Alle origini delle Teste di Moro, tra leggenda e tradizione
Le celeberrime Teste di Moro, presenti nell’iconografia siciliana hanno un’origine e una storia molto precise
Come è arrivato il caffè qui da noi? Sono tante le domande cui spesso non abbiamo una risposta del tutto certa. E laddove non si hanno fonti certe, ecco che ci vengono in aiuto le leggende. Sì, perché pare che i Mori abbiano un ruolo fondamentale nella diffusione di quella ritualità fatta di gesti lenti e profumi inconfondibili, che solo il caffè conosce.
L’origine del caffè e il suo arrivo in Italia è strettamente legato alla leggenda dei Mori. Non a caso, uno dei soprannomi più celebri di questa bevanda è “Vino d’Arabia”.
La leggenda dei Mori
Secondo l’antica leggenda, nell’anno 1100 durante il periodo della dominazione dei Mori in Sicilia, nel quartiere Al Hàlisah di Palermo (tuttora presente col nome di Kalsa e di forte attrazione) viveva una bellissima fanciulla. Un giorno questa incontrò un giovane Moro e tra i due scoppiò in maniera molto veloce un grande amore.
Però, alla notizia che lui sarebbe tornato in Oriente dove aveva moglie e figli, la felicità della fanciulla svanì. Delusa, decise di vendicarsi e durante la notte, non appena il Moro si addormentò, lo uccise e gli tagliò la testa. Con questa creò un vaso dentro cui piantò dei semi di basilico e lo mise in bella mostra sul balcone. Il basilico crebbe in modo molto vigoroso e destò l’invidia di tutti gli abitanti del quartiere i quali, volendola imitare, si fecero costruire appositamente dei vasi di terracotta a forma di Teste di Moro. Ecco perché quella delle Teste di Moro è una tradizione che si rinnova da secoli nei balconi delle case siciliane. Ed è diventato un vero e proprio status symbol di quest’isola.
Limited edition di Morettino
In occasione del Natale, Morettino, storica torrefazione palermitana che ha appena celebrato i cento anni di vita, ha deciso di dedicare un’esclusiva limited edition dedicata alla figura dei Mori siciliani e alla loro suggestiva leggenda. La collezione è firmata Alice Valenti, artista siciliana che ha appositamente disegnato e realizzato diverse confezioni dal design unico, ispirandosi proprio a questa leggenda. Una confezione che racconta di epoche lontane ma al tempo stesso invita il consumatore a riscoprire la lentezza e l’intima ritualità del caffè preparato con la Moka, con il suo inconfondibile profumo che si sprigiona per tutta la casa.
L’artista ha al suo attivo numerose collaborazioni con realtà nel campo del design (Marella Ferrera, Smeg, D&G, Hotel Hilton) del cinema (Pulp Sicily Stories) e del food (Amaro Averna, Di Stefano, Olio Bono).
Il caffè come azione culturale
All’interno delle due latte, che raffigurano Il Moro e La Fanciulla, non vi è solo una miscela di caffè macinato fresco per caffettiera, ma soprattutto una storia che si tramanda di generazioni. La storia di Morettino, la cui arte nella tostatura artigianale è tramandata di generazione in generazione. Un’ambizione che è anche e soprattutto culturale: Morettino infatti decide di diffondere il sapore della Sicilia in tutto il mondo, attraverso iniziative, come la collaborazione con Alice Valenti, ma anche attraverso eventi solidali, come la campagna “Morettino per i Pupi siciliani” nata per supportare il Museo delle marionette Pasqualino di Palermo e le famiglie dei pupari siciliani duramente colpite dalla crisi post-pandemica, oppure la creazione di borse di studio per la Kids Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, dedicate ai giovani talenti della musica.
Ultima notizia che rende Morettino anche una realtà molto innovativa è la creazione del primo caffè interamente coltivato in Italia, proprio nella piccola piantagione sperimentale Morettino a Palermo. Un’azienda che promuove al tempo stesso la tradizione della terra in cui essa è collocata, ma che vuole rinnovarsi e innovare continuamente, per elevare il caffè a vero e proprio oggetto culturale.