Nigeriano pulisce la strada: “Di lui mi hanno colpito senso civico e voglia di lavorare”
Questa mattina ho fatto una passeggiata con mio padre. Ad un certo punto vedo un uomo: è un nigeriano che vive a Palermo da 6 anni. Stava pulendo perfettamente, senza ricevere nulla in cambio se non qualche spiccio, il marciapiede di via Liberta. La cosa che mi ha colpito di lui è il senso del dovere e la voglia di lavorare. Questo poverino ha una figlia, che lui mantiene in questo modo. Penso che con quello che stava facendo, dimostrava tre cose: noi cittadini palermitani non ci curiamo della nostra città; il comune pare non avere un sistema adeguato di pulizia; non bisogna mai giudicare prima di conoscere una persona (che sia un immigrato o no).
Questo extracomunitario, quest'uomo diligente, si è dimostrato più cittadino di Palermo rispetto a noi palermitani, che ci viviamo da quando siamo nati (e che buttiamo giornalmente di tutto e di più nelle strade). Questa persona è l'emblema del buon lavoratore. Noi palermitani dovremmo fare un corso di "educazione al rispetto ambientale" (e non solo quello...). Ma ognuno ha le sue colpe: anche il Comune ne ha. La nostra amministrazione non ha un sistema di pulizia delle strade adeguato e, mi sembra, neanche una grande quantità di spazzini. Io darei questo lavoro a chi ne ha bisogno, come l'uomo che ho incontrato (che sa fare anche tante altre cose e che si meriterebbe forse di più), il quale deve essere premiato.
La buona volontà non è acqua sporca. Lui, come ognuno di noi, deve vivere una vita come gli altri. L'uomo che ho incontrato è un esempio per tutti. Non siamo tutti uguali e ciò significa che non tutti (anzi, la minor parte) di immigrati che vengono qui creano problemi o non vogliono lavorare. Tutti vogliono vivere, com'è giusto che sia, rispettando la legge. Vorrei che queste mie parole arrivassero al Comune e a tutte quelle persone che inquinano le strade e che giudicano senza conoscere le persone. Spero fortemente che questo messaggio possa arrivare all'uomo che ho incontrato, per dargli un pizzico di felicità e per dare un futuro normale e dignitoso alla sua bambina.