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Venerdì, 19 Aprile 2024
Costume e Società

Le sfingi dell'Orto Botanico, la vera storia delle due secolari "guardiane" di pietra

Le due sfingi in pietra di Billiemi, scolpite da Vitale Tuccio nel 1789, sono sempre rimaste “a guardia” del Gymnasium e simboleggiano le incognite della scienza e la sfida ambigua che la sua progressiva conquista pone al genere umano

Sono le due “guardiane” dell'Orto Botanico, il vero biglietto da visita per chi arriva in questo polmone verde aperto sulla città. Le due sfingi in pietra di Billiemi, scolpite da Vitale Tuccio nel 1789, sono ritornate alla loro bellezza originaria grazie a un intervento promosso da Le Vie dei Tesori in collaborazione con Lottomatica Holding: il restauro è stato votato dai follower del festival cui ogni anno viene chiesto - alla fine della manifestazione che l'anno scorso si è chiusa con 404 mila visite -  di scegliere tre tesori da restaurare. Con un olio della Cappella della Mortificazione di Trapani e la cupola del campanile del convento del Carmine di Marsala - restauri già completati -, sono state votate le due imponenti sfingi del Gymnasium.

La storia delle sfingi dell'Orto Botanico 

Siamo nel 1789, l’Orto Botanico sta nascendo proprio fuori le mura, sul piano di Sant'Erasmo, progettato da Leon Dufourny in stile neoclassico, comprende il Gymnasium, e i due corpi laterali, Tepidarium e Calidarium. Quando Dufourny ritorna in Francia, il progetto viene affidato a Venanzio Marvuglia e vira più verso un classicismo barocco. Le sfingi furono realizzate tra il 1789 e il 1793, due anni prima dell'inaugurazione dell’Orto, simboleggiano le incognite della scienza e la sfida ambigua che la sua progressiva conquista pone al genere umano.

“La loro gestazione fu abbastanza lunga, perché Dufourny chiese ed ottenne numerosi cambiamenti già in sede di progettazione”, come racconta Giuseppe Di Benedetto del Dipartimento di Architettura. Nell’Europa dell’Illuminismo sono un elemento ricorrente, sia per un certo gusto esotico (l'Egitto attira dopo le prime scoperte archeologiche), sia per il diffondersi della Massoneria con i suoi simboli. Da allora sono sempre rimaste “a guardia” del Gymnasium. L'intervento che è stato condotto dall'equipe di Giuseppe Inguì, ha riguardato la ripulitura da incrostazioni e danni dovuti soprattutto a agenti atmosferici e proliferare di muffe e licheni; sono state ripristinate e consolidate le parti mancanti. Con la ripulitura sono tornati alla luce anche i fori dei proiettili che colpirono le sfingi durante la guerra.

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