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Studenti di Bisacquino giornalisti per un giorno: "Intervistando Gaetano Basile capiamo presente e passato"

PalermoToday ospita la riflessione di un'alunna dell'istituto superiore Don Calogero Di Vincenti. Nell'ambito di un progetto didattico gli allievi sono stati ospiti della redazione, per un primo approccio sul campo col mestiere del giornalista e poi hanno incontrato - nella veste di redattori - lo storico Gaetano Basile

PalermoToday ospita la riflessione di un'alunna dell'istituto superiore Don Calogero Di Vincenti di Bisacquino, Soraya Gerardi. Nell'ambito di un progetto didattico gli allievi sono stati ospiti della redazione, per un primo approccio sul campo col mestiere del giornalista e poi hanno incontrato - nella veste di redattori - lo storico Gaetano Basile. Di seguito il frutto della loro esperienza come cronisti

Gaetano Basile  scrittore, giornalista, celebre storico di Palermo è un uomo senza peli sulla lingua. Incontrarlo è come trovarsi in tanti luoghi nello  stesso momento. Le storie che racconta trasportano da un posto a un altro, senza avere il tempo - e anche un po’ il coraggio - di bloccare la sua irrefrenabile voglia di parlare, che non si arresta nemmeno durante la foto di gruppo. Favole, curiosità, leggende: quelle raccontate da Basile sono storie, tutte incredibilmente affascinanti, quasi quanto quelle nel libro de "Le mille e una notte". Con gli altri ventidue studenti del Don Calogero Di Vincenti di Bisacquino, istituto di cui faccio parte, lo abbiamo incontrato durante uno dei tanti appuntamenti previsti dal progetto giornalistico che stiamo seguendo da ottobre con le professoresse Mariella Di Giorgio, Mimma Madonia e la giornalista Margherita Ingoglia. Dopo esser stati ospiti nella redazione di PalermoToday e aver incontrato e intervistato redattori e direttore del quotidiano online, abbiamo avuto il piacere di conoscere Gaetano Basile.

L'incontro con lo scrittore è avvenuto nella chiesa “Gesù, Giuseppe e Maria” vicino lo stadio “Renzo Barbera”. Ci siamo chiesti subito il motivo per il quale ha voluto incontrarci in una chiesa per rilasciare l'intervista. La risposta non si è fatta attendere: sapeva che alcuni di noi sono di Corleone e per questo ha voluto dirci che la storica chiesa, con due orologi e quattro campane, ha un portone d’ingresso realizzato proprio da un artista corleonese, del quale però non svela il nome. Le sue storie e le sue parole ci conducono da un posto a un altro facendoci navigare sulle acque della cultura: del nostro paese, della storia del nostro dialetto e della chiesa che ci stava ospitando. Ci svela alcuni legami tra le parole siciliane, che ancora oggi usiamo, con la lingua araba; racconta aneddoti e curiosità su alcuni termni, come per esempio quello della parola "pitinchiuni" nata per caso, durante un trasloco a cui Basile assiste. "Pitinchiuni, un oggetto inutile, ingombrante - dice lo scrittore -. Le parole nascono per caso e per lo più in strada". E ancora: "Se volete viaggiare scegliete luoghi insoliti spesso poco conosciuti, dove da una discussione davanti a un caffè con uno sconosciuto può nascere un libro". Inoltre, da attento osservatore e buon giornalista, quale è Basile, non perde tempo a farci notare che sul sito del comune di Bisacquino ci sarebbe un errore sull'etimologia araba del nome della città palermitana. Che significa Bisacquino? Dal latino "bis-aqua" (molto acquoso) o all'arabo "buieckin" (padre del coltello)?

Non ci lascia il tempo di riflettere che già ci porta a un’altra parte. Dove? in pasticceria. Dalla questione linguistica alla questione culinaria è stato un attimo. Così, nel bel mezzo di un giardino, quello interno che ospita la chiesa, con una funzione ecclesiastica appena cominciata e il rintocco delle campane delle diciassette, Gaetano Basile ci racconta la storia gastronomica e anche un po' segreta dell'antica cucina siciliana. Dalle '"minne di Virgini", ai "cucchitelli", ai "cudduruna". "Gli antichi dolci siciliani - dice lo storico  - prendono tutti spunto dalla fisicità femminile. Le minne di Virgini hanno le sinuosità del seno, e i cucchitelli originari della città di Sciacca invece, hanno subito una modifica nella forma per volere di un sindaco che diceva, ricordavano una parte  molto intima della donna".

Tra una storia, una curiosità e una risata, parlare con Basile significa fare un viaggio nel tempo. Un uomo colto che sembra sapere tutto. Attenzione, come ho ben detto, sembra, perché alla nostra domanda sull'etimologia delle  parole ‘ntidda - tipica corleonese che significa carina - e del soprannome "chiantasarde", anche lui sembra alzare bandiera bianca. Promette però di approfondire la questione, che al momento resta ancora, per tutti, un mistero.

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