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Venerdì, 19 Aprile 2024
Calcio

Palermo in B, il pagellone rosanero: Brunori trascendentale, Baldini da 10!

Massolo, Marconi, De Rose e il bomber sono i migliori di una squadra con tanti protagonisti, alcuni onesti comprimari e qualche delusione. Una squadra che ha avuto nel tecnico massese un condottiero formidabile

Quello scenario che a inizio stagione era una speranza, a metà percorso un’utopia e nel finale una prospettiva in cui credere seriamente, alla fine è diventato realtà: il Palermo torna in Serie B a tre anni dal doloroso fallimento. Dall’ultima promozione dalla terza serie gli anni invece sono ventuno e portano all’incredibile 12 maggio 2001 con la vittoria nell’allora Favorita sull’Ascoli e il tracollo del Messina ad Avellino.

Allora fu tutto concentrato in una sola partita; quest’anno invece è stato diluito in un percorso, quello dei playoff, un’autentica escalation tecnica ed entusiastica culminata in questo 12 giugno: facce diverse di un’indimenticabile storia. Una storia che porta in calce le firme dei membri del gruppo squadra del Palermo. Alcuni sono stati trascendentali, altri hanno dato un contributo che spazia dall’importante all’onesto, altri hanno deluso: in ogni caso sono tutti e indistintamente vincitori a prescindere dalle valutazioni di merito fatte in questa sede.

Una premessa va fatta: questa pagella riguarda esclusivamente i protagonisti di campo ma è giusto fare due menzioni d’onore. La prima al direttore sportivo Castagnini, che prima ha costruito l’organico e poi ha chiamato colui che quest’organico lo ha portato a livelli eccelsi: il tempo gli ha dato ragione. La seconda alla società, segnatamente al presidente Dario Mirri: la sua gestione è stata senza dubbio caratterizzata da alti e bassi, alcune cose sono venute bene altre decisamente meno, ma la storia dice che la Serie B è arrivata in tre anni, un risultato che, considerando anche alcuni imprevisti corposi come il Covid, in fondo non era così scontato. Sul carro dei vincitori non ci si sale ma, a fronte di un risultato prestigioso per la squadra e per la città, giusto tirare giù il cappello e dare il merito dovuto. Adesso, spazio ai giocatori.

Portieri

Massolo 8: arrivato in punta di piedi come rincalzo affidabile, cosa che ha dimostrato nelle partite di Coppa, il portiere spezzino ha approfittato delle chance derivate dai guai di Pelagotti per far vedere di che pasta è fatto, finendo poi con lo scalare le gerarchie. Reattivo e affidabile, sulla promozione del Palermo c’è il segno delle manone, salvifiche più volte e in particolare in occasione dei rigori parati a Procaccio contro la Triestina e Miracoli contro Salò.  Episodi che fanno passare in cavalleria quelle uscite improvvide a 30 metri alla Jorge Campos o col pugno alzato alla SuperMarioBros decisamente pericolose per le coronarie più fragili.

Pelagotti 5,5: la grande performance alla prima partita contro il Latina si è rivelata un preludio ingannevole. L’estremo difensore toscano in principio era una delle certezze più granitiche della rosa ma nel corso della stagione ha avuto un rendimento altalenante mostrando un’inclinazione alla topica: Filippi non lo ha messo in discussione, Baldini lo ha difeso ma alla fine, complice il guaio patito a fine anno, ha sciolto la riserva in favore del dodicesimo d’assalto.

Difensori

Doda 5: per il terzino albanese sembrava poter essere l’anno della consacrazione ma alla fine è arrivata una stagione anonima. Con Filippi il feeling era decisamente quello che era e nemmeno con Baldini le cose sono andate meglio, visto che con il tecnico di Massa è sceso in campo solamente in due, non memorabili, occasioni. Forse più che tecnico, il problema è stato attitudinale. Peccato.

Accardi 8: nonostante una stagione segnata da guai fisici importanti, che gli hanno tolto anche la possibilità di essere protagonista ai playoff, il difensore di Villaggio Santa Rosalia è emerso come uno dei volti più importanti. Nel ruolo di terzino destro di copertura ha fornito prestazioni di alto livello dimostrando una crescita tecnica e soprattutto attitudinale. In passato lo stopper palermitano dava l’impressione di non sapere incanalare e la voglia trasmesse dal vestire la maglia rosanero; quest’anno ha invece dato la sensazione di sapere convertire queste emozioni, divenendo un leader ed un esempio.

