Guadagna, niente distributori di biglietti e utenti costretti a pagare il sovrapprezzo
Arrivato da pochi giorni da Milano, dove lavoro da alcuni mesi, abitutato già a prendere i mezzi pubblici, dovendo andare in centro decido di provare il servizio metro che offre la città di Palermo, la mia città. Mi reco presso la stazione "Guadagna" e arrivo pochi minuti prima dell'arrivo del treno regionale delle 8.41 diretto per Giachery. Non trovo le macchinette automatiche per i biglietti, nonostante il cartello fuori la fermata che ne segnala la presenza.
Scendo deciso verso i binari (ammazzandomi quasi perché le scale sono bagnate, lavate ad un orario "comodo") sperando di trovare almeno li l'"oggetto desiderato" e invece trovo solo le macchinette obliteratrici. A questo punto arriva la parte migliore della storia: arriva il treno, le porte si aprono e mi spalancano la vista del controllore, una donna sulla quarantina. Le chiedo da fuori il treno, senza entrare dentro, se posso fare il biglietto dentro e lei con aria minacciosa e col viso alterato mi risponde: "non ne voglio sapere niente, se sali senza biglietto ti faccio la multa oppure devi pagare 5 euro in più il prezzo del biglietto e ti vendo il biglietto". Allibito le faccio notare che non ho trovato le macchinette automatiche e lei mi risponde prontamente "c'è il tabacchi fuori, vallo a fare lì". Di istinto mi esce la solita frase che esce a tutti i meridionali trapiantati al nord: "vengo da Milano, queste cose lì non accadono, facciamo ridere davvero l'Italia".
Il treno rimane fermo, lei esce fuori e mi guarda mentre mi allontano. La vedo, le rivado incontro sperando di averla impietosita. Non le dico nulla, anzi le dico solo "ma devo fare il biglietto fuori da qui e aspettare il prossimo treno che passa solo fra un'ora?", lei mi guarda e mi fa :"se vuoi il biglietto te lo faccio ma mi devi dareb. Non le rispondo nemmeno, me ne vado. Il treno riparte (l'autista si era affacciato come dire "cam'a fari?"). Scatto le foto che allego a questo post. Esco. Ricerco le macchinette: nulla. Vado al tabacchi, faccio il biglietto (un classico biglietto Sisal, tipo quelli per giocare al Lotto, forse perché non esistono più i classici biglietti di una volta?).
Torno a casa e nell'attesa del prossimo treno scrivo questo post. E'inaccettabile secondo me che per un disservizio della società che gestice i treni io debba andare a comperare il biglietto dal rivenditore di tabacchi, perdere una corsa (perdendo un'ora) e arrabbiarmi pure. Se il disservizio è creato da loro o da chi per loro secondo me, con molto buon senso, la signora controllora avrebbe potuto farmi il biglietto senza farmi pagare alcuna "penale" e utilizzando anche un tono un pò più calmo visto che sono stato educato e sorridente come sempre. Sono in ferie, mi sto godendo la famiglia, ma queste cose mi fanno voglia di tornare su a Milano, lontano da queste barzellette.
Gianpiero