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Pesca di Frodo: alla Sicilia la maglia Nera

In tutta l'isola aumentano i casi di pesca di frodo che oltre a distruggere l'economia, mette a repentaglio la biodiversità del mare e la salute dei cittadini. A Palermo 100 intossicati solo nel mese di maggio

Tra i reati cresciuti nel 2012 un aumento importante lo ottiene la pesca di frodo.  Dal dossier  “Mare Monstrum” di Legambiente i dati sono molto poco incoraggianti. Sono state accertate bene 5.360 infrazioni che hanno portato alla denuncia di 5.521 persone e ad un totale di 1.074 sequestri effettuati.
E’ la Sicilia la regione che con 1.045 infrazioni, raggiunge una percentuale di quasi il 20% del totale di accertamenti.  Sul podio del demerito salgono anche Puglia e Campania.

All’inizio di giugno proprio in Sicilia, la Guardia di Finanza ha sequestrato nel messinese  8 esemplari di tonno-rosso, una delle specie più cacciate, mentre dall’altra parte dello stretto si procedeva nello stesso giorno al sequestro di 75 chili di pesce illegale. Altri sequestri sono stati effettuati a Pantelleria dove 51 esemplari  di tonno rosso dal peso complessivo di 2 tonnellate. Il  danno non è solo economico, ma anche alimentare e sanitario. A Palermo nel solo mese di maggio sono state più di 100 le persone finite in ospedale  per  aver ingerito pesce andato a male. I carabinieri dei Nas, coadiuvati da personale medico, hanno chiamato questa epidemia “Sindrome da sgombroide” . Gli accertamenti  hanno portato sul banco degli imputati una partita di tonno avariato venduto a prezzi stracciati, in molte pescherie della città Questi sono solo i casi più recenti di un sistema illegale strutturato nei minimi dettagli e difficilmente contrastabile.

I dati del dossier fanno emergere chiaramente come il Mare Nostrum sia diventato una vera zona franca, dove la criminalità è attivissima nel settore ittico, a discapito dell’economia legale e con grossi pericoli per la biodiversità marina. In mare i controlli per quanto costanti restano comunque assai più complicati rispetto alla terraferma, con pescherecci “pirata” sempre in circolazione. La criminalità focalizza le sue  attenzioni su un mercato che secondo  l’Ismea si aggira sui 2 miliardi di euro, solo per quanto riguarda il mercato del pescato. 

In questo contesto di illegalità ogni politica che vuole salvaguardare la biodiversità marina è resa inattuabile, e le razzie di pesce portate avanti in modo criminale mettono a repentaglio anche le stesse popolazioni rivierasche che vivono grazie alla pesca, specialmente nei Paesi più poveri. Basti pensare che nel mondo, ogni anno si sottraggono al mercato legale oltre 4 miliardi di dollari, per colpa della pesca illegale. Pesca di frodo che è aumentata anche grazie all’incremento di domanda, dovuta  soprattutto all’ampliarsi di nuove tendenze gastronomiche come quella del  pesce crudo, in particolare sushi e sashimi giapponese, che ormai spopolano sulle tavole occidentali.
L’intervento su questa importante branca dell’illegalità è fondamentale per l’economia, per la tutela della biodiversità marina e per la salute della gente. Anche se la crisi economica focalizza le attenzioni dei consumatori in primis sul risparmio, questo non può essere il fine di ogni acquisto, specialmente per quanto riguarda i prodotti alimentari , cosa che andrebbe a tutto  discapito della salute.

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