Ustica, anticipato lo spegnimento dell'illuminazione pubblica: "Nessun confronto coi cittadini"
C’è chi parte a gamba tesa, chi prima di raggiungere il traguardo si arrende, chi cerca una scorciatoia per vincere e chi ancora, davanti ad un bivio, prende la strada sbagliata. Non sto parlando di una gara podistica ma dell’ormai comprovata esigenza di trovare una soluzione all’emergenza “caro bollette”, tentando di raggiungere il traguardo del risparmio economico. In primo luogo l’ingegnoso piano dell’Unione Europea è stato quello di invitare i paesi membri – dunque non vincolandoli – a spegnere alcuni monumenti, ad abbassare sia la temperatura di riscaldamento degli edifici pubblici e privati che diminuire le ore di utilizzo. Appena la questione si è fatta più seria ed i paesi membri si sono fatti carico delle necessità sociali, l’UE ha deciso di mettere in campo un nuovo pacchetto da 142 miliardi di euro per contrastare i continui rincari energetici. Molti comuni italiani, cercando di stringere sulle spese energetiche, si sono mossi in vario modo: c’è chi spegnerà due ore prima dell’alba tutta l’illuminazione pubblica, chi riduce l’utilizzo di PC e stampanti negli edifici comunali, chi taglierà sul trasporto pubblico, chi spegnerà il 50% dell’illuminazione pubblica e chi alternerà giorni di spegnimento anticipato a giorni di spegnimento parziale. Tutte scelte difficilissime ma, se condivise e discusse con la popolazione in base alle esigenze locali, saranno più apprezzate e comprese, specie in piccoli comuni che permettono numericamente il confronto in pubblica piazza. A queste proposte si sono contrapposti i pareri del Codacons (ass. difesa diritti dei consumatori), Asaps (ass. di sicurezza stradale) e Uilm (unione lavoratori metalmeccanici) ed altre importanti associazioni italiane. Molte di queste associazioni lamentano un possibile aumento di criminalità notturna, una mancata sicurezza stradale e la possibile insorgenza di depressione negli anziani. Esattamente ottantanove anni fa (il 2 novembre del 1933) ad Ustica si accese la prima lampada alimentata dalla Impresa Elettrica D’Anna e Bonaccorsi, fortemente voluta dalla popolazione e dall’allora podestà. Dopo quasi un secolo, però, le luci tornano a spegnersi. Ad annunciare questa rivoluzione sullo spegnimento anticipato dell’illuminazione pubblica è il Sindaco di Ustica che, attraverso un avviso pubblico comparso sull’albo pretorio online, annuncia “Si informa alla cittadinanza che con deliberazione di giunta comunale nr. 84 del 18/11/2022 sono state adottate le seguenti disposizioni finalizzate alla riduzione dei costi di funzionamento degli impianti di illuminazione pubblica comunale (…) lo spegnimento dei punti luce verrà anticipato alle ore 24:00 e la successiva riaccensione verrà posticipata alle ore 05:00 fino allo spegnimento diurno generale”. Già nel mese di agosto il Sindaco aveva annunciato la valutazione del possibile spegnimento dell'illuminazione pubblica, senza però precisare le modalità. Il fatto “grave” e sicuramente incomprendibile è che il Sindaco di Ustica e la Giunta, non si siano confrontati pubblicamente con la cittadinanza: è un vero peccato non aver cercato il confronto in una piccola isola come quella di Ustica, in cui ci si conosce tutti. Già dopo appena due giorni di spegnimento anticipato alle ore 24:00, iniziano le prime perplessità da parte degli usticesi. È giusto spegnere tutta l’illuminazione pubblica o bisognerebbe fare una cernita su quali lampioni spegnere e quali invece tenere accesi per motivi di sicurezza stradale? Magari sarebbe il caso di coinvolgere cittadini e imprenditori locali.