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Palermo, senti Pastore: "Un mio ritorno in rosanero? Sarei felicissimo. Ho la maglia di Brunori a casa"

Il Flaco si racconta a PalermoToday e ripercorre alcuni momenti decisivi della sua carriera: dalla tripletta nel derby contro il Catania alle "lezioni individuali" di Maradona, senza dimenticare i consigli di Zamparini

Oggi vive a 22 km da Alicante, splendida città della comunità valenciana: indossa la maglia numero 7 dell'Elche, squadra spagnola che gioca nella Liga. Il suo legame con Palermo, però resta indissolubile, tanto che sarebbe pronto ad ascoltare una chiamata con prefisso 091. Javier Pastore si racconta a PalermoToday in un'intervista esclusiva, che ripercorre alcuni momenti chiave della sua carriera. La chiacchierata inizia da un giorno magico per lui e per tutti i palermitani: 14 novembre 2010. Al Renzo Barbera, in serie A, si gioca il derby Palermo-Catania. I rosanero vinceranno 3-1 e sarà proprio Pastore a decidere il match, con una incredibile tripletta.

Mai nessun rosanero aveva fatto tris contro i rossazzurri: "Ho tantissimi ricordi – esordisce Pastore - fu una partita magica per me: la tripletta nel derby è stata letteralmente magnifica. Quel match creò una relazione ancora più forte con i tifosi. Già avevo un bel rapporto con loro, ma quei gol segnarono l’inizio di qualcosa più grande. Ricorderò sempre il mio sguardo sulle tribune del Barbera: i tifosi erano impazziti di gioia. Ogni tanto ripenso a quella gara, sul serio: è stata una giornata indimenticabile".

Il nome di Pastore è stato spesso accostato ai rosanero, dopo il suo addio. Il Flaco è uno di quei calciatori che i tifosi hanno amato e amano in maniera quasi viscerale. Oggi, col City Football Group al comando, parlare di un suo eventuale ritorno in Sicilia non è più fantacalcio. Non sarebbe utopia rivedere Pastore con la maglia rosanero.

"Un mio ritorno a Palermo? Nel calcio non si sa mai… Ho sempre seguito i rosanero in questi anni, i tifosi mi hanno sempre mostrato tanto affetto. Se dovesse arrivare una chiamata la valuterei assolutamente: vedrei cosa posso dare io al club e mi siederei per capire bene. Io spero che il Palermo possa tornare presto in serie A, questo è il desiderio che ho: voglio rivedere i rosanero nella massima serie. Se il mio telefono squillasse cercherei di capire bene quale potrebbe essere il mio apporto alla squadra e cosa il club si aspetterebbe da me: metterei tutto sul piatto. Faccio sempre così quando ricevo un’offerta da parte di una squadra. Nel calcio non si sa mai cosa può succedere, se un giorno tornassi in rosanero ne sarei felicissimo. Non voglio dire nulla, il calcio ha un’infinita gamma di strade".

Pastore si sofferma proprio sul passaggio di proprietà, che consente al club di sognare in grande: "Sono contento che il Palermo sia passato al City Group, una proprietà molto solida. Si tratta di un gruppo che investe moltissimo, sono sicuro che in breve tempo i rosanero lotteranno per traguardi importanti. Serve costruire piano piano, pensando al centro sportivo, ai giovani e agli obiettivi reali del club. Palermo è una città che vive di calcio, se metti passione e denaro puoi andare lontano. Ho un legame fortissimo con la città, ho tanti amici. Mia moglie è palermitana, i nonni dei miei figli sono lì e andiamo spesso quando possiamo. Appena ho due-tre giorni liberi prendiamo l’aereo e torniamo giù per stare con la famiglia di mia moglie: amo Palermo come città e amo i palermitani. Li sento molto vicini, è una città che mi fa stare bene".

In una recente intervista, Walter Sabatini, ex direttore sportivo del Palermo, racconta che Zamparini arrivò addirittura a commuoversi per una giocata del Flaco in ritiro: "Pastore arrivò in ritiro in montagna, direttamente dall'aeroporto. Il presidente mi chiese di farlo giocare giusto cinque minuti, per accontentare i tifosi. Pastore, nonostante la stanchezza, fece una giocata straordinaria: stop e tunnel. Al che dovetti andare in bagno e dirigendomi nello spogliatoio trovai Zamparini che piangeva dall'emozione davanti al bel gesto di Pastore. Mi fece anche i complimenti, per la sola ed unica volta".

Quell'episodio in realtà venne immortalato anche da alcuni amici del Flaco, presenti in ritiro: "Zamparini pianse per me, come racconta Sabatini? E’ tutto vero, c’erano in ritiro anche dei miei amici argentini che videro il presidente commuoversi per una mia giocata. Resta sempre nel mio cuore, lui è uno dei pochi che hanno avuto fiducia in me dal primo momento. Mi ha insegnato tanto, così come Sabatini. Ero un ragazzino di diciannove anni, Zamparini e Sabatini mi hanno aiutato a crescere. Resta sempre nel mio cuore".

Tra le figure importanti nella carriera del Flaco c'è anche il più grande mai esistito, Diego Armando Maradona. El Pibe de oro definì Pastore "un maleducato del calcio". Una frase che resta scolpita nella mente di Pastore: "Per me Diego Maradona - racconta quasi commosso - è e resterà sempre un punto di riferimento, un idolo. Bastava solo guardarlo per avere delle emozioni. Ho avuto la fortuna di stare con lui al Mondiale, mi ha aiutato tantissimi in quegli anni. Averlo come allenatore è stato impagabile. Ho imparato tantissime cose da lui: lui si metteva accanto a me, dopo gli allenamenti, e mi svelava alcuni segreti. È stato un mito, per me ha sempre speso belle parole. Mi ricordo che ogni volta che andavo in Nazionale lui mi chiamava e mi diceva 'in Italia i tifosi sono molto passionali, non devi fare mai questo né quello…'. Mi dava consigli sulla base della sua esperienza, io avevo diciannove anni, ritrovarsi accanto a Diego Armando Maradona è stato incredibile. Era una persona buona, di cuore, magnifica".

Tra gli spettatori della recente cavalcata rosanero, dalla C alla B, c'era anche Pastore, incollato alla tv a guardare la formazione di Baldini: "Ho seguito il Palermo in questi anni, tantissimo la scorsa stagione, Brunori è stato magnifico. Ha grande personalità, è un trascinatore autentico: ogni palla che toccava era gol. Sono convinto che farà una grande stagione anche quest’anno. Brunori è un attaccante che sa metterla dentro in tutti i modi: di sinistro, di destro, di testa. Un bomber vero. Ho anche la sua maglia, mio suocero me l’ha regalata. Sa che io amo collezionare le magliette di calcio e mi ha regalato la sua maglia. È a casa mia, custodita con grande cura. Brunori ha grinta e talento da vendere".

Un'investitura di non poco conto per il capitano rosanero, da parte di uno dei più grandi campioni passati da Palermo. In chiusura, Pastore ci tiene a salutare i tifosi rosanero: "Posso dire loro che li ringrazierò sempre: dal primo giorno mi hanno trattato come fossi un palermitano. Questo non lo dimenticherò mai. Devono sempre stare vicino alla squadra, possono dare tanto ai giocatori. Li saluto con estremo affetto - conclude l'argentino - il Barbera pieno è qualcosa di straordinario: mi riempie di gioia".

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