"Palermo? La 'munnizza' oscura le bellezze della città"
La più grande truffa palermitana? La "munnizza". Sono nata e cresciuta a Palermo, ma non ho mai avuto la fortuna di vedere per davvero la mia città. Eh no, perché alla mia vista si sono palesate tante di quelle brutte cose da sommergerne le bellezze artistiche. Fra tutte primeggia la spazzatura. Nessun governo, che sia di sinistra, di destra, di centro, di lato, di sopra, di sotto nonostante le grandi promesse elettorali è mai riuscito a togliere il degrado. Cominciamo dal definire Palermo come la più grande discarica a cielo aperto del mondo, seconda solo ai Paesi del terzo mondo.
Bonagia è la nuova Bellolampo, come del resto tutte le periferie cittadine. Ma soprattutto capiamo di chi sia la colpa? Di un'amministrazione assente quale quella comunale? Sí. Dei panormosauri che si ostinano a buttare munnizza a momenti pure dal balcone di casa? SÌ. Degli operatori ecologici, definiti tali perché non usano nemmeno un grammo della loro forza lavoro perché intascano uno stipendio senza voler lavorare motivo per cui la pulizia non viene fatta degnatamente nei quartieri? SÌ. E allora il gioco delle colpe non funziona. Se il palermitano medio non entra nell'ottica che il marciapiede non è il nuovo cassonetto della spazzatura, se non capisce che il televisore buttato li non è utile agli animali, se non capiscono che le mascherine non sono biodegradabili, e se i lavoratori della vecchia Amia, non capiscono che gli alberi ammucciati delle periferie non sono messe li per farli riposare (da quale lavoro poi, visto che è tutto fituso), allora non abbiamo risolto niente. Continueremo a camminare per strada perché i marciapiedi sono inaccessibili, dati gli arbusti alti fino al primo piano dei palazzi, o per i sacchetti messi li come se fosse il gioco dell'oca. Questa è la mia città, ma non è la mia spazzatura, e sono stanca di doverla pagare, respirare, scansare ma soprattutto smaltire.