Food & Fuddia: tutti pazzi per il cibo di strada
I dati parlano chiaro. Palermo dopo Bangkok, Singapore, Menang e Marrakesh si posiziona al quinto posto nella classifica delle dieci capitali mondiali del cosiddetto "street food". Virtual Tourist.com, la più grande community di viaggiatori del web e Forbes, nota rivista americana, confermano la grande magia sprigionata dalle pietanze palermitane. Di certo, noi siciliani non abbiamo mica difficoltà nel trovare qualcosa da mangiare con un ottimo rapporto qualità-prezzo.
Tra cultura e sapore, il cibo di Palermo racconta una storia, la nostra. La tradizione in cucina, porta i segni delle tante colonizzazioni avvenute nei secoli, dai romani agli arabi, dai normanni agli spagnoli e perché no, anche così, portiamo avanti le nostre forti e indissolubili radici. Per le strade di Palermo, tra odori forti, dolci, acri e invitanti, sin dal mattino senti il vociare degli ambulanti di "sfincionello" e "pane cà meusa", che risvegliano il languorino dei più coraggiosi. Eh si, noi Palermitani siamo coraggiosi in tante, tantissime cose ma far colazione alle sette del mattino con un panino con le panelle, ci rende ancora più audaci! Le parole "a tavola...Si mangia!" rimarranno sempre le nostre preferite eppure c'è sempre uno spazietto libero per il cibo di strada.
Considerata la più antica e ineguagliabile cucina, perdurata nel tempo, Palermo richiama l' attenzione e i sensi dei cittadini e dei turisti che vengono affascinati dai profumi, dai colori e dai sapori unici e singolari. Spesso, incuriositi da questo "paradiso culinario", si avventurano in tour eno-gastronomici improntati sullo street food. Percorrendo le vie del centro storico tra profili arabeggianti e panoramiche storico-artistiche della città, si approda alla scoperta dei veri e antichi sapori. Su una griglia calda e fumante, interiora di vitello intrecciate con cipolla scalogno, le cosiddette "stigghiola", tanto amate nelle occasioni, ma soprattutto nelle tanto attese scampagnate all'aperto.
Continuando il percorso, incuriositi dalla successiva pietanza, si sente in lontananza un profumo stregante; ecco lui, la storica figura del "frittularu" con i suoi riti e le sue tradizioni (il tempo cambia ma il folklore no!). Immerge la mano in un contenitore e con straordinaria velocità, inserisce in un morbido panino la cosiddetta "frittola" ovvero avanzi di cartilagini animali fritti nello strutto. Ma andiamo avanti, non ci fermiamo mica qui. Specialità simbolo è il panino con panelle e crocchè, farina di ceci e purea di patate fritte nell' olio caldo e assaporite da mentuccia o prezzemolo.
"Appanzati" ma stuzzicati dall' idea di nuovi sapori, si giunge nella piazza della Vucciria o nelle zone marinare (Mondello, Sferracavallo, Isola delle Femmine, Romagnolo) in cui gli odori cambiano, il sapore di mare è nell' aria. I "purpari" propongono dei freschi polpi bolliti cucinati al momento e serviti su piatti di ceramica con abbondante limone. Tante, tantissime sono le pietanze dello street food, dal pesce agli scarti della macellazione.
Ma andiamo ad uno dei dibattiti più frequenti: arancina o arancino? Non ci sono dubbi, "l' arancina è fimmina". Storie narrano che questo cibo, invidiato in tutto il mondo, è stato importato dagli arabi, ghiotti di riso arricchito da zafferano, spezie e carne. Il 13 Dicembre è uno dei giorni più attesi dai palermitani poiché astenendosi nel mangiare pane per devozione alla Santa, assalgono le rosticcerie riempendo vassoi ricchi di arancine sia salate che dolci. Eh sì, Palermo è ricca di usi e tradizioni ed una delle testimonianze principali è il cibo di strada che giorno dopo giorno, segna la storia portando con sé gli strascichi del passato. La "pratica dell' arrangiarsi" è divenuta arte e pur essendo ostacolata dalle nuove tipologie di cucina e dai noti fast-food seminati nelle vie della città, lo street food rimane e rimarrà per sempre la più antica e ineguagliabile tradizione gastronomica.
Caroline Cormaci