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Costume e Società

Maioli, una ribelle libera di Copenaghen che amò e dipinse Palermo: la storia in un libro

Anna Maria Ruta traccia il ritratto di Elisa Maria Boglino, una pittrice eclettica tra le protagoniste più significative della storia dell’arte del Novecento. Dal Nord arrivò in città per studiare l’arte arabo-normanna

Il ritratto di una pittrice eclettica, definita una “ribelle libera”, tra le protagoniste più significative della storia dell’arte del Novecento. Edizioni Kalós pubblica un nuovo volume, per la collana Profili d’arte, dedicato alla figura di Elisa Maria Boglino, all’anagrafe Maioli. Si chiama "Elisa Maria Boglino. Un percorso d’arte tra Copenaghen, Palermo e Roma" il libro scritto da Anna Maria Ruta.

Nata a Copenaghen nel 1905, Elisa Maria Maioli rivela subito le sue tendenze artistiche, frequenta l’Accademia danese di Belle Arti ed espone nella sua e nelle città vicine. Dal Nord Italia arriva a Palermo nel 1925 per studiare l’arte arabo-normanna e un paio di anni dopo sposa l’avvocato Giovanni Boglino, vicino al gruppo di artisti che la giovane frequenta negli studi della Zisa.

Il suo espressionismo nordico si mescola a quello meridionale sfumando colori e forme: cattura subito l’ottica straniata con cui osserva uomini e cose. Negli anni Trenta, considerati il suo periodo più felice, si intensifica la sua attività espositiva da Milano a Roma e a Berlino, fino alla sua Danimarca.

La sua produzione artistica tocca altissime vette con quadri come Lavandaia, Ragazza con bambina e Le alienate, considerata la sua opera più importante. Elisa Maria Boglino accompagna alla pittura il disegno, soprattutto negli anni bui della guerra vissuti a Santa Anastasia, nel cuore della Sicilia, e più tardi anche la scultura.

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