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Palermo, salvezza impossibile? Gazzi sa come fare l'impresa

Il centrocampista nel 2006/07 contribuì ad evitare la retrocessione della Reggina, partita con 11 punti di penalizzazione. "Non ci interessa il cammino dell'Empoli, dobbiamo concentrarci sulle partite che restano da giocare"

Con le sue 447 partite giocate in carriera, Alessandro Gazzi al momento è uno dei giocatori più esperti di questo Palermo. Arrivato in Sicilia per fare da mentore ai tanti giovani ragazzi acquistati da Zamparini, il centrocampista 34enne ha avuto qualche problema in stagione così come tutta la squadra. Gazzi, fra l’altro, non sarebbe estraneo a imprese "eroiche" come quella che servirebbe al Palermo. Nella stagione 2006-2007 infatti, riuscì a raggiungere con la maglia della Reggina un’incredibile salvezza nonostante gli undici punti di penalizzazione inflitti alla squadra allenata ai tempi da Walter Mazzarri.

L’impresa fu talmente ardua che a fine stagione, Gazzi (arrivato nel mercato invernale), così come tutti i suoi compagni di squadra, venne nominato cittadino onorario della città di Reggio Calabria. Salvezza che al momento a Palermo fa rima con Cagliari. Contro il club sardo potrebbe essere davvero l'ultima spiaggia. "Ultima spiaggia o meno - ha dichiarato Gazzi - il nostro obiettivo è sempre quello di lavorare bene giorno dopo giorno, fino alla fine del campionato. Dobbiamo restare uniti e dare il cento per cento in campo: soltanto così possiamo renderci conto di quello che possiamo fare ogni domenica per mettere in difficoltà i nostri avversari”.

Una corsa contro i sette punti di distanza dall’Empoli, con la speranza all’ultima giornata di campionato, di giocarsi il tutto per tutto contro il club toscano al Renzo Barbera. “Al momento non ci interessa il cammino dell’Empoli. Non dobbiamo fossilizzarci sui toscani, dobbiamo concentrarci sulle partite che restano da giocare. Personalmente resto concentrato su quello che c’è da migliorare in campo dal punto di vista tecnico, in questo momento dobbiamo fare punti e tutti quegli argomenti che vanno al di fuori del campi di gioco io li lascio alle spalle. Non è facile fare un bilancio della mia prima stagione in Sicilia, sto cercando di mettercela tutta. Ho dei difetti e dei limiti ma cerco sempre di dare un contributo per provare a raggiungere l’obiettivo”.

La speranza è quella che la Nazionale italiana possa in qualche modo aver spezzato l’incubo del Renzo Barbera. La squadra di Lopez, infatti, è riuscita a vincere in casa soltanto una volta, per salvarsi però, servirà molto di più. “Lo stadio con l’Italia è stato fantastico, l’entusiasmo per la Nazionale penso sia stato importante sia per i palermitani che per gli albanesi. Non c’è mai stata una grande affluenza di pubblico al Barbera quest’anno, ma noi abbiamo cercato lo stesso di dare il meglio senza il tutto esaurito. Sarebbe importante – spiega Gazzi – avere qualche spettatore in più per darci la carica, soprattutto per i ragazzi più giovani che hanno bisogno di essere incitati. Speriamo che contro il Cagliari ci sia grande affluenza“.

Il centrocampista però non si è voluto sbilanciare più di tanto su una possibile permanenza in Sicilia anche in caso di retrocessione. Sul suo futuro ha detto che “ preferisco attendere giugno per valutare per bene la situazione e capire quale possa essere realmente la scelta più giusta. Adesso non c’è tempo per pensare a queste dinamiche, conta soltanto vincere e raggiungere la salvezza. Futuro incerto per Gazzi così come per tutto il Palermo. Baccaglini avrà tempo fino al trenta aprile per poter acquistare il Palermo e diventare così al cento per cento proprietario del club rosanero. L’ex Toro ha avuto la possibilità di avere a che fare con due grandi presidenti del Calcio italiano: Urbaino Cairo e Maurizio Zamparini. “L’ex Iena – confessa – lo conosco da pochissimo tempo, posso soltanto dire che ci ha trasmesso grande entusiasmo. Cairo sta facendo grandi cose e Zamparini qui a Palermo ha raggiunto traguardi importantissimi e quindi credo che i risultati parlino per entrambi. Posso essere solo contento di averli conosciuti e di aver lavorato con loro“.
  
 

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