Virus, la lettera di 4 studenti: "Sbagliato chiudere le scuole senza consultare i giovani"
Siamo alcuni studenti di Palermo e frequentiamo la scuola secondaria di secondo grado. Pur condividendo le preoccupazioni dei nostri governanti, non siamo d’accordo circa la chiusura della scuola, soprattutto senza aver chiesto il nostro parere, dato che siamo il futuro della società. Perchè non incrementare i mezzi di trasporto? Piuttosto che gravare sulle opportunità che abbiamo di maturazione culturale. Comunque se ancora il governo siciliano non ha deciso vorremmo esprimere il nostro disaccordo circa la chiusura della scuola: innanzitutto perché chiudere quelle scuole che hanno adeguato aule e personale e quant’altro per gestire l’emergenza Covid non ci sembra rispettoso. Neanche verso noi alunni che teniamo alla frequenza e che ci sentiamo al sicuro all’interno delle nostre scuole.
Partiamo dal perché non bisognerebbe chiudere le scuole se non in condizioni di gravissima e irreversibile emergenza pandemica. La salute psicologica dei ragazzi: sappiamo per esperienza quanto, durante il periodo del lockdown, la mancanza del contatto diretto con l’ambiente scolastico e della socialità abbia pesato sulla psiche degli studenti (specialmente in una fase delicata come quella dell’adolescenza). Gravi mancanze nella didattica: molto spesso viene detto che la didattica a distanza sostituisca in pieno le lezioni in presenza. Noi studenti che viviamo quotidianamente la scuola in sé e per sé sappiamo quanto questo sia falso. Falso. Una lezione davanti al pc non sostituirà mai l’apprendimento in classe davanti ad una lavagna e ad una persona in carne ed ossa. La dispersione scolastica: in molti istituti di periferia, in cui il tasso di frequentazione è molto basso a causa di particolari e disagiate condizioni sociali, la didattica a distanza azzererebbe praticamente qualsiasi possibilità per questi soggetti, i quali spesso hanno disponibilità economiche particolarmente ridotte, di partecipare alla vita scolastica.
In questo periodo in cui le restrizioni costringono noi ragazzi a non poter avere contatti particolari con il nostro gruppo di amici, la scuola rappresenta l’unico “sfogo”. Naturalmente siamo consapevoli del fatto che mantenere le scuole aperte in questa situazione potrebbe risultare pericoloso, ma se si rispetteranno le giuste precauzioni, continuare la didattica in presenza potrebbe essere un’opzione pienamente valida. Intendiamoci, noi non riteniamo assolutamente di avere alcuna competenza nel campo della virologia, ma crediamo che evitare la famigerata Dad sia possibile con l’ausilio di uno strumento: la mascherina. Noi crediamo che, coniugando l’utilizzo della mascherina e il distanziamento tra i banchi, per altro misure già adottate in molte scuole, il rischio di contagio sia molto ridotto. Inoltre, per chi volesse cautelarsi ancor di più, abbondano le misure di prevenzione: visiere e igienizzanti. Comunque sia, rimane un fatto: chiunque abbia la volontà di continuare ad imparare, cosa resa complicata, se non addirittura impossibile, dalla Dad, potrebbe sopportare benissimo questo tipo di norme di comportamento anti-contagio, evitando così una chiusura delle scuole. Andrea Faletra, Giovanni Gullo, Adriano La Monica, Giuseppe Vitello