La lettera ai medici dopo il "miracolo": "Grazie per aver guarito mia nipote da una rarissima malattia"
Missiva toccante quella spedita da una nonna di Cinisi al direttore generale dell'Azienda ospedaliera “Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello” di Palermo, per ringraziarlo dell'efficienza e della preparazione, professionale e umana, dei medici dell’Unità Operativa di Neonatologia dell'Ospedale "Vincenzo Cervello". Fiorella Mazzola in Ruvolo, insegnante, nonna della piccola Lisandra, non ha parole per evidenziare quanto importante sia stato il personale medico e paramedico per quello che in più hanno definito un vero e proprio miracolo: la guarigione di Lisandra da una rarissima malattia la “Chilotoracico congenito”.
Nella lettera, indirizzata, anche, al Direttore dell’Unità Operativa di Neonatologia, all'assessore Regionale alla Sanità, al ministro della Sanità, al direttore generale dell'Azienda Sanitaria di Palermo, Fiorella Mazzola, nonna attivissima ma anche molto attenta alle dinamiche complesse di questa "società ingrata" come la definisce lei, premette, innanzitutto, che "scrive spinta da un sincero e profondo sentimento di gratitudine verso il personale medico e la sanità nelle sue poliedriche sfaccettature".
E continua "chi Le scrive, gentilissimo Direttore Generale, è la nonna della piccola Lisandra, affetta da una rara malattia”. "Davanti a un tale scenario, di grande impatto psicologico, nonché fisico, per me e per la mia intera famiglia - sottolinea Fiorella Mazzola Ruvolo - si sgretolava la speranza, la fiducia, anche la forza (per la verità mai venuta meno). I medici dell’UOS del “Cervello”, però, esperti e competenti, in particolare il dottore Vincenzo Duca (che con una dedizione costante, facendoci sentire soprattutto il calore umano che si respira nel reparto), hanno riacceso quella speranza legata, non solamente alla nostra fede (anche quella mai venuta meno), ma anche alla scienza che, nella nostra società, non deve mai arretrare, anche e specialmente davanti ai drammi della salute, alle malattie rare, solo apparentemente senza soluzione".
Non manca di sottolineare, nella sua missiva, come "in un momento storico nel quale troppo spesso si sente parlare di malasanità in Italia, ho potuto constatare l’elevato livello di competenze professionali della struttura sanitaria pubblica di cui Lei è Direttore Generale. Mi riferisco in particolare al Dipartimento Materno Infantile con Area di Emergenza Pediatrica e alla Unità Operativa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale e, in particolare, all’unico medico, a cui non può che andare la mia gratitudine e quella della mia famiglia, il dottore Vincenzo Duca, Dirigente Medico di 1°livello di Neonatologia U.T.I., che è riuscito ad essere il perfetto connubio di professionalità e umanità. Quell'umanità solare, carica di energia positiva, che in una struttura ospedaliera fa la differenza e non può che essere preso come esempio da imitare e comportamento da far proprio.
L'energia di chi ama il proprio lavoro e lo fa con sguardo attento verso l'altro. Quell'altro che non è un semplice malato ma una persona fatta non solo di carne e ossa ma anche di cuore. Un grande cuore. Un cuore attento ai dettagli di chi per lavoro ma anche per predisposizione interiore si prende cura di lui". E poi le testimonianze di gioia, quando scrive che "seguita ed assistita dagli straordinari medici del reparto, la piccola Lisandra, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, è riuscita a ridere a quella vita alla quale, inizialmente, pareva non fosse destinata".
Ma un grazie lo riserva al dottore Vincenzo Duca che, scrive Fiorella Mazzola, "non ha mai lesinato il suo tempo, fuori anche il suo orario di servizio, anche nel corso delle sue ferie, per fornire, spesso anche telefonicamente, risposte ai tanti nostri perché, per fronteggiare la nostra demotivazione e le nostre preoccupazioni, per darci la forza di sperare e andare avanti, anche nei momenti più drammatici, fiducioso, come è sempre stato, nell’alto livello scientifico dell’Azienda Ospedaliera “Cervello”.
Sono convinta, come nonna, come insegnante, che è difficile "mettere su carta" emozioni, stati d'animo... come difficile è manifestare i propri sentimenti, senza scadere nel banale. Però, in una società che è più disponibile alla denigrazione che al riconoscimento dei meriti, all’odio più che all’amore, una lettera è fondamentale per mettere sulla bilancia della vita i risultati ottenuti e le tante paure iniziali, da un lato, e la fortuna che la mia famiglia ha avuto nell’incontrare personale medico e paramedico qualificato, sempre pronto e disposto a dare risposte in modo garbato ed esauriente a pazienti e parenti.
Tali medici, oltre alle eccellenti qualità professionali messe in atto nell’effettuare un così complesso decorso post neonatale, hanno dimostrato una collaborazione, un affiatamento ed un coordinamento impeccabili. Le capacità professionali di altissimo livello, la facile accessibilità ai rapporti con il personale medico, la disponibilità costante nel fornire spiegazioni e nel preoccuparsi di aggiornare me ed i miei familiari, hanno reso e continuano a rendere, essendo l’iter clinico non ancora concluso, questa mia disavventura meno amara". I grazie sono molteplici come quelli rivolti a "tutti coloro che hanno restituito alla vita la piccola Lisandra, e a coloro che indirettamente collaborano per alleviare le sofferenze di noi ammalati, vorrei esprimere la mia gratitudine e quella della mia famiglia, per averci accompagnati per mano alla fine di un tunnel che sembrava senza via di uscita. Grazie per ciò che siete.
Grazie, infine, a tutto il personale infermieristico che si è prodigato, a tutte le ore, per alleviare i disagi della malattia sempre con cortesia e sorriso. Grazie di vero cuore per ciò che siete e ciò che fate! Siete stati eccezionali!". Ma non manca l'appello, toccante e vero, alle istituzioni siciliane e nazionali, quando scrive che "come cittadina del Sud, ed in particolare della Sicilia, sarebbe per me motivo di immenso orgoglio se l’Azienda Ospedaliera “Vincenzo Cervello” fosse valorizzata dalle Istituzioni come Centro di Eccellenza a livello nazionale, in quanto costituito da personale altamente qualificato, che tra le infinite difficoltà socio-economiche di oggi, continua a credere con fermezza nella propria difficile missione, dando anche sostegno psicologico e morale a chi come me, in un attimo, vede la propria vita sfuggirgli di mano". Questa è la società che tutti dovremmo auspicare: quella nella quale si è capaci di ringraziare chi fa meglio e chi opera per il bene.
Antonio Fundarò