Palermo e l'inciviltà, la riflessione: "E se iniziassimo a rispettare le regole invece di puntare il dito verso chi non controlla?"
Riceviamo e pubblichiamo
Oggi non voglio inviare una segnalazione, bensì una riflessione. Ogni volta con molta curiosità leggo i vostri articoli e le segnalazioni da parte di alcuni utenti. Prendo spunto da quest’ultima segnalazione, quella del "regno della doppia fila" ad esempio. La quale condivido ma in parte, perché in questa segnalazione alla fine si punta il dito contro chi dovrebbe controllare, che a detta del segnalante sembrerebbe essere assente. Ammesso e non concesso che sia realmente così, ma perché non ci poniamo un’altra domanda, che esula dal solito fatto che il palermitano medio è ‘incivile’, io direi che gli incivili siamo noi. Siamo noi perché ci facciamo trascinare da un sistema marcio, siamo noi che per primi evitiamo di metterci la cintura ( per la nostra sicurezza tra l’altro), siamo noi che per primi parliamo al cellulare distraendoci continuamente dalla guida, siamo noi che attraversiamo lo stop pensando che non passi nessuno, o che addirittura la precedenza sia nostra perchè siamo arrivati prima.
Siamo noi che per primi, per l’appunto, abbandoniamo il nostro veicolo non in seconda fila, ma in terza fila, in quarta fila perché ormai è consuetudine, siamo noi che gettiamo la carta a terra, le cicche delle sigarette ed abbandoniamo persino l’immondizia per strada… perché in fondo il mondo non lo cambieremo noi con le nostre buone azioni, perché già va a rotoli. In realtà, oggi come oggi è veramente facile puntare il dito contro chi dovrebbe controllarci, contro chi si dovrebbe occupare di far "qualcosa" o contro chi fa l’incivile (quando non lo siamo noi). Ma il vero punto è, che forse dovremmo iniziare a puntare il dito verso noi stessi.
Sì, esatto, avete capito bene: se continueremo a pensare che la società o il mondo non lo cambieremo noi, non cambierà mai nulla. Anche perché quando ci sono i controlli ci lamentiamo, quando viene elevato un verbale o semplicemente chiedono un documento, le persone hanno da ridire, iniziano ad insultare i "controllori" o persino aggredirli, dicendogli che lavorano per rovinare la vita alle persone o per come noi usiamo dire nel gergo al fine di "consumarle" le persone. Se invece ognuno di noi si facesse un bell’esame di coscienza ed iniziasse a pensare che forse, con delle semplici azioni come ad esempio cominciando dal fatto di non gettare la carta per terra, di non smaltire i rifiuti per strada o addirittura di non abbandonare la macchina in doppia fila, forse, si potrebbe forse potrebbe cambiare sul serio qualcosa. Il vero punto è sperare in noi stessi, negli altri, nella società! Che ad oggi sta andando proprio a rotoli.