Buttaro 7,5: mica male sto ragazzo, il cui stile di gioco ricorda un po’ quello dello Zaccardo dei bei tempi, seppur con meno gol in canna. Sotto la gestione Filippi ha dimostrato di essere un braccetto di difesa a 3 di livello: con Baldini ha giocato prevalentemente da terzino destro. Inizialmente scivolato dietro le gerarchie si è fatto trovare pronto al momento giusto e quando la posta in palio è salita alle stelle le sue gambe non hanno mai tremato.

Lancini 7,5: un po’ smarrito come quasi tutti i suoi compagni durante la gestione Filippi, ha avuto bisogno del suo tempo per ritrovarsi anche con l’arrivo di Baldini, chiudendo, come tutta la squadra, in grande crescendo. Certo, da un difensore con la sua esperienza ci si aspetta sempre un quid in più, ma la sua stagione a conti fatti è da considerarsi positiva.

Marconi 8,5: tra i centrali difensivi rosanero è stato senza ombra di dubbio quello più costante e affidabile nell’arco della stagione. Il miracoloso salvataggio in torsione acrobatica nella gara d’andata contro il Padova è l’istantanea del suo campionato e forse anche di quella del Palermo: in mezzo un rendimento continuo cresciuto esponenzialmente nella cavalcata finale.

Perrotta 6,5: ingaggiato quando l’idea tecnica della squadra era la difesa a 3, lo stopper molisano con il passaggio a 4 figlio dell’arrivo di Baldini è scivolato gradualmente nelle gerarchie, perdendo il duello tra mancini con Marconi. Pur senza particolari acuti, nella sua stagione ha dimostrato sia da titolare all’inizio che da comprimario alla fine, di essere un profilo affidabile.

Somma sv: considerando che è stato fuori lista per metà campionato e le poche presenze racimolate dopo il reintegro una sufficienza sarebbe eccessiva ed una bocciatura troppo severa. Resta comunque da apprezzare il fatto che si sia messo a disposizione con umiltà senza mai alzare la voce o recriminare nonostante i mesi difficili.

Marong sv: titolare in coppa, in campionato ha giocato solo 72 minuti. Ingiudicabile.

Giron 7: il terzino sinistro francese si è rivelato un treno, non sempre puntuale e preciso ma comunque sempre in moto. Uscito vincitore nella corsa alla titolarità sulla corsia mancina, l’ex Bisceglie come tutti è cresciuto di giri nell’ultima parte, facendosi apprezzare con pregi e limiti e mettendo anche qualche assist.

Crivello 6,5: reintegrato in corso d’opera dopo l’inizio da separato in casa, il rendimento del terzino di Partanna non è stato minimamente quello dei tempi d’oro di Frosinone ma resta da apprezzare il modo in cui ha messo a disposizione della squadra la sua importante esperienza facendo la sua parte anche in questi playoff.

Centrocampisti

De Rose 8,5: nei momenti peggiori della squadra ci ha messo sempre la faccia, senza nascondersi, senza risparmiare parole anche dure ma credendo sempre nel fatto che il Palermo potesse arrivare fino in fondo. In campo la sua parte l’ha sempre fatta, spesso bene, alle volte sottotono ma sempre con personalità, dando sostanza al centrocampo e raggiungendo il picco ai playoff. Grande giocatore, grande capitano.

Damiani 7,5: geometrico sempre, di lotta quando richiesto dalla partita. Il centrocampista toscano pupillo di Baldini si è calato nel contesto in punta di piedi con un’umiltà notevole per un ragazzo che l’anno prima era salito in Serie A, seppur da comprimario. Dopo un inizio timido, al netto del gol in casa contro il Monterosi, il 21 rosanero è cresciuto esponenzialmente diventando imprescindibile ai playoff, giocati di gran carriera fino all’ingiusto giallo dell’andata contro il Padova che l’ha privato della gioia di vivere da protagonista l’ultima grande notte.

