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Palermo, un cerchio che si chiude 18 anni dopo: le divergenze e l'harakiri del samurai Baldini

Non potendo proseguire per la sua strada e con i suoi uomini, il tecnico di Massa ha preferito farsi da parte subito. Una scelta che, piaccia o meno, risulta coerente con quella visione che, nonostante pregi e difetti, ha consentito ai rosanero di compiere un'impresa che resterà nella storia

In principio fu la sfida per il buonsenso lanciata al suo datore di lavoro Zamparini, tacciato di dire "solo cazzate" sulla squadra dopo una gara persa 2-0 contro la Salernitana: una circostanza che gli costò l'esonero e soprattutto il vuoto di un traguardo incompiuto. Diciotto anni e mezzo dopo, quel cerchio si è chiuso definitivamente. La seconda separazione di Silvio Baldini dal Palermo è meno impetuosa rispetto alla prima ma altrettanto traumatica, forse anche di più rispetto a quella del 2004 viste le modalità e le tempistiche repentine. Uno scenario spiazzante che però in fondo era persino prevedibile.

Le dimissioni di Baldini (arrivate assieme a quelle del ds Castagnini, compagno di sei mesi di battaglie sportive) sono l'espressione della distanza in termini di idee e principi che intercorre tra il tecnico di Massa, ancorato con devozione e convinzione al suo codice come un Samurai, e il City Football Group, una galassia distante anni luce da quell'insieme di principi, condivisibili, opinabili o fuori dal tempo che siano.

Difficile pensare che potesse esserci un idillio tra chi ha individuato nei soldi il male assoluto dell'esistenza e la massima espressione del calcio capitalista fatto di investimenti, calcoli  e algoritmi che ai sentimenti lascia uno spazio relativo. La discrepanza nelle dichiarazioni sugli obiettivi stagionali tra Ferran Soriano e l'ormai ex tecnico rosanero è stato il primo segnale di una distanza non colmabile: il resto, che sia legato alla programmazione, alla cessione di Luperini o a qualunque alta scelta di mercato, è una serie di dettagli che ha accelerato un processo fisiologico.

Baldini lascia così la sua creatura, forse ancora una volta sul più bello ma stavolta senza quel senso di incompiutezza che poteva esserci la prima volta, quando alla fine dei conti tutti vinsero e gioirono per un traguardo storico, tranne lui. A differenza di diciotto anni fa, un traguardo è arrivato: certo non è prestigioso come quella Serie A che sicuramente avrebbe voluto raggiungere per completare il quadro ma non per questo vale meno. In una fase storica complicata a livello calcistico e decisamente crepuscolare per quanto riguarda la città. il Palermo di Baldini ha riportato un'atmosfera da notti magiche, degna dell'età dell'oro rosanero in anni decisamente più difficili di quelli dell'epoca: circostanza quest'ultima che conferisce alla cavalcata verso la B un valore simbolico molto alto.

Il tecnico di Massa non va via dunque da sconfitto, anzi: ha chiuso quel cerchio aperto diciotto anni fa e lo ha fatto a modo suo, senza compromessi nel bene e nel male, andando per la sua strada. Ha conquistato l'onore del campo seguendo la sua di via e voleva continuare su quel sentiero con le sue idee e i suoi uomini: di fronte alla prospettiva di perderlo ha preferito morire con la sua idea piuttosto che accettarne una non sua. La sua scelta può piacere o meno ma è perfettamente coerente con quel modo di essere che ha prodotto un risultato e ricreato entusiasmo: rinnegare ciò che è stato solo poco tempo fa in virtù delle circostanze sarebbe intellettualmente disonesto.

L'ultimo giorno del Samurai Baldini è iniziato con un allenamento mai finito, proseguito con la scelta delle dimissioni e concluso con l'accettazione delle stesse nella serata di ieri. La storia del tecnico di Massa con la Palermo, almeno quella calcistica, si interrompe qui: forse un giorno tornerà nuovamente anche se difficilmente la finestra resterà aperta ancora per quattordici anni; forse invece è finita stavolta per sempre. Resta comunque la grande impronta lasciata dal tecnico e dall'uomo che con i suoi pregi e i suoi difetti ha scritto una bella pagina di storia, difficilmente cancellabile.

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