Lavavetri picchiato dal "branco", scene di ordinaria follia a Palermo
Ore 1:30 - Come di consueto, nella buona tradizione palermitana, decido di concludere la serata di mercoledì con un bel pezzo da Ganci in via Malaspina, accompagnato dal mio amico Federico. Arrivati da Ganci assistiamo ad una delle scene più raccapriccianti che la nostra città ci abbia mai regalato, degna immagine della spirale di violenza che ci sta lentamente risucchiando da 2-3 anni a questa parte in tutte le zone più frequentate dai cittadini.
Chi frequenta Ganci in Via Malaspina, più o meno solitamente, sa benissimo che ormai da un pò di tempo, c'è un lavavetri sulla quarantina, di colore, che opera solo su richiesta delle persone che posteggiano di fronte alla rosticceria. Ebbene, giunti sul posto per consumare il nostro benedetto pezzo, vediamo 4 persone, che comunemente sarebbero state etichettate da tutti noi come un "branco di gargi", che scherzavano col lavavetri in modo apparentemente innocuo. Le risate si amplificano e gli scherzi si trasformano in veri e propri atteggiamenti di sfida, che raggiungono il culmine quando una di queste persone, parte del "branco", inizia a toccare la bici del povero lavavetri, buttandogli a terra le varie bottigliette piene di spirito.
Quell'uomo era solo, i negozianti hanno fatto finta di niente e inizialmente anche noi, ci siamo limitati a guardare, il senso di impotenza era quasi opprimente. Ma non c'è limite al peggio, infatti, uno di questi delinquenti per dimostrare agli amici che era il più forte del gruppo, ha iniziato a prendere a calci e pugni il povero uomo di colore esattamente davanti la porta scorrevole della rosticceria, un altro tizio del branco, chiamiamolo "il più mite", "il cervellone", tira via l'amico e lo "dissuade" dal continuare a picchiare quell'uomo. C'è da dire, che non eravamo tantissimi di mercoledì notte davanti la rosticceria, e nello stupore generale, l'unica cosa che mi sono limitato a fare è stato quello di aiutare il povero cristo ad alzarsi da terra, mentre gli sgorgava sangue dal naso.
Passano pochi minuti e arriva la pattuglia di polizia, che avrà ricevuto la segnalazione da qualcuno che era affacciato alla finestra e aveva assistito ai gesti infami di questi reietti della società, e vediamo che tre del branco rimangono lì, il quarto che chiameremo "il più aggressivo e vivace" con passo svelto si va a nascondere nel bar a pochi metri dalla rosticceria. Nel frattempo, arriva una seconda pattuglia, di fatto non chiedono informazioni a nessuno, iniziano solo a controllare in giro con lo sguardo, il lavavetri rimane lì, i 3 gargi rimangono sempre all'interno della rosticceria per controllare la situazione, far finta di niente e intimidire la persona di colore, a bassa voce, dicendogli "pigghiati a bici e vatinni".
Presi dal totale sconforto, perchè nessuno poteva dire niente, allora ho fatto quello che comunemente dalla mia comunità è riconosciuto come il fare la spia o meglio "u cascittuni", ossia mi sono allontanato, ho chiamato il 113 e ho dato una descrizione dettagliata del gruppo (che nel frattempo si era interamente riunito nel Bar) e pochissimi secondi dopo vedo uscire i quattro poliziotti e dirigersi verso il Bar con spasso spedito.
Ora purtroppo, non so come si sia concluso il tutto, ma la cosa che mi ha fatto più male è vedere aggredire una persona senza alcun tipo di motivo e non poterla di fatto difendere nell'immediatezza, l'unica cosa che ho potuto fare è stato segnalare e sperare che la polizia dopo ben due segnalazioni abbia fatto gli opportuni controlli, nella speranza che uno di questi abbia avuto qualche precedente.