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Giovedì, 25 Aprile 2024
Costume e Società

Gara tra bartender, un palermitano vola in Messico per la finale di "The collective spirit"

Davide Capodicasa sarà venerdì 19 novembre a Guadalara. L'ultima prova della gara consiste in una presentazione del progetto che in dieci minuti possa convincere definitivamente la giuria di esperti

Migliorare il mondo dei bartender aprendo un locale che punti tutto sul senso di comunità e sull’innovazione tecnologica: è questo il progetto con cui il palermitano Davide Capodicasa, classe 1997, da anni al lavoro nel settore, rappresenterà l’Italia contro altre quindici nazioni alla finale globale di The Collective Spirit.

La competizione è indetta annualmente dalla Tahona Society - il programma di formazione per bartender fondato dai creatori della Altos Tequila, Dré Masso ed Henry Besant - ma a differenza di altre gare simili, il Collective Spirit non chiede ai suoi partecipanti di sperimentare nella preparazione di un nuovo cocktail, quanto di creare un progetto che possa aiutare la comunità bar del proprio Paese. Chi vince si aggiudica cinquantamila dollari da investire nella realizzazione del progetto presentato.

"In molti hanno pensato a progetti che salvaguardassero l’ambiente - racconta il finalista -, puntando esclusivamente sulla sostenibilità. Io ho deciso di concentrarmi, invece, sulla comunità bar". Per farlo, Capodicasa ha analizzato come prima cosa la situazione palermitana: "In città c’è un altissimo tasso di disoccupati che non riescono a inserirsi nel mondo lavorativo, anche in quello della “comunità bar”. E se lo fanno, ci riescono a condizioni umilianti, senza tutele, lavorando in nero per 10 o 12 ore di lavoro retribuite 30 o 40 euro. Una cosa che, anni fa, io per primo ho subìto. Ho pensato quindi a un centro di formazione orientato alle attività di bartender qualificato e barista da caffetteria. In collaborazione con le strutture di accoglienza presenti sul territorio vorrei poi insegnare ai migranti un mestiere. Nello specifico, punterei a far svolgere loro attività di caffetteria, visto che il bartender è invece un lavoro in cui assaggiare il prodotto è fondamentale per preparare alcune miscele, e in certi casi i migranti non possono bere alcol per motivi religiosi. La struttura che ho immaginato prevede un’area caffè, una dedicata ai corsi di formazione per tutti i lavoratori disoccupati, e uno spazio per il coworking, dove prevalga il senso di comunità organizzando iniziative per l’intero settore bartender». Con il premio di cinquantamila dollari, Capodicasa punterebbe poi anche all’innovazione tecnologica: «Vorrei portare in un locale di Palermo strumenti che normalmente vengono utilizzati solo all’interno dei laboratori di chimica, come i sonicatori e gli evaporatori rotanti, e che al momento non sono in dotazione a nessuna realtà in città".

In attesa di sapere se vincerà la finale mondiale del Collective Spirit, Davide si è già attivato girando per i locali di Palermo e individuando esercenti e personale interessati alla creazione di questa comunità. Il progetto che sarà presentato in Messico è completamente “made in Palermo” grazie alla veste grafica disegnata e realizzata dallo studio Ags di due ragazzi palermitani, Angelo Ganazzoli e Giorgia Rampulla.

La finale si terrà venerdì 19 novembre, a Guadalara, in Messico. L’ultima prova della gara consiste in una presentazione del progetto che in dieci minuti possa convincere definitivamente la giuria di esperti: dal vicepresidente di Pernod Ricard - uno dei colossi della fabbricazione e distribuzione di vini e alcolici - a esperti di marketing, comunicazione ed economia, passando per professori ed esperti del settore.

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