Le droghe e i giovani
Invio il mio contributo, che è la mia storia.
Nella piccola città di Ilaria, la ragazza trovata morta in spiaggia, io ci sono nato. Più che una città è un grande paese dove alla fine ci si conosce tutti, dove il " a cu appartieni?" di Palermo non è necessario. Si vive e si lascia vivere.
Mia madre mi ha cresciuto dicendomi che la peggior razza di uomini al mondo sono gli spacciatori, lei ne era certa avendone sposato uno. I miei ricordi nella mia città sono per lo più lontani e sfocati, ma ci sono cose che ricordo benissimo: ragazze drogate che bussavano cercando mio padre, le botte e le umiliazioni che doveva subire mia madre quando non si piegava ai suoi capricci, poi ricordo colpi di pistola ed in fine la nostra auto in fiamme. Mio padre era uno spacciatore, uno di quelli senza scrupoli che ti lascia mezzo morto se non lo paghi, "mezzo" certo, perchè morto non gli servi a nulla. Durante la mia adolescenza mia madre si preoccupava che non fossi abbastanza sveglio, che non avessi capito la vita, il pericolo e le gioie di questo dono, mi credeva troppo ingenuo eppure sono rimasto fuori dai giri della droga.
A Palermo, a Messina, in Italia la droga scorre a fiumi, già a 13 anni vedevo i miei compagni fumare le prime canne, a 16 durante l'ora di matematica si preparavano in classe per fumarle durante l'intervallo, dai 17 anni in poi, probabilmente in ritardo, ho avuto occasione di riufiutare gentilmente pasticche e polveri, ripetendomi le parole di mia madre:"la prima volta te la regalano sempre...".
L'ho vista nella Palermo bene e nelle borgate, sempre presente come l'amico figo di cui non puoi fare a meno ad un evento. Dico no alla droga, perchè la droga ha segnato la mia vita pur non avendone mai fatto uso.
La droga è un problema reale in questo mondo virtuale, mi chiedo di cosa ci si meraviglia, sento in giro commenti sulla morte di questa povera ragazza che sono pugnalate nel cuore di chi l'amava, perchè ricordatevi che Ilaria è figlia, sorella, parente e amica di persone come noi. Giudicano il suo abbigliamento, i suoi capelli, i suoi percing, il suo non aver resistito a provare sensazioni nuove e sbagliate, che vanno al di là della gioia di un like, di un poke, di seguaci. Non ha resistito Ilaria a questa vita piena di virtuosismi e apparenze, ha cercato in quei cristalli il brivido che l'ha portata alla morte. Ilaria è nostra sorella, figlia, amica. Il fatto che si sia drogata non la rende meno vittima di questa società che dagli anni '70 ad oggi è così lontana dal welfare dei suoi componenti, da essere la maggior causa della loro fine.
La droga è Merda, urlatelo a voi stessi ed al prossimo, toglietevi dagli schermi e datevi la possibilità di saper riconoscere la bellezza di un tramonto che non osservate da una foto, respirate l'aria umida del crepuscolo, la vita è importante, la vostra, la mia e anche quella di Ilaria, lo dico io che porto il cognome di uno spacciatore, lo dico io che si può dire no e che la vita è bella in un modo strepitoso, che quando lo capisci davvero resti senza fiato e pensi: -Vivo! Lo dico io che non sono nessuno se non un milite ignoto, una virgola tra i vostri pensieri mentre leggete. Ilaria non c'è più e le dobbiamo rispetto. Riposa in pace ragazzina.