Lettera aperta al vescovo Lorefice: "No alle messe cantate e omelie di tre minuti per evitare rischi Covid"
Caro Arcivescovo Lorefice, come cattolica praticante di questa chiesa palermitana, sento l'urgenza di rivolgermi direttamente e pubblicamente a Lei, visto che nelle chiese da me visitate nell'ultimo periodo ho riscontrato le identiche inaccettabili condizioni. A tutela della salute dei fedeli e onde evitare drastiche misure che potrebbero portare a chiudere nuovamente le porte dei luoghi di culto, sarebbe opportuno che Lei come vescovo (se non lo avesse già fatto) desse indicazioni ai parroci a celebrare riti brevi, con omelie scarne ed essenziali, in modo da ridurre il tempo di permanenza nella chiesa. Evitare assolutamente di cantare e soprattutto di non permettere a coloro che manifestano segni sospetti ( tosse, starnuti, ecc.) di entrare in chiesa ed eventualmente a farli uscire nel caso non lo abbiano riferito prima di entrare. So bene che chi canta prega due volte, ma so anche che il virus si trasmette per via aerea e cantare significa dare forza al fiato. Ho spesso notato che i cantori ( proprio stamattina in una chiesa di Borgo Nuovo) si tolgono la mascherina incuranti di ogni cautela. Faccio appello a Lei perché non vorrei che si richiudessero le parrocchie. In fondo, il buon Dio capirà se in questo particolare momento storico le omelie saranno di tre minuti e le messe cantate solo a San Pietro dove sicuramente le norme sono più che rispettate. Cordiali e deferenti saluti.