Dall’Oglio 6,5: sia Filippi che Baldini per lui hanno speso parole d’elogio decantandone le qualità. Qualità che il centrocampista milazzese ha espresso solo a sprazzi: qualche buona partita, alcune prestazioni sottotono e diverse gare senza infamia e senza lode. Con tutte le attenuanti del caso da un giocatore della sua caratura e della sua esperienza era lecito aspettarsi qualcosa in più: chissà che magari la Serie B possa accendere in lui la scintilla giusta.

Odjer 6,5: costante e affidabile in senso assoluto il centrocampista ghanese non lo è certo stato in questa stagione ma quando chiamato in causa, da titolare o da sostituto, non ha mai lasciato intonso un filo d’erba né tirato indietro la gamba. Nel quadro complessivo della stagione, la generosità, per quanto alle volte senza costrutto, resta da apprezzare.

Luperini 8: giocatori che danno la misura della svolta tecnica portata da Baldini volume 1. Il centrocampista toscano nella prima parte di stagione era stato senza dubbio uno dei peggiori, probabilmente anche per la posizione di intermedio in un centrocampo a quattro che ne limitava le potenzialità accentuandone i limiti. Nel ruolo di trequartista incursore con dovere di pressare e licenza di uccidere in stile Simone Perrotta nella prima Roma spallettiana il 27 rosanero è letteralmente rinato. Una crescita costante la sua, in termini di produzione offensiva e sostanza in mezzo al campo, che nei playoff ha raggiunto l’apice. Consacrandolo come uno dei volti della promozione.

Valente 9: perché non è vero che il voto in questione si dà in pagella solo a Falcão. Tra i giocatori rosanero l’esterno di Zevio è stato quello più costante nell’arco della stagione, iniziata nel ruolo di esterno a tutto campo (per giunta a piede invertito) e conclusa in bellezza nel ruolo di ala destra sotto l’attento sguardo del pigmalione Baldini che come successo a Carrara ne ha esaltato le qualità rendendolo un fattore. Il bilancio finale del campionato playoff compresi è di 11 assist e 7 gol: il fatto che non sia andato a segno nei playoff conta come il due di coppe quando la briscola è a bastoni.

Attaccanti

Floriano 8,5: giocatori che danno la misura della svolta tecnica portata da Baldini volume 2. Senza dubbio il profilo migliore nel rapporto qualità-esperienza all’interno dell’organico rosanero, il fantasista italo-tedesco all’inizio ha un po’ sofferto nel ruolo di rifinitore classico in cui era schierato nella prima parte di stagione, sbiadendosi progressivamente. Baldini lo ha riportato nel suo regno sull’out di sinistra dove il 7 del Palermo ha ritrovato colpi, smalto e brillantezza, gestendolo bene anche in considerazione delle quasi 36 primavere, non poche per un fantasista esterno. Della postseason rosanero è stato, con 4 gol segnati, uno dei fattori principali.

Silipo 6: consacrato come idolo della platea rosanero, che nelle partite interne lo acclamava a squarciagola come l’Ispanico Gladiatore portato in scena da Russell Crowe, il fantasista scuola Roma non è riuscito a emergere per come ci si aspettasse. Nel tecnicamente instabile Palermo di Filippi il 10 rosanero ha avuto i suoi spazi sfruttandoli con fortune alterne; in quello più strutturato di Baldini non è riuscito a imporsi anche in virtù delle maggiori garanzie date da Valente e Floriano. Nell’economia della stagione la sufficienza arriva grazie ai buoni guizzi messi, seppur non continuativamente in mostra. La stoffa c’è ma serve qualcos’altro.

Felici 5,5: probabilmente la delusione più grande di questa stagione, guardando alle doti del giocatore. Tornato nel gennaio di quest’anno dopo la stagione in D che lo aveva consacrato come il “Feliciclone” rosanero, l’esterno offensivo ex Lecce era partito con il piede giusto con una grande prestazione a Catanzaro seguita da un gol pregevole in casa contro il Monterosi.  Fuoco sì, ma quantomai di paglia: tralasciando la debacle di Foggia, nella quale è stato schierato nel ruolo non suo di esterno a tutto campo, il 75 rosanero è apparso sottotono nelle (poche, va detto) partite in cui ha giocato, non riuscendo a dimostrare di poter essere utile alla causa. Finendo con lo sprofondare nel dimenticatoio.

