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Il mitico Aristoteles a Palermo, Giacomo Tedesco: "Che coppia saremmo stati?"

L'attore Urs Althaus, attaccante della Longobarda nel film cult "L'allenatore nel pallone", nel capoluogo e a Isola delle Femmine per l'European Soccer Camp ha visitato lo stadio Barbera e la scuola calcio dell'ex centrocampista del Palermo

Non ha mai segnato un gol vero, ma è un idolo per diverse generazioni di tifosi. E non sorprende affatto, dunque, che il mitico attaccante della Longobarda, Aristoteles, abbia fatto il pieno di applausi e foto durante la sua visita tra Palermo e Isola delle Femmine.

Sono passati 38 anni da quando "L'allenatore nel pallone" uscì nelle sale cinematografiche di tutta Italia, da allora in poi il centravanti di Oronzo Canà (Lino Banfi) è diventato una sorta di idolo immaginario che ancora oggi riscuote sorrisi e consensi grazie a quella pellicola diventata un cult.

Urs Althaus, 66 anni, questo il vero nome dell'attore svizzero, di padre nigeriano, ha fatto tappa in Sicilia per un evento a margine della tredicesima edizione dell'European Soccer Camp di Palermo promossa dalla La Cavera Academy.

Ad accoglierlo anche Giacomo Tedesco, che dopo l'incontro con "Arì" ha postato un paio di immagini su Facebook. "Che coppia saremmo stati?", ha scritto l'ex centrocampista del Palermo. "Con i tuoi assist, e le sue reti, la Longobarda avrebbe vinto il campionato...", ha commentato ridendo un amico del "picciotto" dei rosanero di Arcoleo.

Oggi Tedesco gestisce la scuola calcio nei campi di viale Aiace. In mezzo ai ragazzini dell'accademia, ieri si è visto proprio Aristoteles. "Che bella idea per questi ragazzi vivere questa esperienza e allenarsi per giocare come Aristoteles e come altri calciatori di Serie A", ha scherzato l'attore.

"Arì", dopo aver visitato anche lo stadio Renzo Barbera, nel pomeriggio si è spostato all'hotel Saracen, a Isola delle Femmine, dove ha presentato "Io, Aristoteles, il negro svizzero: La mia vita attraverso successi e fallimenti", libro autobiografico, con prefazione di Ciccio Graziani, pubblicato nel 2020 da Bibliotheka edizioni. Althaus racconta i suoi alti e bassi: "E' stato importante scrivere non solo di cose belle, ma anche di momenti tristi e duri, perché la vita è così". Altalenante, come la leggendaria stagione della Longobarda di Canà e del commendator Borlotti.

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