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Calciomercato Palermo: gol e rimpianti, il silenzioso addio di Belotti

Il Gallo finisce al Torino: il club di Zamparini incassa 7,5 milioni. L'esperienza rosanero si chiude dopo due stazioni condite da sedici gol, qualche equivoco tattico e tante panchine. Il futuro si chiama Gilardino, pronto ormai a sbarcare in Sicilia

Barbetta invisibile, aria da teenager, l'affetto dei genitori: così Andrea Belotti era sbarcato due estati fa a Palermo. Oggi a ventuno anni e mezzo Andrea Belotti è cresciuto - nel fisico e nella tempra - ha assaggiato la popolarità, ha trovato l'amore (Giorgia) ed è diventato l'attaccante di punta dell'Under 21, ma andrà a segnare altrove. Nord, il suo Nord, Piemonte, Torino. La minisoap estiva è finita. Ciao ciao Gallo. Per Gilardino si è ormai ai dettagli.

Mia mamma aveva paura e mi diceva di stare attento alla mafia", disse “Belotelli” una volta approdato a Palermo. Ma nel vocabolario del giovane bomber la parola paura non è mai esistita. Il coraggio di tuffarsi negli spazi e di "stressare" le difese per colpirle all'improvviso, è piombato nell'inchiostro con cui sta per firmare il contratto col Toro. Nuova vita, praterie più sicure per afferrare il futuro, sempre in bilico a Palermo. Lui, l'uomo dei gol all'ultimo respiro (Novara, Sassuolo, Roma), ha deciso di consegnarsi alle logiche del mercato, finendo impacchettato all'aeroporto di Caselle dove ad attenderlo c'è un futuro granata. L'attacco del Palermo di un anno fa è finito in tandem all'ombra della Mole per la felicità di Zamparini, che dalla sua cessione e da quella di Dybala ha incassato quasi 50 milioni.

Un anno da rivelazione in B, ma senza il posto fisso, un altro da comprimario in serie A. Ibernato in panchina - dopo l'addio di Lafferty e Hernandez - Belotti ha "aspettato" la cessione di Dybala, sapendo che il momento buono sarebbe arrivato. Iachini, il 3-5-2, gli equivoci tattici, pochi cross, scarsa fortuna, poi l'odore dei soldi e la decisione finale: Zamparini non ha resistito all'ennesima plusvalenza. Sette milioni e mezzo (pochi, dicono in tanti) per quello che per qualcuno sarà l’attaccante della Nazionale nei prossimi mondiali. Orizzonti che Ventura - allenatore con poteri taumaturgici per tanti bomber in fase di smarrimento - forse aiuterà a schiudergli.

"Quando sono arrivato a Palermo mi pareva di aver cambiato continente rispetto a Bergamo, perché in Sicilia c’è caos e sporcizia e guidano in modo assurdo”. Si presentò così l'attaccante risolvi-problemi, accolto - senza troppa convinzione - da Gattuso.  Premesse da bomber timido, promesse da campione ("Mi chiamo Belotti, punto sempre alla doppia cifra"), medie interessanti: già 9 gol in 18 apparizioni con l'Under e 16 graffi in maglia rosa, nonostante le tante panchine scaldate. E poi ci sono quei paragoni scomodi: Chiesa, Vieri, Boninsegna, Vialli.

Ma lui è semplicemente Andrea Belotti da Calcinate, paesello di duri, come Pietro Vierchowod, il figlio più famoso di una minuscola realtà sulle vallate bergamasche. Con l'Avellino il passo d'addio. Sfiduciato, senza gol, a cresta bassa. Ma Belotti già sapeva. Zamparini aveva congelato il suo addio da settimane, in attesa di trovare un'alternativa: con una mano accarezzava Campbell, con l'altra stava per afferrare Gilardino. Il futuro del Palermo - contratto biennale per l'ex viola (da decidere se con diritto o obbligo di riscatto a uno o due milioni di euro) - ha 33 anni.

Nel frattempo Il Palermo ha reso noto "di avere ingaggiato Uros Djurdjevic. L'attaccante della Nazionale Under 21 serba sosterrà già questo pomeriggio il primo allenamento con la squadra di Iachini e verrà presentato nei prossimi giorni". Il giocatore, classe 1994, arriva dagli olandesi del Vitesse.

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