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Stoppato il Palermo Store, è polemica: "Il merchandising sarà controllato dalla società"

Il club vieta la commercializzazione dei prodotti ufficiali al negozio di via Maqueda. I gestori parlano di comportamento scorretto e da viale del Fante tuonano: "Il controllo non verrà più delegato a terze persone"  

Merchandising Palermo, è scontro totale fra lo store di via Maqueda e il club rosa per la gestione, e quindi la vendita, di qualsiasi prodotto riconducibile al nuovo club. In sostanza non si potranno più vendere maglie, divise, cover per cellulari o qualsiasi altra cosa che abbia impresso il logo del Palermo. Hera Hora viene accusata di comportamento scorretto, ma da viale del Fante arriva subito la controrisposta: “Sarà solo e soltanto il Palermo a gestire la vendita dei propri prodotti, il controllo non verrà delegato a terze persone".  

"Tutta la verità dello store"

Una grana scoppiata proprio a ridosso del derby con il Messina. Il gestore dell’ex store ufficiale di via Maqueda, Santino Spuria, infatti soltanto due giorni fa aveva annunciato di aver ricevuto un "inaspettato" divieto da parte del club rosanero di continuare a gestire, così come fatto negli ultimi anni, il merchandising della nuova società presso i propri punti vendita. Giusto il tempo di metabolizzare e i gestori dei vecchi store, armati di tastiera, hanno voluto fare valere le proprie ragioni, decidendo di rendere pubblica la propria versione dei fatti, svelando alcuni piccoli particolari di questa vicenda. Nel mirino c’è Dario Mirri, ma anche il dg Rinaldo Sagramola. “Non abbiamo mai elemosinato per lavorare con qualcuno e mai lo faremo”.

Inizia così il comunicato-verità del vecchio store ufficiale. “Abbiamo iniziato il nostro percorso da soli quasi 10 anni fa, nel 2014 invece siamo stati contattati dal Palermo Calcio per una eventuale collaborazione con loro. Li abbiamo ascoltati e abbiamo trovato l’accordo dopo soli 5 minuti. Un sogno per un tifoso lavorare insieme alla società per cui si tifa. A fine luglio il nostro titolare riceve una telefonata da parte di un consulente al marketing della SSD Palermo, poiché dice che intende conoscerci invitandoci in sede alla Damir. Il nostro titolare accetta l’invito e comunica che appena arrivato a Palermo sarebbe stato disponile ad incontrarli. Arrivato a Palermo la mattina dello sfratto allo stadio si reca immediatamente allo store perché i vigili stavano provvedendo alla chiusura del negozio. Chiediamo personalmente al sindaco la possibilità di una deroga visto che non avevamo avuto nessuna comunicazione ufficiale, almeno il tempo di svuotare il negozio e di vendere gli ultimi prodotti, ma il primo cittadino gentilmente ci dice di rivolgerci alla nuova società in quando assegnataria dello stadio. Così ci presentano anche il presidente Mirri, che ci risponde di pazientare, che stavano chiudendo con Kappa e che per noi sarebbe stato ancora meglio rispetto al passato in quanto stavano cercando si sviluppare ancora di più il merchandising.  Dopo qualche giorno scriviamo nuovamente a Mirri per cercare di venirci incontro per lo sfratto allo stadio concedendoci magari un periodo breve per poter fare fuori la merce. Il presidente del Palermo si dice dispiaciuto ma che purtroppo che non può aiutarci nell’immediato, confermandoci però che il nostro titolare possa essere una risorsa per il Palermo, che sicuramente a settembre si sarebbe fatto sentire”.  

La situazione si complica ulteriormente a settembre, quando da viale del Fante (a detta del gestore degli store) arriva un’inaspettata diffida via pec per aver commercializzato un prodotto del nuovo Palermo senza alcuna autorizzazione. “Sul primo punto della diffida – continua il comunicato - diciamo che si riferiscono alla maglia gara messa in vendita come prenotazione in quanto giorni prima avevamo fatto ordine a Robe di Kappa e loro avevano già presentato alla stampa la seconda e terza maglia al Barbera e tramite sito avevano presentato anche la prima. Quindi così come altri negozi avevamo dato ai tifosi la possibilità di prenotarla. Sul secondo punto nei nostri negozi non c’erano e non ci sono attualmente prodotti con il loro marchio in quanto ad oggi nessun licenziatario ha prodotti in pronta consegna. Sulla confusione diciamo che siamo nati come store di prodotti Palermo prima di loro e da quasi 10 anni. Ma non finisce qui, perché la storia continuerà anche con Kappa, perché ad agosto ci mandano catalogo e prezzi, dicendoci di fare l’ordine. Così facciamo e addirittura Kappa si complimenta in quanto il nostro era l’ordine più importante della città. Ma dopo quasi un mese, veniamo contattati nuovamente da Kappa, i quali ci informano che non possono più vendere al nostro store. Nella stessa giornata, un altro licenziatario, ci conferma che il Palermo li autorizzava a distribuire i prodotti in città, vietandoli solo noi.  Detto ciò – conclude la gestione degli ex store ufficiali – ci auguriamo che il nostro Palermo torni presto Serie A. Il Palermo è nostro e faremo a gara a chi è più tifoso e quindi chiudiamo con un forza Palermo sempre. Grazie per tutto”.

Lo store chiama, il Palermo risponde

Il Palermo non ci sta e dopo aver letto il comunicato diramato dal gestore degli ex store ufficiali, decide di passare subito al contrattacco. “Al fine di evitare ogni possibile confusione – si legge - con precedenti terze attività commerciali che nulla hanno a che fare con la Ssd Palermo, e comunque per espressa ed indipendente libera scelta commerciale, nonché al fine di tutelare i nuovi valori sociali che si stanno portando avanti, il Palermo comunica che la gestione del merchandising sarà di controllo diretto e non delegato a terzi, e che avvierà prossimamente anche una propria piattaforma per la vendita on line esclusiva dei suoi prodotti. Ciò anche con l'obiettivo di garantire tutte le dovute certezze al pubblico in ordine alla autenticità dei prodotti stessi. Il nuovo modello commerciale, inoltre, finalmente consentirà di raggiungere al meglio, nel medio e lungo termine, i molti tifosi rosanero presenti in tutto il mondo".

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