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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Pomini, le mani sul Palermo: "Faccio crescere Posavec, ma a Brescia paro io..."

L'ex numero 1 del Sassuolo, chiamato a fare il dodicesimo in Sicilia, è pronto alla prima da titolare: "La gerarchia dei portieri è già stata stabilita ma mi farò trovare pronto"

Dopo più di un anno il Palermo è pronto ad affidare nuovamente le chiavi della porta ad un over 35. Da Sorrentino a Pomini. L’assenza di Posavec contro il Brescia – il portiere croato non ci sarà a causa della convocazione in Nazionale Under 21 – permetterà all’ex portierone del Sassuolo di mettersi subito in mostra e chissà, magari di provare a prendere il posto da titolare al portiere croato, emulando così un certo Alberto Fontana arrivato a Palermo tanti anni fa per essere il vice-Agliardi e successivamente diventato titolarissimo soprattutto a suon di miracoli. Stesso nome - e forse - stesso destino. Una cosa è certa: il portiere classe '81 è pronto a dire la sua. “Tornare a giocare dopo un po’ di tempo mi emoziona – ha detto Pomini in conferenza stampa - ma il lavoro che svolgo durante la settimana mi tranquillizza. Ho tanta voglia di dimostrare e spero che possa andare tutto per il verso giusto. E’ normale che per un portiere la continuità sia fondamentale, ma penso di essere arrivato in un club importante e penso di poter gestire questa situazione. La maglia numero 1 penso sia molto importante e di conseguenza deve essere guadagnata. Non mi sentivo pronto per prenderla. Se avrò la fortuna e la bravura di meritarmela allora ci penserò seriamente”.

L’esperienza di Pomini al servizio di Posavec
 

Sulla questione “chioccia” Pomini ha risposto che “a  36 anni penso di avere acquisito una maturità tale da essere pronto ad aiutare un ragazzo a crescere. Anzi, tutto ciò può essere soprattutto stimolante. Magari – confessa -  a 25 anni mi sarebbero girate le scatole. Adesso voglio sempre dare il massimo e aiutare anche i miei compagni. Posso garantirvi che titolare o meno vengo ad allenarmi sempre con lo stesso spirito e con la stessa intensità e penso valga lo stesso anche per i miei compagni. La gerarchia dei portieri è già stata stabilita”.

A Brescia con le seconde linee 

Palermo che sabato oltre a Posavec dovrà fare a meno anche di Nestorovski, Trajkovski, Cionek e tanti altri. Ecco perché l’esperienza di Pomini, che il campionato di B lo conosce benissimo avendolo anche vinto con la maglia del Sassuolo oltre che averci giocato la bellezza di 116 partite, diventerà estremamente importante per il club rosanero. “Siamo un gruppo di 25 giocatori ed è  normale che ci siano le prime e le seconde linee, ma io credo che questa cosa debba essere una motivazione per chi affronterà il match di sabato contro il Brescia. Ho detto ai ragazzi di entrare in campo con tanta grinta per dimostrare che chi sta in questa squadra deve poter dire la sua. Ci sarà spazio per tutti, ma  in questo momento tocca a chi non è stato convocato prendersi tutte le responsabilità. Se si dovesse fare risultati con 8/11 fuori sarebbe davvero importante perché sarebbe una grande dimostrazione di forza. Sta a noi far arrivare il mister al punto di non sapere più chi schierare”.

Il Palermo come il Sassuolo

Pomini ha poi voluto parlare delle differenze fra il “suo” Sassuolo che vinse meritatamente la B aggiudicandosi la promozione alla massima serie e il Palermo, che dovrà cercare -  come il club emiliano -  di salire il prima possibile sul treno che porta direttamente in serie A.  "Il tasso tecnico di questa squadra è molto più elevato e i giocatori che sono rimasti ci daranno una grossa mano. E’ anche vero, però,  che quest’anno il campionato sarà molto difficile con tante squadre che hanno delle rose competitive. Per poter dire la nostra dovremo dare il 110%. Il segreto per salire in A non può che essere quello di lavorare tanto e dare sempre il massimo".
 

"Diamanti? Non posso che parlarne bene..." 


Continua la telenovela Diamanti in casa Palermo. A più riprese sia Zamparini che Tedino hanno più volte confermato la volontà del club rosanero di non  voler puntare sull’esperienza di Alessandro Diamanti. Eppure il calciatore classe classe '83 continua a rifiutare ogni possibile destinazione, prolungando di giorno in giorno la sua permanenza in Sicilia. “Questi sono discorsi che dovrebbe fare la società. Io posso parlare da compagno di squadra e non posso che parlar bene di lui. Il calcio italiano tende a  ringiovanirsi e noi vecchietti cerchiamo di aiutare i ragazzi con l’esperienza che abbiamo accumulato negli anni. Chi è più vecchio ha voglia e diritto di poter aiutare gli altri, a volte anche una parola in più può fare la differenza”.

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