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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Guarda chi si rivede, Liverani sfida il "suo" Palermo: "Io mai più con Zamparini"

L'ex centrocampista rosa - ora tecnico dei salentini - ripercorre il passato in rosanero in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, in vista della sfida di domenica: "Il ricordo più bello? Quando battemmo Maldini"

“Non allenerei mai una squadra di Zamparini. Neanche con clausole e penali”. Altro che fiume in piena, Fabio Liverani in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, è una vera e propria colata di lava nei confronti dell’imprenditore friulano. Immancabilmente pacato, ma allo stesso tempo schietto e pungente. Una storia, quella fra l’ex centrocampista rosanero e il Palermo, ricca di successi ma anche risentimenti. Domenica sera il tecnico 42enne incontrerà per la prima volta da avversario il Palermo da quando siede in panchina. “Per me – confessa il tecnico giallorosso - sarà sicuramente emozionante. Il mio Lecce in Seria A con i rosa? Noi un gradino sotto, il Benevento è la squadra da battere”.

Cavani, Miccoli, Hernandez, Sirigu e Pastore. Quello era anche il Palermo di Liverani. Con lui a centrocampo il club rosanero ha scritto – in questo caso disegnato - alcune delle pagine più belle ed emozionanti della storia del club. Champions sfiorata, finale di Coppa Italia a Roma ma soprattutto il privilegio di aver visto sbocciare tanti talenti. Quasi 80 presenze in Sicilia fra campionato e Coppa Italia in tre anni, molte delle quali giocate con la fascia da capitano stretta al braccio. Tantissimi assist, ma mai la gioia personale del gol. Poi la separazione, prevedibile ma per nulla consensuale con il patron Zamparini.

“Quello che mi sento dire anche se preferirei parlare della partita – precisa Liverani -  è che non sarò mai un suo allenatore. Neppure se fossi tutelato da mille clausole e penali. A Lecce d’altronde sto davvero benissimo. Non provo rancore verso Zamparini, ma da lui mi sarei aspettato maggiore riconoscenza e rispetto per il contributo che io e altri compagni più esperti avevamo dato a questi colori. Con il lavoro svolto in due anni da Delio Rossi sono maturati ragazzi come Pastore, Hernandez e Sirigu. Non è stato giusto, da parte sua, in tanti anni denigrare chi sia in campo che in panchina, ha dato moltissimo alla causa del club rosanero. Faccio fatica a immaginare Zamparini fuori dal calcio, ma il suo rapporto con l’ambiente palermitano ormai è fin troppo logorato”.

Visibilmente attratto dai carboidrati, di media corporatura (175 cm) ma in grado di fare qualsiasi tipo di cosa con i suoi piedi, anzi. Con il suo piede, il sinistro. Si è presentato così Fabio Liverani a Palermo alla veneranda età di 32 anni, dopo aver disegnato calcio a Perugia, Roma (sponda Lazio) e Firenze. E’ stato definito più volte un centrocampista d’altri tempi. Non tanto per l’epoca, quanto invece per i suoi ritmi di gioco. Lento, a volte eccessivamente, ma ciò nonostante sempre un passo avanti rispetto agli avversari. Inventava calcio da giocatore e continua a farlo anche adesso nei panni di allenatore. C’è soprattutto questo dietro l’inaspettato terzo posto in classifica del timido Lecce neopromosso che domenica sera affronterà il club rosanero. “Non nascondo – ha detto Liverani – che per me sarà emozionante incontrare per la prima volta il Palermo da quando siedo in panchina. Mi aspetto un match spettacolare tra il mio Lecce sbarazzino e deciso a proporre il proprio gioco e il Palermo, una squadra candidate alla Serie A. E’ bello incontrare i rosa, la partita che ricordo con maggiore piacere è quella vinta al Barbera 3-1 contro il Milan. Quella sera Miccoli segnò un eurogol, mentre io feci l’assist vincente a Cavani. Una grande vittoria ottenuta – conclude - contro campioni del calibro di  Maldini, Pirlo, Seedorf, Ronaldinho e Pato”.

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