Da Gesip a Reset, lettera aperta al sindaco di Palermo
Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile Sig. Sindaco,
da tanto tempo desideravo scrivere questa lettera, finalmente il momento è arrivato, sono anche convinto che la presente mi attirerà gli strali di molti. Le scrivo adesso che finalmente la GESIP chiude il suo capitolo definitivamente ma su di essa alcune cose si debbono scrivere.
I congiurati di questo "omicidio" sono tanti, possiamo citare i politicanti avvoltoi che si sono cibati di essa, ai funzionari / dirigenti comunali che hanno predisposto la delibera di bilancio in cui GESIP veniva tolta dal bilancio al Sindaco, alla giunta ed al consiglio comunale che approvarono quella scelta ed anche ai dipendenti della stessa azienda che in tutti gli anni non si sono rivoltati contro le ruberie, le scaltrezze in essa compiute ed alla fine anche Lei non si è sottratto al colpo finale come Bruto che uccide Cesare (parafrasando Tu quoque, Orlande, Patre mi!).
Eletto alla carica di Sindaco nel maggio 2012 ponevo in Lei fiducia che avrebbe fatto emergere il marcio di GESIP dalle assunzioni dei amici degli amici della politica alle prebende post-elettorali e cosi via……. invece nulla di tutto ciò, il silenzio più assoluto su una azienda che oggi credo si ritrovi 40/50 milioni di debito e con i suoi dipendenti mortificati e con retribuzioni al limite della sopravvivenza. In questi mesi di forzato astensione dal lavoro ho avuto la forza di andare avanti avendo un solo pensiero che forse dovevo comunque ritenermi fortunato rispetto magari alle tante situazioni di disperazione che i media ci mostrano.
Leggere, studiare tenersi aggiornato è stato positivo e proprio durante la lettura di un libro su Paolo Borsellino come un novello Archimede Pitagorigo mi si è accesa la mitica lampadina. Stavo appunto leggendo la parte in cui si narravano le vicende legate alle polemiche su Giovanni Falcone e su quelle frasi mi è venuto in mente il suo (o di Padre Pintacuda) celebre teorema , molti definirono Khomeneista, "Il sospetto è l'anticamera della Verità".
Così partendo da questo nella mia mentre si era fatto avanti un tarlo che ripeteva una dicotomia "bene o male" ossia riflettevo tutte le ultime vicende della Gesip ed il suo passaggio alla Reset. Così ho iniziato ha rileggere con un occhio critico tutti gli atti ad essa collegati. Come lei ben saprà il 30 dicembre scorso sono stati sottoscritti gli accordi per il trasferimento dei lavoratori gesip spa e srl presso la neonata reset.
Quando lessi la prima volta mi soffermai solo sul contenuto dell'accordo ossia il passaggio alla reset, le condizioni economiche e vi dicendo, ma rileggendo con spirito critico mi sono accorto di alcune stranezze davvero singolari e qui è ritornato in mente "Il sospetto è l'anticamera della Verità". Si sig. Sindaco Il sospetto/certezza che forse qualcuno ha giocato sporco ma andiamo per ordine:
Leggendo le premesse mi accorgo di due stranezze:
1 viene citato un parere reso dal Ministero dell'Economia
2 viene citata la sentenza del Tribunale di Palermo nel quale si afferma che lo stesso ha accertato lo stato di insolvenza ma che non può dichiarare fallibile la Gesip per mancanza del requisito di imprenditore commerciale.
Bene ripensando e poi rileggendo non mi sembra possibile che siano stati commessi due grossi errori ("Il sospetto è l'anticamera della Verità".) ed allora cerco la normativa sulla legge fallimentare e non trovo nessun articolo che parla di intervento/parere da parte del ministero dell'Economia vabbè penso sarà un errore dovuto all'orario in cui è stato scritto.
MA sul secondo punto non trovo nessuna scusa rileggo allora la sentenza dell'08/01/2013 ed in essa non trovo nessuna dichiarazione da parte del collegio giudicante dell'esistenza in Gesip di una stato di Insolvenza infatti il collegio rileva solamente l'insussistenza del requisito di imprenditore commerciale così come prevede la legge fallimentare ma in essa si parla del Parere reso dal Ministero dello sviluppo economico, (HAIIII)
Qui caro sindaco le antenne si drizzano è penso non può essere 2 errori cosi gravi e perché? Allora decido di analizzare la normativa che sott'intende alla cessione del ramo di azienda ex art. 2112 del codice civile trovo si google tanti articoli, tesi di laurea e tanto altro ma ad un cero punto della ricerca appare un link per il Ministero del Lavoro apro distrattamente il link ed è stato come se avessi sfregato la lampada magica. Ora le chiedo sig Sindaco siamo sicuri che sulla cessione del ramo di azienda da Gesip a RESET era applicabile l'art. 2112 cosi come novellato dall'art. 47 della legge 428/1990 ????
Beh io direi che non era applicabile forse dovrà chiedere a qualcuno dei suoi consulenti se era a conoscenza dell'interpello 32/2014 emesso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali - direzione generale per l'attività. Ispettiva. Ebbene è da chiedersi ma cosa dice tale interpello ?.... Tale interpello dice che l'art. 47 della sopracitata legge possa essere applicato ad una società (diciamo come gesip) solamente quando una pubblica autorità ministero o tribunale accerti lo stato di crisi. Ed è leggendo tale interpello che il dubbio se fatto certezza qualcuno ha barato, mischiando le carte in tavolo giocando sulla mancata conoscenza di questo piccolo particolare.
Ebbene dove sta il nocciolo della questione l'interpello 32/2014 parla proprio di ministero dell'economia ed intervento di tribunale (2+2 fa sempre 4). Ora è da chiedersi perché sono stati inseriti tali riferimenti nell'accordo ci aiuta un proverbio siciliano che dice fari trasiri u sceccu pa cura ossia che qualcuno inserendo i due errori abbia voluto così rendere diciamo "conforme" il passaggio…...?
Leggendo attentamente sia l'interpello 32/2014 in combinato disposto con la sentenza del tribunale di Palermo possiamo a ben dire che ai dipendenti Gesip non era applicabile l'art. 47 della legge 428/1990 ossia non era possibile ad essi applicare quel passaggio di azienda applicando la riduzione economica prevista dai commi 4 e 5 ossia sarebbe dovuta avvenire applicando l'art. 2112 così come previsto con tutti i diritti già goduti dai lavoratori gesip.
Ed aggiungo che sulla base poi del solo interpello l'art. 47 non era minimante applicabile poi ai colleghi di Gesip srl. Caro Sindaco adesso come la mettiamo, come risolviamo la vicenda certo qualche testa dovrà saltare o quanto meno qualcuno dovrebbe avere per rispetto ai dipendenti Gesip ed a LEI l'accortezza di mettersi da parte.
Adesso se lei crede nella sacro valore della legalità che ne dice di ripristinarla a favore dei lavoratori gesip io da parte mia penso che segnalerò il tutto alla autorità giudiziaria per la tutela dei miei interessi e dei miei colleghi.
Nell'attesa di una sua cortese risposta cordiali saluti
Massimo D'Asta - Dipendente RESET