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Palermo, è ufficiale: dichiarato il fallimento della vecchia società di Zamparini

Così ha stabilito il collegio presieduto da Gabriella Giammona al termine della camera di consiglio. Rigettata l'ipotesi di concordato nonostante i 10 milioni di euro proposti tramite il figlio Andrea da Zamparini che adesso rischia di vedere aggredito il proprio patrimonio

Addio al “vecchio” Palermo, il tribunale ha decretato ufficialmente il fallimento. Due parole adesso iniziano a fare tremare Zamparini e chiunque negli ultimi anni abbia distratto somme ai creditori del vecchio Palermo: bancarotta fraudolenta. Niente concordato dunque per l’imprenditore friulano. I dieci milioni di euro proposti tramite il figlio Andrea alla fine non sono bastati per scongiurare scenari apocalittici. 

Era nell’aria, ma adesso non ci sono più dubbi. Qualche istante fa, al termine della camera di consiglio, il collegio presieduto da Gabriella Giammona ha accolto la richiesta della Procura dichiarando ufficialmente il fallimento dell’Us Città di Palermo. Adesso spetterà al giudice delegato adesso, su indicazione del curatore fallimentare, decidere se estendere o meno il fallimento anche ad altri soggetti e quindi procedere con la contestazione della bancarotta fraudolenta.

Fiato sospeso per Zamparini che negli ultimi giorni aveva provato in ogni modo a indirizzare il procedimento fallimentare verso un concordato con i creditori. La cifra messa sul piatto però non è stata ritenuta congrua dall’amministratore giudiziario, Giovanni La Croce, in considerazione dei numerosi creditori che bussano alla porta del vecchio Palermo. Niente concordato dunque.

Diverse le possibili chiavi di lettura. Avendo rilevato degli atti illeciti nella precedente gestione, nel fallimento - qualora venisse esteso anche ad altri soggetti (quindi dichiarando bancarotta) - verrebbe naturalmente coinvolto anche Zamparini in quanto persona fisica. Ed è proprio così che verrebbe risucchiato in questa vicenda il patrimonio dell’imprenditore friulano, dato che il vecchio Palermo attualmente equivale a una scatola vuota con oltre 50 milioni di debiti.  

In sostanza dunque Zamparini rischia di vedere aggrediti il proprio patrimonio e quello di tutte quelle società a lui riconducibili che, in qualche modo, nel corso degli anni hanno avuto un’attività rilevante all’interno della gestione del vecchio Palermo.

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