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L'inquietudine di una generazione nel nuovo album del rapper palermitano Pushmmua

Si chiama "Mmua" il disco che rappresenta l’anima sperimentale dell’artista classe ’96. Un viaggio musicale composto da 12 tracce

Esce in digitale “Mmua”, album d’esordio del rapper palermitano Pushmmua, un disco che rappresenta l’anima sperimentale dell’artista classe ’96, che racconta l’inquietudine tipica di una generazione attraverso un mix di elettronica e rap melodico. “Un’inquietudine che nasce da quella voglia di andare via dalla propria città - racconta l’artista - ma anche da quella malinconia verso le donne conosciute durante il corso della vita. Il sound è ‘notturno’, sperimentale ed elettronico, mentre i testi sono lenti e melodici. Dunque ho cercato di mischiare le note della voce a quelle della base per creare simbiosi e unicità”.

Il disco apre con “Forse ero io” che accoglie l’ascoltatore e lo accompagna in questo viaggio composto da 12 tracce. Si parte con “Si, bhe”, un profondo tuffo nello stile 070 Shake, mentre “Illuminati ft Venair” con il ritornello in falsetto è un riferimento alla trap-soul francese. Cassa dritta e strofa ricercata caratterizzano “Noia ft solodavide”. Il disco prosegue con “Dèi”, un inno alla generazione giovanile, quella che si sente invincibile ma, scontrandosi con la realtà, capisce che non lo è.

“Mabeibe (interlude)” è l’espressione del divertimento in studio, quello insensato in cui si ripete “mabeibe” per tutta la durata del brano non dicendo altro. Uno dei primi brani creati, che si ispira agli artisti d’oltreoceano, è stato “Eterna ft Ayotemi”: il sound è più allegro, ma in esso si sente tutta la voglia di rivalsa e di evasione da un posto che non dà opportunità. “Ho ancora tutto il tempo ft Ëlle” parla di una notte intensa, una di quelle fatta di litigi, sesso e amore, dove solo il sorgere del sole potrà riportare la normalità. “Giurami”, molto influenzato dallo stile Pnl, si articola in due parti: la prima molto triste e melodica e la seconda invece in cui l’artista ostenta di più.

Si passa poi dal brano trap “Lax3”, a quello più strumentale con “Buenos Aires” che canta una pazza notte in Corso Buenos Aires a Milano. Ultima traccia è “Va bene”, una chiusa perfetta per emanciparsi dalla malinconia che, pur essendo condizione propedeutica, non è costante e obiettivo di questo viaggio musicale. 

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