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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Quindici anni di Zamparini in 40 domande: "Mai smantellato la società, Palermo mi ama"

Il patron rosanero ha ripercorso la sua storia da presidente, tra le difficoltà nel mantenere i bilanci in ordine e le cessioni di Dybala, Cavani e Pastore. Senza dimenticare la finale di Coppa Italia e la "paura" degli avversari quando si avvicinavano al Barbera

Quaranta buoni motivi per credere ancora in Zamparini. A fornirli è lo stesso imprenditore friulano all’indomani del match vinto in casa per 2-0 contro lo Spezia. Il patron del club rosanero, infatti, ha accettato di rispondere alle 40 domande più gettonate dei tantissimi tifosi palermitani e non. Tanti gli argomenti trattati: dalla vendita della società alle cessioni d’oro dei vari Dybala, Toni, Amauri e Pastore. Zamparini, senza peli sulla lingua, ha risposto 40 domande (raccolte dalle redazioni di Mediagol e ForzaPalermo) cercando così di riavvicinarsi agli stessi tifosi che per più di 15 anni hanno osannato il suo nome.

Il Palermo è in cerca di investitori importanti

Partiamo dal presente. Il Palermo è in cerca di investitori che possano riportare il club rosanero ai vertici del calcio italiano. Dopo la telenovela Baccaglini, rivelatasi un vero e proprio bluff, Zamparini sembra cercare giusto profilo a cui poter lasciare il Palermo. “Ho deciso di affidare a Baccaglini la carica di presidente soltanto dopo che l’ex Iena mi disse che i soldi c’erano e stavano arrivando. L’ho messo alla prova per vedere se quello che aveva scritto e detto fosse vero. Vederlo parlare con Orlando, con il rettore dell’università e il fatto stesso che avesse accettato di essere il presidente del Palermo, per me era già una garanzia. Dopo il match perso con l’Udinese mi disse che comandava lui e che avrebbe fatto solo quello che voleva lui, senza alcun consiglio. Avrei voluto riportare Ballardini a Palermo ma lui non me lo permise”. Da Baccagliini a Cascio. Il Palermo dovrà assolutamente trovare dei nuovi investitori. “Il problema – confessa – non è quanto serve per acquistare la società ma quanto serve per fare dei grandi investimenti. Chi arriva deve avere i soldi per poter sopravvivere nel calcio moderno, che non è più quello di una volta. Roma, Inter e Milan sono un esempio. Servono assolutamente capitali importanti. Quello che più mi interessa è quanto gli imprenditori possano investire per la squadra, per la città e per i tifosi. Per quanto riguarda Cascio ho incaricato lo studio Whiters, uno dei più grandi al mondo, di seguire la trattativa. L’incontro previsto per la settimana prossima sarà proprio lì. Aspetto che Cascio si presenti con degli investitori importanti: soltanto così potrà convincermi ad affidargli il Palermo”.

Zamparini-Baccaglini 1-2

Le mille e una plusvalenze di Zamparini

"Ho sempre sottolineato - ha dichiarato Zamparini - che un club come il Palermo, per poter chiudere i bilanci in pareggio, deve sicuramente fare plusvalenze. Ma non soltanto il club rosanero, ma tutte le squadre medie di serie A. Nei nostri bilanci, che sono sempre stati a disposizione di tutti, non ci sono voragini ma semplicemente dei costi eccessivi rispetto ai ricavi. Questi costi eccessivi bisogna, per forza di cosa, andare a coprirli o con delle plusvalenze o con il capitale degli azionisti. Ecco spiegato perché ho messo così tanti soldi nelle casse del Palermo nonostante le cessioni dei vari pezzi pregiati. Anzi - aggiunge - senza queste plusvalenze mi sarei ritrovato a dover mettere ancora più soldi per far quadrare i bilanci. Ai tifosi voglio far capire che in Italia non esiste neanche una sola società di calcio che guadagna con cessioni eccellenti. Il vero guadagno per una società è quello di andare in pareggio con il bilancio". Zamparini ha poi voluto prendere in mano i bilanci del club per essere ancora più preciso ed esaustivo. "La mia segretaria mi ha fornito questi dati così da poterli condividere anche con voi: nei miei 15 anni di presidenza il Palermo ha avuto un valore di ricavi pari a un miliardo, di cui plusvalenze per 272 milioni. Per quanto riguarda i costi invece parliamo di una cifra che si aggira intorno  a un miliardo e centoquattordici milioni con delle minusvalenze pari a 47 milioni. Perdita complessiva? 69 milioni. Senza le plusvalenze sarebbero diventati il doppio, se non il triplo. Questa è carta stampata, è verità. I bilanci non mentono mai":

Finale di Coppa Italia: la fine di un sogno

Zamparini si è poi soffermato su quanto accaduto dopo la finale di Coppa Italia persa a Roma contro l’Inter. Sembrava poter essere l’inizio di una grande ascesa per il Palermo e invece, la sconfitta dell’Olimpico si è rivelata senza ombra di dubbio la fine di un sogno. "Non ho mai smantellato la società e l’organico dopo il match perso contro l’Inter. Per via della crisi sia io che il mio gruppo non potevamo più investire come abbiamo fatto in passato. In questo momento stiamo sopravvivendo con grandi, grandissimi, sacrifici. La gente non pensa che anche imprenditori importanti come Moratti e Berlusconi si sono dovuti fare da parte per via della crisi. È una condizione generale che non riguarda soltanto Zamparini, ma tutto il calcio italiano".

