Capo Gallo, una passeggiata "inopportuna"
Cara redazione di PalermoToday, spero vogliate accogliere questa testimonianza per dare voce a chi, come me ed altri, si trova a vivere e condividere gli spazi cittadini e naturalistici offerti dalla nostra splendida città, in una condizione di "difficoltà". Nel mio caso la "difficoltà" è data dall'avere due bambini: uno di sei ed uno di sette anni. Mi spiego meglio: alla buon ora di questa bella domenica di maggio ci dirigiamo verso la riserva di Capo Gallo, in genere preferiamo spostarci un pò per andare fuori porta, ma siamo ancora in zona arancione, non abbiamo molta scelta. Decido di entrare dal lato di mondello, perché la settimana prima eravamo andati da barcarello, paghiamo l'ingresso per le bici (i bimbi sono in bici ed io li seguo con un mezzo elettrico), facciamo una bellissima passeggiata all'interno della riserva, troviamo gente che come noi ama le bellezze offerte dalla nostra terra ed anche qualche motociclista della polizia a vigilare sull'osservanza delle regole.
Al ritorno, sono circa le 12:30, dobbiamo divincolarci in un traffico maggiore di pedoni e, purtroppo, anche di qualche auto e moto, per arrivare fino al cancello d'ingresso e poi proseguire a piedi fino all'auto parcheggiata. Ogni volta che si avvicina un mezzo a motore dico ai piccoli di mettersi sul ciglio della strada per farlo passare, anche se, probabilmente, all'interno di un luogo così sarebbe meglio che le auto non avessero accesso. Cerchiamo di dare meno fastidio possibile, ma è chiaro che in questo contesto un mezzo più grande possa avere qualche difficoltà a transitare, a prescindere dalla nostra presenza. Nonostante ciò, una donna, passando con la sua vettura mi dice in modo teatrale dal finestrino che questo "non è un luogo adatto per bambini" e va via proseguendo per la strada.
Io mi avvicino all'automobile e le dico che ci eravamo accostati per farli passare, ma la signora rincara la dose dicendo che quello è un luogo molto pericoloso (?) e che sarebbe meglio portare i bambini altrove, mentre il marito della signora sostiene che mi stiano dando solo un consiglio (non richiesto peraltro). Al che propongo alla signora di andare lei da qualche altra parte. Sarebbe bello rendere questi luoghi più facilmente fruibili e liberarli dal caos di auto e moto, e sarebbe ancora più bello se la gente fosse in grado di comprendere che, a volte, rinunciare ad un briciolo di comodità può rendere più bella un'esperienza.
Gianluca Armetta