"Io, all'ottavo mese di gravidanza, ribalzata tra gli uffici del Comune per un certificato"
Sono una residente nel Comune di Palermo e desidero segnalare un grave disservizio dell’ufficio Stato Civile. Attualmente mi trovo a metà dell’ottavo mese di gravidanza e per le coppie non sposate è necessario effettuare un “prericonoscimento del figlio” al fine di non avere problemi nel riconoscimento dopo la nascita da parte del padre qualora io fossi impossibilitata a recarmi agli uffici dell’Anagrafe nei dieci giorni successivi al parto. Ebbene, sono già trascorse tre settimane da quando abbiamo tentato di effettuare questo prericonoscimento ma ancora non ce ne è stata data la possibilità.
Inizialmente mi sono recata per informazioni all’ufficio Anagrafe di viale Lazio, dove mi è stato detto che questo servizio veniva svolto dagli uffici della circoscrizione. Pertanto, mi sono recata presso l'ufficio della mia circoscrizione in via Monte San Calogero. Anche lì mi è stato detto che non si trattava dell’ufficio corretto e sono stata mandata allo Stato Civile in piazza Giulio Cesare. È facile immaginare come per una donna in stato avanzato di gravidanza, andare in giro da un capo all'altro della città in tempo di pandemia non sia la migliore delle esperienze. Arrivata all'ufficio Stato Civile mi è stato detto che la persona che si occupa di questo servizio sarebbe rientrata solo il lunedì successivo, pertanto ho preso appuntamento tramite il servizio di prenotazione online. Quel giorno, il mio compagno ha chiesto un permesso presso l'istituto scolastico in cui lavora e ci siamo recati all'appuntamento. Arrivati lì, il portiere ci ha comunicato che a causa di un caso di Covid verificatosi il venerdì precedente, tutti gli uffici erano stati chiusi. Non si comprende perché, se le prenotazioni sono gestite in maniera telematica tramite indirizzo email, nessuno si sia premurato di comunicare l'annullamento delle prenotazioni. Abbiamo quindi preso un ulteriore appuntamento per oggi, 19/04/2021. Visti i precedenti e la mia condizione attuale, ho reputato opportuno telefonare all'ufficio in questione prima di recarmi lì fisicamente. La prima volta mi è stato risposto che la persona che si occupa del servizio oggi non si è recata a lavoro e alla mia richiesta della presenza di un sostituto mi è stato risposto negativamente. Mi chiedo, dunque, se sia accettabile l’idea che esista una sola persona in grado di effettuare un determinato servizio per un comune di quasi 700.000 abitanti.
Ho chiesto di parlare con il responsabile e mi è stato dato un numero di telefono al quale nessuno ha mai risposto nonostante i ripetuti tentativi effettuati nell’arco di oltre un’ora. Trascorso tale tempo ho ricontattato il centralino e mi è stata data un'altra versione dei fatti, ossia che la sezione dell'ufficio in questione è ancora chiusa a causa del caso Covid risalente ormai a due settimane fa.
Trovo inconcepibile che questo precluda il diritto di una coppia di riconoscere il proprio figlio e non vengano previste modalità alternative come nella stragrande maggioranza dei servizi pubblici (la sostituzione temporanea del personale preposto o la possibilità di svolgere il servizio da remoto in situazione di pandemia).