Fella 6,5: da un giocatore con i suoi colpi e la sua conoscenza del campionato ci si aspettava molto di più. Condizionato da qualche noia fisica in fase di preparazione l’attaccante campano non è riuscito a emergere come il protagonista atteso: qualche guizzo nella fase centrale del girone d’andata (dove ha segnato 4 gol firmando la prima vittoria esterna stagionale contro la Vibonese) a cui è seguito poco. Non particolarmente funzionale al gioco di Baldini per le sue caratteristiche da seconda punta il 23 rosanero è scivolato indietro nelle gerarchie, regalandosi però un momento di gloria con il gol del 2-2 contro l’Entella. L’umiltà con cui ha accettato la panchina mettendosi sempre a disposizione della squadra, vale, assieme ai gol, una sufficienza piena.

Soleri 8: arrivato a Palermo senza particolari squilli di tromba il centravanti scuola Roma sin da subito si è rivelato un fattore. Nel ruolo di centravanti alla Altafini, capace di spaccare le partite dalla panchina, l’attaccante romano si è ritagliato un ruolo importante. Il bilancio finale solo in termini di gol parla di 12 marcature, tutte da subentrato, alcune splendide come la rete da 40 metri al Picerno e il destro velenoso di Salò. Al di là dei gol il 27 rosanero ha dimostrato di saper incidere a partita in corso come pochi giocatori: chissà che non abbia finalmente trovato la sua dimensione in una carriera che si è sviluppata in modo diverso rispetto alle premesse di partenza.

Brunori 9,5: giocatori che danno la misura della svolta tecnica portata da Baldini volume 3. Che il centravanti italo-brasiliano fosse forte si era visto già agli inizi in cui ha mostrato una sensibilità tecnica e una capacità di giocare tra le linee decisamente fuori categoria. Il tecnico di Massa ha saputo tirare fuori quell’animale da gol che in potenza si era già visto con Filippi: 25 gol nella stagione regolare che l’hanno reso capocannoniere del girone C e in generale della terza serie; 4 reti nei playoff sono il bilancio finale. Numeri che dicono tanto ma che non rendono del tutto l’idea della qualità del 9 rosanero, che la platea l’ha conquistata anche a suon di giocate e impegno. Trascendentale.

Gli allenatori

Filippi 6: l’allenatore partinicese non è riuscito minimamente a dare continuità al buon lavoro fatto da subentrato la stagione precedente. La sua gestione è stata caratterizzata da una forte instabilità tecnica, con costanti variazioni sugli interpreti: il risultato finale, per quanto non ascrivibile solo a sue colpe, è stato quello di una squadra che definire semplicemente incostante è una riduzione in termine. Nonostante questo, il timbro dell’ex secondo di Boscaglia in questa stagione c’è perché è stato lui a far sì che arrivassero due pedine fondamentali per il traguardo come Massolo e Brunori. Se l’espressione di campo del suo Palermo è da 4 (e si sta larghi) le due intuizioni di cui sopra valgono 8 (e si sta stretti). La sufficienza finale è una media aritmetica che fa testo solo per la storia di questa stagione e per nessun motivo in prospettiva.

Baldini 10: quando è subentrato durante le festività segnate dal dilagare della variante Omicron ha ereditato una squadra con le gomme a terra ed un ambiente tra il depresso e il disinteressato. Si è ritrovato davanti una sfida proibitiva e l’ha accettata, perché aveva un conto aperto 18 anni fa, quando perse la “sfida al buonsenso” contro Zamparini lasciando comunque un pezzo di sé a Palermo. Idee di gioco, concetti ma anche spiritualità, famiglia, sentimenti: in questa avventura il tecnico di Massa ci ha messo veramente di tutto e lo ha fatto coerentemente al suo stile. Essere senza mai preoccuparsi di apparire anche a costo di andare sopra le righe, una volta persino sbroccando come a Potenza, il momento spartiacque della stagione. Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti, una promozione arrivata dopo una crescita costante che ha scatenato una passione travolgente, la stessa che sin da subito il tecnico di Massa ha messo sul piatto. Il 10 in teoria non si dovrebbe mai dare ma a questo giro è cosa buona e giusta: probabilmente lo sarebbe stato anche senza la promozione.

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