"Io, studente Erasmus in Grecia e i 'tempi tecnici' dell'università"
Vorre far nuovamente luce su un argomento che ha dell'incredibile. Io sono uno studente dell'Università di Palermo che attualmente si trova a Salonicco in Erasmus. Io ho firmato un contratto per la mobilità (per la borsa di studio erasmus, per intenderci) in cui nell'articolo 4 c'era scritto così: "Entro 30 giorni dalla ricezione della conferma di arrivo del Partecipante, e verificata la regolarità della documentazione, è emessa la disposizione di liquidazione del prefinanziamento". La ricezione della conferma del mio arrivo è stata spedita da me nei primi di ottobre, quindi mi aspettavo i soldi entro i primi di novembre. Siamo al 21 novembre e gli uffici competenti mi scrivono "tempi tecnici".
Io credo di poter parlare a nome di tutti gli studenti erasmus: questi tempi tecnici esistono solo per l'università di Palermo, perché tutti gli italiani che ho conosciuto hanno ricevuto o tutta o una parte della mobilità. Come se la situazione non bastasse, la mia fascia di reddito di appartenenza è quella zero, ovvero la più bassa, quindi lascio immaginare quanto sia gravoso per la mia famiglia sostenere un figlio all'estero con un affitto da pagare. I miei genitori hanno già speso circa 800 euro a causa dei "tempi tecnici". Tempi tecnici, lo ripeto, che esistono solo a Palermo, che ancora una volta non si smentisce mai. Il messaggio che sta passando è quello che uno studente con bassa disponibilità economica non può permettersi un'esperienza così produttiva ed educativa. Io magari riceverò i soldi fra qualche giorno, ma la mia lotta contro questi "tempi tecnici" non finirà qui, perché tutti debbono avere la stessa opportunità e perché l'Università di Palermo deve crescere ancora, perché siamo ancora troppo indietro. Io vi prego di aiutarmi a capire come far luce su questa questione, perché qualcuno deve vergognarsi di tutto ciò.