“Per arrivare al cielo servono solo un sassolino e la punta di una scarpa” (Julio Cortázar da Rayuela)
Due accordi di battito caldo per un titolo di carne e sangue che scorre lento sotto le mie dita: "La facciamo fumare e la schiavizziamo", così fu organizzato lo stupro di gruppo di una quindicenne. Che storia tragica. Con un pizzico di senno, la ragione ordina le idee e il sudore si mescola all’inchiostro. Una cosa da niente, in fondo, il richiamo a una sentenza. Niente davvero, in confronto alle altre cose. Diverse righe e un PQM che passa attraverso la pelle, le viscere. E la bocca? …no! Perché non è definitiva.
Chi intendesse procedere all’esame degli atti processuali esprimerebbe, infatti, un mero giudizio di valore sulla vitalità del controllo del giudizio di primo grado che, nel suo stato nascente, è volto a valutare e reprimere condotte che ledono beni tutelati dalla legge. Non vale certo la pena che si raccontino prodezze e disgrazie, perché già è sufficiente ad occhi ed orecchie tutta la verità processuale intrisa di una chiarezza che avvelena. Sforacchiare i fatti processuali con la punta della penna e negargli il sollievo del bianchetto, dammi retta un momento, non è ragionevole. Ma io non posso fare a meno che tu sappia.
Proprio per caso ho gettato lo sguardo là su quell’articolo, su quel provvedimento, su quella scacchiera in cui ci si riserva di essere alfiere o cavallo. Io vedo con i miei occhi, ragiono con il mio cervello e, se devo credere a qualcuno, credo a me stessa. Solo una riflessione. Tutto tocca le note dolci dell’adolescenza che merita di essere splendidamente solfeggiata in giorni colorati di allegria e notti profumate di serenità. Anche la giovinezza segue il gioco e le sue regole. In alto il cielo, sotto la terra. Un sassolino, un marciapiede e un bel disegno fatto con il gessetto colorato. Toccare il cielo con il sassolino non è facile ed è un peccato se il sassolino fuoriesce dal disegno.
E' una delusione per tutti. Per chi ha tirato e per chi, guardando il lancio, si è affidato e ha sperato. E’ il “gioco del mondo”, il gioco della vita.
Lina Nicolosi (l’orgoglio di essere avvocato riempie di gioia il mio cuore emancipato)