Turismo a Palermo, "Quartiere Musulmano degli Schiavoni": un'occasione mancata
Che Palermo sia una città a vocazione turistica é fuor di dubbio, viste le condizioni climatiche, la posizione geografica, le bellezze artistico-monumentali ed il buon cibo. Ormai dire che la nostra città potrebbe vivere solo di turismo è diventato un luogo comune e per questo risulta assolutamente incomprensibile la scarsa attenzione che l'Amministrazione dedica alla cura dei servizi essenziali, quali pulizia e decoro, che rendono dignitosa la vita di una città. In questi giorni, fra le tante carenze evidenti in una città in piena emergenza rifiuti, colpisce lo stato di incuria in cui versa il "Quartiere Musulmano degli Schiavoni", il sito archeologico che si estende dinanzi alla chiesa di San Giorgio dei Genovesi, fra via Francesco Crispi e via Cavour.
Qui si trovano, oltre a tratti di cinta muraria medievale, i resti risalenti ai tempi della dominazione araba (X secolo) di un quartiere urbano, chiamato “harat as Saqalibah“, meglio noto come il “quartiere degli schiavoni”. Il quartiere era il più popolato e il vero cuore pulsante della città, multietnico e abitato per lo più dai pirati mercenari al soldo degli Emiri, nel periodo dell’età araba di cui nulla è rimasto, forse solamente questo sito che dovrebbe essere curato e custodito per la sua unicità, rilanciando il turismo. I resti delle antiche mura, risalenti al 500, sono spariti sotto le alte sterpaglie, come documentano le foto scattate ieri, e questa situazione si protrae da almeno sette anni. Sterpaglie che nascondono alla vista dei visitatori anche il cartello che indica il sito, che sommergono gli scavi e perfino i cartelloni con mappa e descrizione del luogo. Tutto sparito, seppellito dalla mancanza di un giardiniere che si curi della manutenzione, curando semplicemente la vegetazione, in un sito, si ribadisce, di importanza straordinaria, essendo l'unica testimonianza rimasta della presenza islamica a Palermo.
Il resto della zona archeologica è stato interrato e trasformato in parcheggio, con relativa strada di accesso. Impensabile, questo, in altre città dove, per siti molto meno pregevoli dal punto di vista storico, si organizzano visite turistiche a pagamento. Le cinte murarie storiche sono l'orgoglio di tutte le città del mondo, ed invece a Palermo le nascondiamo addirittura sotto le sterpaglie! Tutto questo é inaccettabile e fa male vedere trasformato in una selva aspra e incolta un museo a cielo aperto che dovrebbe invece essere valorizzato e promosso dal punto di vista turistico, utilizzato addirittura come discarica dai soliti incivili, sicuramente attratti dallo stato di abbandono del luogo.
Associazione Comitati Civici Palermo Giovanni Moncada