sia capace di giocare in verticale. Rios, Barreto e Kurtic sono discreti incontristi poco abili a iniziare la manovra. Donati – per dirla alla Beckenbauer – è ormai prossimo alla pensione. In attacco l’unico da trattenere, vista l’età e la qualità, potrebbe essere Hernandez. Ma la diffidenza dell’ambiente nei confronti dell’uruguaiano potrebbe rappresentare un fattore negativo. Cambiare aria gli darebbe la possibilità di rinascere.

Chi comprare? L’ideale sarebbe un mix di giovani e vecchi lupi di mare. Gente che conosce la B e che cova ancora il sogno di una luminosa carriera. Da evitare gli over 30 in cerca di un ingaggio faraonico e di un’ultima piazza importante nella quale svernare. Attratti magari dalla movida palermitana e dal mare di Mondello. Per intenderci, il Palermo dei vari Maniero, Asta e Di Napoli restò in B. In A andò quello di Toni, Corini e Zauli. Ma il compito più arduo per Zamparini sarà quello di riconquistare la fiducia dei tifosi. Di quelli che sono passati dallo “Zamparini Olè” al “Zampa pezzo di…”. Ma sa Presidente, a volte i fatti fanno miracoli. Più delle promesse.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

OPINIONI. Palermo, basta guardarsi indietro: c’è un futuro da costruire

PalermoToday è in caricamento