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Boscaglia, l'esonero nel piazzale di viale del Fante: ora all'orizzonte spuntano Calori e Foscarini

Il Palermo va in ritiro a Ragusa per preparare il derby. Giacomo Filippi potrebbe restare fino al termine della stagione, prima però dovrà superare l'ostacolo Catania. Circolano i primi nomi in caso di nuovo cambio

Né vincitori né vinti, l'esonero di Boscaglia è una sconfitta per tutti (e di tutti). Il Palermo perde l'unico top player preso in estate, ma la priorità adesso non è il tecnico, ma le risposte che arriveranno dal campo. La classifica è compromessa, la stagione anche: il Palermo va in ritiro a Ragusa per preparare il derby con il Catania, che a questo punto diventa puramente una questione d'orgoglio. L’eterno secondo di mister Boscaglia, Giacomo Filippi potrebbe anche sedere sulla panchina dei rosanero sino al termine della stagione, prima però dovrà evitare l’imbarcata nel derby del Massimino contro il Catania. “Saremo sempre tutti in discussione”, disse Dario Mirri il giorno della presentazione, un'affermazione che a fine stagione potrebbe anche far scricchiolare la posizione di Sagramola e Castagnini. 

Il giorno dopo l'esonero di Roberto Boscaglia restano ancora tanti, troppi i punti interrogativi orfani di una vera e proprio risposta. Il primo riguarda sicuramente le modalità con cui è stato comunicato la decisione al tecnico gelese. Secondo la Gazzetta dello Sport infatti dopo una lunga riflessione e dopo un primo colloquio con Filippi a Fiumicino, l’amministratore delegato Rinaldo Sagramola avrebbe comunicato a Boscaglia la drastica decisione nel piazzale di viale del Fante davanti la squadra, soltanto dopo essere rientrati dal Lazio. Il secondo quesito non può non riguardare i colpevoli di questa preannunciata catastrofe. Che a pagarne le spese nel mondo del calcio sia quasi sempre l'allenatore non è certamente una novità, ma questa sciagura non può avere soltanto un colpevole. Errori che partono da lontano, da molto lontano.

E anche vero però che Boscaglia ci ha messo del suo: le sue scelte non hanno aiutato, raramente gli hanno dato ragione, continuando però a perseguirle giornata dopo giornata. Gli oltre 26 cambi di formazione sono un indizio chiarissimo delle difficoltà riscontrate nel corso della stagione dall'ormai ex tecnico rosanero. Calciatori troppo spesso adattati alle idee e ai moduli di Boscaglia, senza mai provare realmente a esaltare le caratteristiche delle pedine arrivate a Palermo in estate. Così alla fine la presunzione e i paraocchi sono costati cari a Boscaglia, ma è anche vero che la squadra amalgamata dal duo Sagramola-Castagnini ha fin dai primissimi minuti di questa stagione mostrato dei grossi limiti sia in fase strutturale che caratteriale. 

E pensare che di tempo ne ha avuto l'attuale amministratore delegato per preparare la nuova stagione: da marzo dello scorso anno precisamente, quando il Covid aveva costretto il Palermo e tutto il calcio italiano a smettere di far girare il pallone. Se da un lato Sagramola ha sempre cercato di far trasparire serenità e programmazione, dall'altro invece qualcosa gli è sicuramente sfuggito di mano: basti pensare al primo giorno di ritiro in quel di Petralia a fine agosto con una squadra tutta da amalgamare: in attacco si cercavano i gol per la promozione e invece è arrivato Andrea Saraniti, attaccante che la società si auspicava potesse arrivare in doppia cifra, confermando invece il trend delle ultime sue avventure: quattro reti in totale per l'attaccante palermitano. E viene da chiedersi cosa sarebbe accaduto se ad un certo punto della stagione non fosse esploso il giovane Lucca, vero e unico trascinatore dei rosanero con i suoi dieci gol all'attivo. Dopo di lui il nulla. Fatta eccezione per Lucca infatti sono soltanto otto i giocatori ad aver timbrato almeno una volta il cartellino: Rauti, Floriano, Luperini, kanoutè, Almici, Marconi, Saraniti e Valente. 

La scossa si chiama Giacomo Filippi e già di per sé la scelta non può che essere discutibile. Il Palermo infatti ha deciso di affidare la squadra al secondo storico di Boscaglia, colui che da sei anni a questa parte ha sempre assecondato e condiviso le scelte del tecnico gelese. In poche parole si scrive Filippi, ma potrebbe anche leggersi Boscaglia. Una collaborazione iniziata nel lontano 2015 quando Boscaglia sedeva per la prima volta sulla panchina del Brescia. Prima di incrociare il tecnico gelese, Filippi, era stato coordinatore  del settore giovanile del Trapani, guidando anche gli allievi nazionali granata. Dopo l'esperienza in Sicilia, Filippi diventa uomo fidato di mister Boscaglia seguendolo e appoggiandolo  nelle sue successive esperienze di Brescia, Novara e Virtus Entella. Per l'allenatore originario di Partinico dunque si tratta della prima esperienza in una panchina, lontano dall’appellativo di “vice”. Il suo esordio nel calcio poi non poteva che avvenire in un match così complicato e sentito come quello del derby. Per non parlare del modo in cui il Palermo arriva al Massimino.

Coperta cortissima: Odier, Almici e Saraniti sono squalificati, Kanoutè è indisponibile per la lite con il compagno di squadra e Valente ai box per infortunio. Ma Filippi sembra comunque intenzionato a giocarsi la permanenza sulla panchina dei rosanero, lavorando soprattutto sulla testa dei giocatori. Perché se da un lato avanzano i nomi di Calori e Foscarini dall'altro invece non  è da escludere che il club rosanero possa decidere di continuare con Filippi sino al termine della stagione, con un occhio già al prossimo campionato di Serie C. molto verrà definito mercoledì sera, dopo aver osservato il Palermo nel derby con il Catania. 

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