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Palermo ama o non ama Zamparini?

Una delle domande più scomode poste a Zamparini riguardava una questione molto cara ai tifosi in questo momento. Da tempo il popolo palermitano, infatti, sembrerebbe essersi stufato di Zamparini, arrivando ad organizzare manifestazioni e sit in per esprimere tutto il proprio disappunto. Il patron rosanero, però, ha sempre ribadito il fatto che a contestarlo sono i soliti cento tifosi e che tutto il resto della città non può che adorarlo. "Non avrei problemi - ha detto il vulcanico presidente rosanero - a camminare per la città di Palermo. L’altro ieri ho fatto una visita alla squadra e mi sono spostato con una macchina normale, senza scorta e senza nessuno. Non avrei alcuna paura a camminare per la città di Palermo. Io non vivo a Palermo ma incontro palermitani in Italia e in Europa che mi rispettano per tutto quello che ho fatto e che sto facendo. La verità e il pensiero dei tifosi non è quello che appare sui social".

Paragoni "scomodi"

Negli ultimi anni il patron Zamparini ha osato paragonare giocatori come Cassini, Bertolo, e Ujkani a chi a Palermo ha fatto la storia. "Cassini è il nuovo Dybala" oppure "Bertolo meglio di Pastore" o ancora "Ujkani più forte di Sorrentino". Sui suoi interventi a "gamba tesa" Zamparini ha detto: "Posso aver detto queste frasi per dare coraggio e spirito ai miei giocatori. È chiaro - ha ammesso l’imprenditore - che Ujkani non era Sorrentino e Bertolo non era Pastore. Ma quello che adesso vi chiedo io è: chi è stato a prendere i vari Belotti, Pastore, Dybala, Sorrentino e via dicendo? Vi ricordate i fischi riservati a Cavani e a Dybala? La genta pensa che io non capisca niente di calcio eppure la storia dice tutto l’opposto. Non ero io che fischiavo Cavani. Non si può sempre avere ragione sui calciatori. Ho scoperto talenti, ma ho anche sbagliato. Oggi nel mondo del calcio comandano i procuratori, ecco spiegato perché negli ultimi anni mi sono sempre affidato a degli intermediari" (foto in basso Mattia Cassini).

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Dalle stelle alle stalle

Dai grandi campioni di un tempo e da un Renzo Barbera sold out che si divorava tutte le grandi del calcio italiano a un Palermo in serie B, con lo stadio semideserto. "È chiaro - dice Zamparini - che questa per il momento è la dimensione del club rosanero. La questione è più semplice del previsto: il Napoli, ad esempio, fattura quasi 180 milioni, il Palermo invece 50. Il fatturato del club di viale del Fante al momento è uguale a quello delle ultime dieci del campionato italiano e dunque diventa impossibile lottare come tanti anni fa con squadre del calibro di Napoli, Juve, Milan, Roma e Fiorentina. Il paracadute, invece, serve ad aiutare le squadre che scendono dalla serie A perché giustamente si ritrovano in rosa dei giocatori con degli stipendi molto alti. Il Cesena, che milita in serie B, paga quattro milioni di stipendi, mentre il Palermo molto ma molto di più. Come avrei fatto senza paracadute visto che i ricavi in B sono davvero pochi?".

"Come mai amate Diamanti?"

I tifosi del Palermo hanno voluto chiedere a Zamparini i motivi per il quale Diamanti sia stato messo fuori rosa. L’imprenditore friulano, a sua volta, ha risposto con un’altra domanda: "Come mai amate Diamanti? Stiamo parlando di un giocatore che l’anno scorso ha fatto soltanto un gol. Se fosse bravo in campo come sui social sarebbe capocannoniere, ma stiamo parlando di un giocatore che non ci ha dato assolutamente una mano, anzi. Sia io che Tedino che Lupo abbiamo deciso dunque di scaricarlo. Tutte le scelte sono condivise dal tecnico e dal direttore sportivo. Non è stata una mia decisione". E su Lo Faso, invece, Zamparini ha detto: "Sono a conoscenza del fatto che il giocatore sia amato dalla città in quanto è pure palermitano. Ma è lo stesso ragazzo a non voler restare a Palermo. Lo Faso con la testa non è più in Sicilia da un pezzo. Sono sicuro che ovunque andrà a giocare, qualora partisse, non sarebbe titolare e sono sicuro che se dovesse restare a Palermo dovrà allenarsi con impegno e sacrificio. Cosa che al momento non sta facendo assolutamente".

DIAMANTI-4

Da Delio Rossi a Guidolin, passando per Corini. Zamparini geloso?

"Sono sempre stato Zamparini. Nel bene e nel male". Il patron rosanero negli anni è stato anche accusato di soffrire di manie di protagonismo. Proprio quando un giocatore o un allenatore iniziava ad essere davvero amato dalla tifoseria, Zamparini decideva di liquidarlo. "Non sono mai stato invidioso dei miei allenatori. È vero, in vita mia ho esonerato tantissimi tecnici ma non perché non li sostenevo. Delio Rossi ad esempio è andato via perché ha perso 7-1 in casa contro l’Udinese e proprio in questo stadio mi confessò di non capirci più niente. Provai a richiamare Rossi qualche anno dopo e fu sempre lui a dirmi di no. L’ho sempre stimato. Pensate al fatto che Corini adesso è andato al Novara, Iachini e Ballardini sono senza panchina. Molto spesso - conclude - ho sbagliato a scegliere i tecnici".

Delio Rossi a fine partita

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