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Martedì, 19 Marzo 2024
Calcio

Palermo, quella cessione forse troppo frettolosa: la crescita di Lucca intriga Inter e Juve

L'attaccante adesso al Pisa ha impressionato nelle prime uscite, guadagnandosi la prima convocazione nell'Under 21 e attirando le attenzioni di grandi società: il suo valore adesso lievita. Il club rosa, che ne ha scoperto il talento, rischia di aver rimpianti come quando lasciò andare Cavani e Belotti, esplosi poi altrove

La doppietta decisiva contro l’Alessandria e la convocazione da parte dell’Under 21 di Paolo Nicolato hanno aumentato esponenzialmente l’intensità della luce dei riflettori puntati su Lorenzo Lucca. In queste prime battute della sua esperienza pisana il gigante piemontese sta dando un saggio di quelle potenzialità già viste al Palermo.

Potenzialità che già adesso accendono similitudini (come quella sempre più ricorrente con un altro grande ex rosanero come Toni) e catturano le attenzioni delle grandi società se è vero come pare che anche Inter e Juventus guardano con attenzione ai progressi della punta di Moncalieri. Inevitabile, dunque che il pensiero torni all’epilogo della storia del giocatore in rosanero, ovvero il trasferimento al Pisa. Il Palermo ha puntato alla fine sulla via della monetizzazione immediata anche per esigenze di bilancio.

La necessità di fare cassa in un periodo storico come quello attuale tutto può essere fuorché una colpa da imputare alla società che ha fatto le sue legittime valutazioni. D’altronde il Pisa per averlo ha speso due milioni che non son certo bruscolini nel calcio dell’era Covid. C'è da considerare anche la volontà del giocatore, che ha espresso il desiderio di ambire a palcoscenici migliori della serie C. Ma il dubbio che questa cessione possa rivelarsi una mossa affrettata comincia però a maturare e non solo per una questione tecnica. In fondo in queste prime uscite nulla si può dire né a Brunori né a Soleri che hanno dimostrato di avere ottimi argomenti.

Piaccia o non piaccia la valorizzazione di un giocatore nell’ottica della rivendita è una necessità comune alla stragrande maggioranza delle società di calcio. La cessione subitanea ha il vantaggio di garantire liquidità immediata ed elimina il pensiero, mai di facile gestione, che il giocatore possa svalutarsi per ragioni tecniche o fisiche nell’immediato futuro. Dall’altro lato però impedisce di poter sviluppare il potenziale di un giocatore con quel che ne deriva in termini di resa tecnica, risultati e possibili introiti economici. La sensazione che Lucca avesse ancora tanto potenziale da sviluppare e che in tal senso Palermo fosse (più di Pisa nonostante la categoria di differenza) il contesto giusto resta.

Le premesse tecniche per poterci provare sicuramente c’erano tutte: forse ragionare su uno scenario simile era un rischio troppo grande o più semplicemente una circostanza impossibile per le suddette ragioni di bilancio. Resta comunque il fatto che quell’intuizione brillantissima (mai celebrata per come meritava) avuta dalla società rosanero rischia a breve-medio termine di fare più la felicità di altri che non quella di chi ha saputo scoprirne il talento. La sensazione di rivedere un film per certi versi simile a quello visto in passato con Cavani e Belotti, ovvero quello di giocatori venduti più o meno bene che finiscono col fare le fortune degli altri, resta, per quanto certo il Pisa non sia una concorrente come lo erano Napoli e Torino all’epoca.

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