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Venerdì, 8 Dicembre 2023
Il futuro della società di viale del Fante

Palermo-City Group, Mirri: "Il club nelle migliori mani, ma chi arriva non butterà soldi dalla finestra"

Il presidente, a Trm, non fa mai il nome dello sceicco Mansour ma lascia trasparire dalle parole che manca poco al passaggio di proprietà: "L'importante è chiudere dopo il 30 giugno l'impegno che avevamo assunto. Io? Se utile resto, altrimenti torno da mia moglie"

"L'importante è chiudere dopo il 30 giugno l'impegno che avevamo assunto". Non lo dice ancora apertamente, ma Dario Mirri, presidente del Palermo, ospite ieri sera della trasmissione "La partita sul 13" su Trm, lascia trasparire dalle sue parole che ormai è questione di ore per la chiusura dell'affare che porterà il club di viale del Fante sotto l'orbita del City Group dello sceicco Mansour. Una trattativa comunque in porto già da tempo come anticipato prima della finale playoff col Padova da PalermoToday. Il presidente ha chiarito "E' un investitore, io ho il cuore, tutti i tifosi hanno il cuore, questo è un parziale punto di vista. Oggi il calcio è un'impresa. Togliamoci dalla testa l'immagine di un benefattore, di uno sceicco, voi avete parlato di uno sceicco, che voglia venire qui a buttare i soldi dalla finestra. Qualsiasi cosa succederà, sarà un investimento correlato a quelli che potranno essere i ricavi".

"Il 30 giugno - ha detto Mirri - si completeranno i tre anni del nostro impegno. La Serie B era un obiettivo, così come consegnare il Palermo a chi avesse le migliori possibilità economiche". Sul futuro rosanero, il presidente ha aggiunto: "Mi auguro che possa essere radioso e che io possa consegnarlo alle migliori mani possibili". Ovvero quelle della galassia City. "E' da più di un anno - ha spiegato Mirri - che lavoro con gli advisor. E' stato un lavoro faticoso che deve essere ancora completato ma che consente al Palermo di realizzare il mio sogno. Non farei tutti questi sforzi se non fosse per il Palermo".

Il presidente si toglie anche qualche sassolino dalle scarpe, ricordando l'investimento da lui fatto (circa 2,8 milioni di euro) ai tempi della Serie B nel 2019: "Era il periodo in cui i rosanero si giocavano la Serie A che avrebbe potuto anche salvare la pelle vecchio club. All'epoca si disse che ero uno sciacallo ma purtroppo quei soldi sono andati persi, non torneranno più".

E cosa ne sarà dello stesso Mirri. In teoria, le voci attorno all'affare col City Group danno il presidente ancora in società con una quota di minoranza, ma lui non si sbilancia: "Se sono utile, resto. In caso contrario torno da mia moglie. Avrei più tempo da dedicare alla mia famiglia, visto che negli ultimi anni non sono stato presente. Le mie più grandi passioni sono il Palermo e la famiglia. Con le mie competenze nel campo del marketing potrei consigliare qualcosa alla nuova società e ne sarei felice".

Mirri ha anche confermato "che era stata avviata una trattativa anche con Pallotta, ma adesso si è esaurita". Altri temi: il logo e il mercato. "La storia va rispettata - ha continuato il presidente - ma bisogna guardare avanti. Il nostro logo resterà questo. Vazquez a Palermo? Preferisco Zauli e Pastore. Non guardiamo indietro, guardiamo avanti". Brunori? "Finito il campionato, è giusto che guardi al proprio futuro. Non è di proprietà del Palermo ma della Juve e questo lo sapevamo. Brunori ha 27 anni e deve fare i propri interessi. Il nostro desiderio è quello che resti".

Non manca l'elogio a Baldini, il tecnico che ha trascinato i rosa in B. "E' un sognatore - ha detto Mirri - un romantico che fa della propria libertà la sua forza. Aveva allenato la Carrarese per passione. Lui è stato scelto perché era il migliore allenatore possibile. Poteva farci vivere il sogno e ci è riuscito. Lui potrebbe insegnare calcio anche agli allenatori delle squadre di Champions League. Gli dissi 'dai, lo puoi dire che ormai non ci andiamo in Serie B'. Mi assicurò più volte in privato che ci saremmo andati anche dopo la serie di pareggi in un periodo in cui nessuno ci avrebbe creduto".
 

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